Divagazioni / riflessioni sul tempo che passa
La nostra vita è fatta di occasioni che il tempo ci offre – sta a noi non lasciarcele sfuggire – perché tutto passa e arriva Krisis.
Lo avevano ben spiegato già i greci:
- Kronos è il tempo che passa
- Kairos è il momento propizio – l’ occasione da non lasciarsi sfuggire – il momento più importante
- Krisis è il giudizio finale.
Il Kronos è il tempo costretto tra Kairos e Krisis.
Lo spiega bene François Hartog, storico francese; noto per la sua teoria dei “regimi di storicità” e accademico, nel suo ultimo libro Chronos. L’Occident aux prises avec le Temps (Gallimard).
François Hartog, sostiene che il XIX secolo ( quello dei treni a vapore, delle macchine, della meccanica, delle grandi fabbriche) aveva il futuro come categoria dominante.
Il XX secolo, secondo Hartog, fu il secolo della cieca fiducia nel progresso senza fine; il passato non è più un modello da seguire. Tutto deve essere nuovo; come la fiducia nel futuro che, però, inizia ad entrare in crisi. Ci si pongono le prime domande sulla possibilità di un progresso infinito. Ci si domanda quanto il progresso stia avvantaggiando l’umanità o no.
- Dagli anni ’80 del XX secolo ci si comincia a chiedere se il futuro potrà essere migliore del passato
- La rivoluzione digitale con il suo mito dell’immediato del tutto subito, porta l’uomo a pensare solo al presente (come se non ci fossero prospettive da raggiungere) – non c’è tempo per pensare al futuro, il tempo libero è occupato da giochini elettronici di vario tipo; dai social ai giochi – anche mentre si mangia si postano le foto fatte al momento – l’uomo vive una dimensione che non conosceva; tutto è affascinante come un bel gioco luccicante e senza senso.
La pandemia da Covid ci ha regalato un presente sospeso; impossbile fare progetti per il futuro che appare più una minaccia che un amico che meriti fiducia.
Kronos si conta in secoli o in migliaia di anni, oggi, siamo nell’antropocene e di fornte ad un futuro portatore di grandi minacce.
Per la prima volta l’umanità è di fronte a cambiamenti che non può e non sa governare.
Ci rendiamo conto che la terra può continuare ad esistere senza l’uomo e per molti ritorna lo spettro della fine del mondo; dell’apocalisse.
Sicuramente l’umanità ha le possbilità, grazie la progresso scientifico, di recuperare gli errori del passato, ma servono investimenti immediati e garndiosi. Per qulacuno la via più semplice è cercare di procurarsi una fuga su Marte e lasciare al resto dell’umanità il problema di sopravvivere in un mondo inquinato, con sempre più abitanti (ovvero; migrazioni di disperati), sempre più pericoloso e povero.
Ci riusciranno ?
Per ora gli investimenti nelle ricerca spaziale probabilmente superano quelli per recuperare i danni al nostro pianeta.
Ma l’umanità sino ad oggi ha mostrato una grande capacità di sopravvivere; ce la faremo ancora ? Nessuno può rispondere con sicurezza.
