REGINA. Della scultura
La prima retrospettiva in un museo italiano dedicata a Regina Cassolo Bracchi
La mostra è curata da Chiara Gatti e Lorenzo Giusti
Bergamo – Gamec
Sino al 29 agosto- regole Covid permettendo
Regina Cassolo Bracchi (21 maggio 1894 – 14 settembre 1974), è tra le più affascinanti, innovative, e meno note scultrici del panorama artistico europeo del XX secolo.
Questa mostra è il frutto dell’acquisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un’importante serie di opere dell’artista; dal suo esordio negli anni ’20 fino ai primi anni ’70.
Regina (nome d’arte), aveva una personalità unica, rimasta erroneamente ai margini della storia e ora riscoperta come figura complessa, sperimentale, versatile e poetica.
Il museo parigino dedicherà inoltre particolare attenzione alla ricerca dell’artista, nella mostra Women in Abstraction: Another History of Abstraction in the 20 th Century , a cura di Christine Macel e Karolina Lewandowska (5 maggio – 6 settembre 2021).
Regina nacque a Mede Lomellina, figlia di un macellaio e rimase orfana in giovane età.
Fu la prima donna dell’avanguardia italiana a concentrarsi interamente sulla scultura, con materiali che erano, allora, innovativi come: alluminio, filo di ferro, carta vetrata, stagno e banda stagnata.
Iniziò con il Futurismo (nel 1934 firmò il Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista ) e poi il MAC, il “Movimento arte concreta” (1948), a cui Regina si rivolse nel 1951 attraverso Bruno Munari.
La leggerezza dei materiali, le sintesi geometriche e astrazioni, ne fanno una scultrice che si differenzia per la sua “leggerezza” nell’usare materiali così “maschili”.
