MOSTRE D’ARTE; NEW YORK, la più grande rassegna sul Futurismo.

Viene spontanea la domanda, non potevamo organizzarla anche noi in Italia?

Perché all’estero si fa sempre meglio che da noi, con opere che sono più facilmente reperibili in Italia?

AL MUSEO GUGGENHEIM SI E’ SURCLASSATA L’INIZIATIVA CHE, IN ITALIA, AVEVAMO  ORGANIZZATO PER IL CENTENARIO DEL FUTURISMO NEL 2009 !

 

Tullio-Crali-Prima-che-si-apra-il-paracadute-1939-Udine-Casa-Cavazzini-particolare.

 

Gino-Severini-Ballerina-blu-1912-olio-su-tela-con lustrini Venezia Peggy-Guggenheim-particolare.

Italin Futurism, 1909-1944. Reconstructing the Universe. Sino all’1 settembre 2014.

Umberto-Boccioni-1912-Mi-Museo-del-Novecento-particolare.

L’interesse di questa mostra newyorchese sta nell’ampiezza e nella ricchezza delle opere presentate; da La mano del violinista di Balla al servizio di caffè firmato dal medesimo aurore, alle Forme uniche nella continuità dello spazio di Boccioni ecc…

Vivien Greene è la curatrice che ha lavorato, efficacemente, con un comitato di numerosi  collezionisti, storici ed esperti anche italiani.

Pregevole l’idea di raccogliere nella Rotonda, ideata da Frank Lloyd Wright, all’interno del Guggenheim, i temi fondamentali del movimento futurista: dinamismo, e simultaneità; il visitatore è subito avvolto dall’insieme di quello che andrà a vedere.

Nella mostra non troverete solo quadri, ma anche: abiti, foto, film, scenografie, suoni e giocattoli.

Vivien Greene è italoamericana, parla perfettamente italiano, ha studiato storia dell’arte anche in Italia dove ha trascorso le sue vacanze giovanili in Sicilia.

Non  a caso molti “pezzi forti” vengono da Palermo; opere note solo agli specialisti e che non erano mai uscite dall’Italia.

La serie si chiama Sintesi e comunicazione, autrice Benedetta Cappa Marinetti (moglie dell’artista Marinetti, fondatore del futurismo), che li dipinse per il Palazzo delle Poste di Palermo.

Benedetta-Cappa-Marinetti-Sintesi-delle-comunicazioni-aeree-particolare, Palermo-Palazzo-delle-Poste-1933-34.

La curatrice Vivien Greene, spiega la mancata realizzazione in Italia di una mostra così ricca e significativa con

-la mancanza di capacità di fare squadra e quel, ben conosciuto, provincialismo, per il quale ogni città vuole essere meglio dell’altra. Infatti le mostre commemorative del centenario del Futurismo furono due, una a Roma e a una a Milano; con conseguente frammentazione dell’insieme.

La Greene riconosce che era già successo anche con la mostra del 2013, splendidamente allestita al British Museum di Londra, su Pompei ed Ercolano.

-Per l’Italia, una fantastica occasione perduta di fare molti soldi !!!

Tornando alla mostra, vale la pena sottolineare quanto il futurismo fosse parallelo al fascismo.

Carlo-carrà-Manifestazione-interventista-1914-Ve-Guggenheim.

Già il futurismo si era schierato, tra il 1914 e il 1915, a favore della guerra.

Marinetti si occupò di manifesti e documenti per incitare alla guerra. Papini, con Ardengo Soffici aveva fondato nel 1913 la rivista  “Lacerba” che divenne poi organo ufficiale del futurismo italiano. Dalle pagine di “Lacerba” si inneggiava al “bagno di sangue” divenuto triste realtà con l’ingresso in guerra dell’Italia il 24 maggio del 1915.

Mussolini non poteva appoggiarlo ufficialmente, visto che il fascismo condannava l’arte, ma sicuramente ne trasse profitto.

Il futurismo si occupò anche di interventismo in quanto movimento totale, che comprendeva l’insieme di tutto: dalla pittura, alla performance, alla letteratura e quindi anche al modo di pensare e agire anche in politica.