Ricevo e vi trasmetto sperando possa essere di vostro interesse
Dai pastori del Caucaso a Roma
sono tornata, e ho duemila progetti in caldo
Ciao!
Questa è la newsletter eventi di Pain de Route, lo spazio dove dico cose quando ci sono cose da dire e segnalo eventi importanti in anteprima.
Spoiler: due prossimi eventi bomba a Roma, il 16 e 17 ottobre! Con Vie di Fuga ho organizzato due passeggiate in centro per scoprire i luoghi della cultura russa e ucraina a Roma. Siateci! (tutti i dettagli più in basso).
Sono tornata da 36 giorni in Caucaso.
Senza che fosse assolutamente voluto, precisamente 18 in Armenia e 18 in Georgia. È stato un po’ una (meritata) vacanza dopo tantissimo lavoro, un po’ un viaggio di studio e ricerca per perfezionare i prossimi tour in Caucaso del 2022.
Non ho seguito itinerari lineari: sono andata principalmente in zone dove non ero mai stata e sono tornata in zone che conoscevo poco.
Il Syunik in Armenia, una regione caldissima, dove sul confine si continua a sparare e a morire; il verdissimo Lori, nel nord, le montagne mozzafiato color sabbia del Vayots Dzor.
In Georgia sono stata nella valle di Pankisi e nelle montagne intorno al Tusheti, per un’escursione pionieristica di due giorni a cavallo: dovevamo aprire un sentiero e documentarlo.
La missione in realtà è fallita, perché, come spesso succede in Caucaso, il meteo ha avuto il sopravvento. Per non morire congelati, abbiamo dormito tutti attaccati insieme ai pastori ceceni d’alta quota, scaldandoci intorno a una stufa e cantando canzoni. È stata un’esperienza intensissima che devo ancora rielaborare. Spero di riuscire a scriverci un racconto. Tra gli altri posti, sono stata anche Lagodekhi, dove vivono gli azeri di Georgia, ma in un posto bizzarro e geniale. È un “regno”, dove tutti sono re e regine, fondato dalla mente brillante di Ivan Mitin. Ho cercato di godermi anche il più possibile gli ultimi tepori in montagna, in Tianeti e in Racha, ma anche nelle montagne dal clima subtropicale dell’Adjara, dove si coltiva tabacco, tè e i georgiani sono musulmani. Hanno costruito moschee di legno intagliato di una bellezza commovente. Trovarle è difficile, è come una caccia al tesoro. Su cinquanta, ne ho scelte cinque. Se volete capire di cosa parlo, questo progetto bellissimo ne tutela qualcuna.
Di tutto questo scriverò sul blog, che devo rispolverare:
gli ultimi post sono di gennaio e luglio 2021.
Anche perché Instagram, che da un paio d’anni era diventato il mio canale principale, mi è stato disattivato da Instagram stesso senza fornire spiegazioni. Le due motivazioni più probabili sono la presenza della parola “pain” nell’username, che viene attribuita alle parole proibite che istigano al suicidio. In alternativa, l’aver parlato di valle di Pankisi e ceceni alla vigilia delle elezioni in Russia.
Grazie a tre professioniste straordinarie, sto parlando con l’assistenza per capire che è successo, ma in ogni caso non è né detto che il profilo mi venga riattivato, né mi è dato sapere quando. Ora più che mai, voglio urlare. Contro il monopolio di un’azienda che vende pubblicità a cui affidiamo l’informazione, i nostri dati personali, le nostre vite, e contro l’impotenza che si prova a scalfire, una mail dietro l’altra, questo colosso inattaccabile. Non ho perso tutto, nella vita ci sono problemi più grandi, ma per me è un grave danno economico. Anche perché ho un sacco di progetti in canna.
Prossime cose belle
1. Domenica 3 ottobre alle 18 io e Angelo Zinna presentiamo Cemento al festival di Internazionale a Ferrara. I biglietti sono esauriti un’ora dopo che avevano aperto le iscrizioni, ma se vi presentate lì il mattino del 3 potete chiedere altri biglietti. È l’evento più grosso e importante a cui abbia mai partecipato, sono molto emozionata ed è un grande risultato per noi. Onestamente, avendo iniziato a registrare Cemento che non avevo mai neanche ascoltato un podcast (due anni fa esatti), mai avrei pensato di essere invitata da Internazionale.
2. Dal 7 al 12 ottobre andrò a piedi da Bari a Brindisi, lungo la via Francigena. Sarò Ambassador di AEVF Road to Rome 2021, una staffetta lunga 3200km e 4 mesi da Canterbury a Roma e poi Santa Maria di Leuca. Io camminerò lungo la penultima tratta, per 148km. Se vi va, potete unirvi a me: il programma dettagliato è qui, ma dovete organizzarvi da soli spostamenti e pernotti. Potete camminare con noi anche solo per un giorno, se abitate in zona.
3. Il 16 e 17 ottobre a Roma, con Alessandra Fiandra di Vie di Fuga, abbiamo organizzato i primi due eventi di (spero) una serie: luoghi di culture dell’est nelle città italiane. Iniziamo con La Russia a Roma (16 ottobre pomeriggio) e L’Ucraina a Roma (17 ottobre pomeriggio). In sostanza, il centro storico come non l’avete (letteralmente) mai visto. Alessandra è slavista e cultrice della materia, nonché guida ambientale attiva a Roma e nel Lazio, io sono la cialtrona che ormai conoscete. Abbiamo “cucito a mano” questo tour negli ultimi mesi, preparando incontri, assaggi, ascolti, chiacchiere, piccole sorprese. È un’occasione unica che vi consiglio di non perdervi.
Tutte le info nella nuova pagina Eventi
La Russia a Roma costa 35+10€ e include la visita a San Clemente, dove è sepolto S. Cirillo, inventore del primo alfabeto per gli slavi, il glagolitico.
L’Ucraina a Roma costa 30+10+15€ e include la visita a San Clemente e un luculliano pranzo ucraino, in un posto che sembra uscito da un villaggio contadino dei Carpazi.
Come sempre, sapete di questo evento in anteprima: affrettatevi, i posti sono solo 15.
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Pochi consigli stravolti
A questo giro pochissimi consigli stravolti, perché in questo mese in Caucaso ho avuto a stento tempo di riprendere fiato.
Vi consiglio le foto di Natela Grigelashvili per la Georgia, e in particolare gli alti pascoli dell’Adjara (che si chiamano yaylak, parola-macedonia del turco, simile ai jailoo kirghisi).
Per l’Armenia Anush Babajanyan, fotografa delicatissima, che fa lavori grandiosi dovunque nel mondo, ma mai belli come quelli in Armenia e Nagorno Karabakh.
L’ex marito di Anush Babajanyan è un musicista geniale. L’ho sentito dal vivo a Gyumri, in un concerto pazzesco dei TmbaTa, uno dei suoi gruppi. Sentitevi questa.
In valle di Pankisi (e se non avete ancora sentito la puntata del podcast a riguardo io boh) invece ho sentito dal vivo l’ensemble Aznash Laaman (“la voce delle montagne”) ed è stato straordinario. Prima della pandemia tenevano concerti in tutto il mondo, sono il primo gruppo femminile ceceno a portare la musica delle loro valli a un tale livello.
Pioggia, Instagram bloccato e incertezza del futuro, pensieri distruttivi sulla società in cui viviamo dopo aver passato un mese tra mucche, pastori e valli di montagna rimaste ferme a cent’anni fa e nuovi lavori (tra l’altro, ho iniziato a scrivere fisso su Oltre, il settimanale de La Prealpina!) mi stanno un po’ buttando giù. Se avete voglia di fare due chiacchiere e raccontarmi come ve la passate in questo secondo settembre pandemico, rispondetemi pure, vi leggo sempre volentieri.
Un abbraccio forte e tiriamo avanti.
Alla prossima mail con le altre novità, tra una settimanina.
Anche oggi basta così, alla prossima.
Il mio Instagram di backup è questo qui, per ora mi trovate lì, più arrabbiata che mai.
Un abbraccio e alla prossima newsletter.
Eleonora
