Egon Schiele e la sua eredità
Contro il classico e per una spietata realtà; questa fu l’opera di Schiele che fece scuola, soprattutto nei decenni successivi.
Vienna – Albertina Modern www.albertina.at
Sino al 23 gennaio 2022
la mostra comincia con 21 dei pionieristici autoritratti e rappresentazioni del corpo di Egon Schiele.
Schiele, divenne famoso solo nel secondo dopoguerra, non in Europa ma negli Stati Uniti, da qui aprì la strada a generazioni di importanti artisti.
Le sue opere, nella loro spietata crudezza, segnano un radicale allontanamento dal culto della bellezza promosso dalla Secessione viennese e dalla fin de siècle in generale.
Gli autoritratti lo dipingono come un artista infelice e rifiutato, un vero e proprio artiste maudit .
Il genere dell’autoritratto non ha perso nulla della sua importanza da quando Albrecht Dürer inventò una delle prime opere del genere della storia dell’arte.
Oggi, nell’epoca dei social media cosa è più importante dell’occhio indagatore dell’artista rivolto a se stesso?
Mentre, il ritratto, nel periodo tra il Rinascimento e la fine del XIX secolo fu legato agli ideali di; bellezza, somiglianza e riconoscibilità, il modernismo ha sbirciato dietro lo scenario della scenografia. Nel modernismo, vige la mostra del proprio io più intimo e la scoperta dell’individuo che diventa il centro dell’autoritratto.
Questa mostra, che comprende oltre 130 opere, ci presenta la produzione di Schiele accanto alle opere di undici artisti contemporanei:
Georg Baselitz, Günter Brus, Jim Dine, VALIE EXPORT, Elke Silvia Krystufek, Maria Lassnig, Arnulf Rainer, Cindy Sherman, Karin Mack, Adriana Czernin e Erwin Wurm.
