Le parole di papa Francesco alla fine del viaggio in Iraq :
” Ma chi vende le armi a questi distruttori ? ”
portano ad una riflessione estremamente concreta
Dopo le violenze, fatte di stupri, impiccagioni e altro, perpetrate dai terroristi estremisti dell’Isis contro le popolazioni cristiane e mussulmane irachene, ecco la domanda che più si avvicina alla verità, al “peccato originale” di questi fatti malvagi:
- chi lucra e fornisce le armi ai terroristi ?
Questa sarebbe un’inchiesta giornalistica seria, ma pericolosissima, perché forse si verrebbe a sapere che tanti uomini di affari/politici/capi di stato e capi di famiglia, benpensanti che si dichiarano ferventi credenti nel loro Dio, fanno parte di quella catena internazionale che potrebbe legare strettamente i commercianti di armi con i terroristi perché
- pecunia non olet = Il denaro non ha odore.
Nel frattempo, loro fanno affari e l’Isis e le altre organizzazioni terroristiche si sono solo spostate in Africa; mentre continuano ad ampliare i loro territori (dalla Libia al Congo; non a caso il nostro ambasciatore è moto da quelle parti) in un assordante silenzio dell’Occidente e, per quanto ne so io che scrivo, con un solo pugno di soldati francesi che non hanno aiuto da nessuno in Europa.
Mentre giovani in età per andare a fare il soldato e in buone condizioni fisiche (sicuramente non economicamente poveri), chiedono in Italia asilo politico, passando “inosservati” tra le figure di donne incinte con bambini e poveri disperati veramente bisognosi di aiuto; sono i giovani che dovrebbero combattere Boko Haram e i suoi alleati.
Se le cose continuano così il terrorismo rafforzato si presenterà alle nostre porte; mentre noi abbiamo ignorato la situazione per anni.
Il papa, che cerca di mettere pace almeno tra coloro che possono capire il suo intento, è un uomo che vede lontano e fa quello che può per prevenire un futuro più cupo.
