L’ Insalata russa fu inventata a metà del 1800
In origine – fu chiamata insalata Olivier dal nome dello chef russo – di origine franco-belga – Lucien Olivier
La ricetta originale si discosta molto da quella odierna e comprendeva: lingua di manzo, fagiano, code di aragosta. Il tutto era presentato disposto intorno a un monticello di patate e cetrioli sott’aceto, il tutto accompagnato da una salsa che lo chef chiamava “provenzale” (con tanto di ricetta segreta).
Secondo alcuni, furono i clienti che mescolarono il piatto, ben presentato con ingredienti separati, e ne fecero una specie di “insalata”.
Un apprendista dello chef Olivier, ne fece una versione più economica e popolare; sostituendo gli ingredienti più costosi con carote bollite, piselli ecc…
Oggi ci sono tante ricette per l’insalata russa; un piatto che è sempre stato presente in molte tavolate natalizie.
Ognuno può inventarsi la propria, sbizzarrendosi nelle aggiunte più fantasiose come: mele verdi, topinambur, broccoli, sedano rapa, funghi cotti, tartufo ecc…
La ricetta che accontenta quasi tutti i palati è a base di maionese che condisce: patate, carote e piselli.
Ecco una ricetta semplice:
ingredienti:
- solo se piace; una mela verde, qualità Smith, fatta a piccolissimi pezzi, serve per “pulire la bocca” dal sapore di olio e uovo della maionese
- per la maionese: tutti gli ingredienti alla medesima temperatura
per la maionese con le fruste: 2 tuorli a temperatura ambiente, 200 gr di olio di arachidi o altri semi, 1 cucchiaio di senape ( se piace a tutti), succo di mezzo limone, 2 grammi di sale; frullare tutto senza l’olio che va aggiunto poco alla volta con pazienza
- per la maionese con il frullatore ad immersione (Minipimmer): 2 uova intere, 450 gr di olio di arachidi o extra vergine se piace il sapore forte, 3 grammi di sale, basta mettere le uova in fondo al contenitore apposito altro e stretto, idem per succo mezzo limone e olio; tutto alla stessa temperatura e frullare senza muovere dal fondo il frullatore, muoverlo solo dopo che la maionese ha preso ben consistenza.
patate (500 gr, tagliate piccolissime, lavate molto bene dopo averle tagliate, cuocere – meglio a vapore 8′ circa), carote 200 gr. bollite per 7′ (ma prima ridotte a cubettini piccoli ) e piselli piccolissimi cotti a vapore 7′, se surgelati
- meglio cuocere le verdure separate, al vapore e lasciarle raffreddare in frigo per 2 ore; per mantenere un’ottima consistenza
2 uova sode da tagliare a piccoli cubetti; solo quando sono ben fredde
- sale pepe a piacere.
esecuzione:
- bollire e far ben raffreddare le verdure
- preparare la maionese
- mescolate tutto con la maionese
- guarnite a piacere
- si mantiene in frigorifero almeno tre giorni.
Buon appetito !
Un regalo per chi ama anche le cucine straniere:
se volete sapere tutto sulla storia della cucina russa e leggervi venti pagine dedicate solo all’insalata russa:
L’arte della cucina sovietica, Anya von Bremzen, Einaudi, pp. 380, 22 euro
L’ arte della cucina sovietica. Una storia di cibo e nostalgia
Breve sunto
Anya von Bremzen lascia l’Unione Sovietica nel 1974.
Ha poco più di dieci anni ed è al seguito dell’indomita madre Larisa che, da sempre insofferente alle stramberie del regime, prende una volta per tutte la decisione di emigrare il giorno in cui, in mancanza d’altro e di incarti di qualsivoglia natura, è costretta a portarsi a casa in mano un pezzo sanguinolento di carne di balena.
Dall’Urss della stagnazione Anya si ritrova cosi nell’America dell’abbondanza, i cui supermercati zeppi di ogni prelibatezza suscitano negli esuli sovietici reazioni che vanno dal pianto di gioia alla paralisi di smarrimento.
Ma per Anya bambina il cibo, spogliato del piacere della conquista, perde di colpo la sua magia.
Finché, a diversi anni di distanza, non le viene per caso l’idea di scrivere un libro di ricette russe... Frutto maturo di quella passione ritrovata, “L’arte della cucina sovietica” mescola il tema cultural-gastronomico alla rievocazione di tragedie collettive e a memorabili frammenti di vita famigliare.
Impossibile non tenere il fiato sospeso per il nonno, affascinante agente segreto coinvolto in rocambolesche imprese di guerra, e non ritrovarsi stizziti davanti all’ennesimo scivolone del padre, sdentato donnaiolo di abitudini oblomoviane.
Delle grandi figure politiche del Novecento non manca nessuno: c’è Lenin, con la sua ascetica moderazione nel bere e nel mangiare; Stalin, con i suoi sontuosi banchetti in barba alla popolazione affamata; Chruscév…
