Il vaccino Sputnik V in Occidente, fu aspramente criticato per la fretta con cui fu impiegato e per la mancanza di trasparenza sui dati.
Oggi, il vaccino russo Sputnik V si prende la rivincita con una “promozione” da parte della prestigiosa rivista scientifica Lancet; che lo considera valido al 91,6% dei casi.
Intanto, in Europa, l’Ungheria è il primo paese europeo ad approvare la somministrazione del vaccino russo nei casi di emergenza; come già hanno fatto da tempo gli Emirati Arabi.
Questo vaccino prevede due dosi con due vettori virali diversi.
Anche AstraZeneca vede ridimensionare le critiche negative; la stessa Italia ne approva l’uso anche per gli ultra 55enni, ma solo se privi di gravi patologie.
Nel balletto dei numeri:
- quelli italiani sulla pandemia giornaliera sono altalenanti e fuorvianti; i numeri dell’andamento della pandemia, dovrebbero essere settimanali; solo così si può avere una visione della situazione, ma da mesi ci ossessionano con dati confusionali
- quelli europei ed italiani sui vaccini cancellati e poi aumentati, non danno mai un esatto quadro di quanti vaccini in meno stiamo e staremo per ricevere; da un unico giornale che riportava questi calcoli ben chiari, si comprende che, comunque, ne riceveremo molto di meno di quanto concordato
- i numeri dei vaccini in meno offrono lo spunto per nascondere tutte le pecche dell’organizzazione italiana; che continua a cambiare le categorie di destinazione del vaccino – spingendo sempre più lontana la vaccinazione agli ultra ottantenni ed anche ultra- sessantacinquenni … una programmazione che poteva essere decisa e pronta da settembre (come in altri paesi), ma che solo se decisa all’ultimo momento permette, nella confusione, di sminuire polemiche e reclami delle categorie che spingono per essere prime nella vaccinazione; in questo momento sono balzati in avanti tutti i dipendenti scolastici bidelli compresi.
