Dati dell’indagine ministero della Salute e ISTAT, con la collaborazione della Croce Rossa
ESAMI FATTI DAL 25 MAGGIO AL 15 LUGLIO 2020
GLI ASINTOMATICI:
– sono il 27,3 per cento.
Le persone con uno o due sintomi, come febbre, tosse e mal di testa ma che non hanno avuto la perdita di olfatto e gusto, sono il 23,4 per cento
Le persone con tre o più sintomi, incluso perdita di olfatto e gusto, sono il 41,5 per cento.
REGIONE PIU’ CONTAGIATA
La Lombardia è la regione con il tasso di sieroprevalenza stimato del 7,5 per cento, ovvero ben 7 volte superiore al valore rilevato nelle regioni a più bassa diffusione;specialmente del sud Italia.
La Lombardia, da sola, rappresenta il 51% delle persone che hanno sviluppato anticorpi; che quindi sono stati in contatto con il virus.
In Lombardia, si è concentrato il 49% dei morti per il virus e il 39% dei contagiati rispetto al totale di tutta Italia.
PER SAPERE LA SITUAZIONE AGGIORNATA IN EUROPA PAESE PER PAESE:
Il direttore delle emergenze dell’Oms, Mike Ryan: “in ogni singolo paese in cui si è alleggerita la pressione sul virus, e dove il virus circola ancora a livello comunitario, c’è stato un aumento nel numero di casi.
La domanda ora è quanto saranno efficaci le autorità nel predisporre misure per reagure a questo aumento dei numeri”.
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Indagine in Italia del ministero della Salute e ISTAT
con la collaborazione della Croce Rossa
I PIU’ A RISCHIO:
Categorie maggiormente esposte:
– i lavoratori del settore sanitario sono i più colpiti, 4,1 e il 6,6 per cento, fino al 9,8 per cento nelle regioni con maggiore livello di sieroprevalenza (come la Lombardia)
– le persone che lavorano nella ristorazione sono risultate vulnerabili per il 4,2 per cento
– il contagio è avvenuto all’interno della famiglia nel 41,7 per cento dei casi
– nell’11,6 per cento sul posto di lavoro tra colleghi, dai pazienti (nel caso dei lavoratori della sanità) per il 12,1 per cento
– contatto con altre persone per il 9,2 per cento.
ESAMI FATTI DAL 25 MAGGIO AL 15 LUGLIO 2020
L’esame indica se una persona sia venuta o meno in contatto con il coronavirus.
La positività al sierologico non permette di conoscere con sicurezza se la persona interessata sia ancora infetta o se sia contagiosa.
Un risultato positivo indica invece che il sistema immunitario ha attivato una risposta, a causa della presenza del virus.
Nel caso di esito positivo, è necessario effettuare il test che analizza saliva e muco; prelevati tramite un tampone.
1 milione e 482 mila persone hanno incontrato il SARS-COV-2, ma il prof.Franco Locatelli, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha precisato che il dato indica solo che l’organismo ha avviato una risposta immunitaria.
Questo non vuol dire che si possa rilasciare un “qualsiasi patentino di immunità rispetto al SARS-COV-2″; non sappiamo ancora per quanto tempo una persona può restare immune.
Nell’indagine di cui stiamo parlando, non è stato possibile raggiungere i 150 mila soggetti programmati inizialmente … perché molte persone si sono rifiutate di a partecipare all’indagine. Comunque, i dati sono stati rielaborati tenendo contro di tecniche statistiche che dovrebbero supplire alla mancanza del numero ideale di partecipanti.
Si stima che 1 milione e 482 mila persone abbiano incontrato il SARS-COV-2:
si tratta del 2,5 per cento del totale della popolazione.
Dal 25 magglio al 15 luglio: effettuati 64.600 prelievi.
Ma sappiamo che i prelievi e tamponi non sono affatto ben distriubuiti sul territorio italiano.
Molti tamponi ci risultano nella zona del bergamasco, tutt’altro andazzo a Como; per esempio.
Il Veneto, anche durante il peggio della pandemia, faceva controlli ben distribuiti e numerosi.
RIASSUMENDO:
in quasi tutta Europa molti sono i Paesi con una riacutizzazione del virus
vedi il link sopra nominato.
In Italia il virus non si è fermato; l’andamento altalenante, che serve molto a confondere le idee, è dovuto al fatto che i dati sono disomogenei da un giorno all’altro; nel fine settimana, per esempio, i dato sono sempre consegnati in ritado, i tamponi vengono fatti in numero diverso da zona a zona e da giorno a giorno i risultati degli esami complessivi vengono consegnati con più o meno ritardo a seconda delle vari organizzazioni locali…
Pertanto:
– anche in Italia si sta risentendo di un piccolo, ma costante aumento dei contagiati anche in regioni che poco tempo fa erano totalmente a 0 contagi.
– dove risultano pochi contagi, rispetto ad altri, potrebbe essere anche dovuto al minor numero di controlli
– di fatto l’arrivo di turisti e stranieri ha fatto salire anche se di poco, per ora, i contagi per esempio in Puglia, in Sicilia, in Veneto, in Luguria, nelle Marche, nel Lazio, oltre ai contagi nelle zone a maggior concentrazione di autotrasporti e fabbriche specialmente di prodotti alimentari nei frigoriferi ecc…
– non abbiamo severi controlli negli aeroporti (rispetto alla Francia) e tantomeno all’arrivo dei bus (i controlli sono palesemente “leggeri”e mancavano totalmente sino a pochi giorni fa) da paesi pericolosi clandestini
– il ritorno di lavoratori come badanti o altro e immigrati clandestini, non favorisce, anzi incentiva l’aumento della diffusione dle virus
– anche la vita di spiaggia, gli aperitivi, le cene di gruppo e il riunirsi di famiglie per feste o vacanze non sono il miglior modo per anninetare il virus in vista dell’autunno.
