Olimpiadi e lo spirito di Pierre de Coubertin
“L’importante non è vincere ma partecipare. Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore. Nel Giuramento olimpico, chiedo solo una cosa: la lealtà sportiva”
Se vivesse oggi, Pierre de Coubertin chiederebbe anche garanzie di salute per gli atleti ed ecologia per il mondo intero.
Ma de Couberten è morto e con lui i principi morali.
Rimane il business, con il Giappone che ha previsto, per le Olimpiadi del 2020 a 70 km. dalla città di Fukushima (ancora con insoluti problemi di smaltimento rifiuti e spegnimento del famoso reattore nucleare), le gare di Baseball.
L’allerta è già talmente alta che la Corea del Sud ha annunciato che doterà gli atleti di misuratori di radioattività.
Mentre a 10 km. dalla centrale nucleare, dove sono previsti gli alloggi e gli allenamenti degli atleti, le analisi fatte da Greenpeace rivelano 71 microsiervet/ora di radioattività; mentre il tollerato ufficialmente dal governo è 0,23 microsiervet/ora di radioattività !!!
Nessuno ne parla in Italia, ma il problema della radioattività dopo il disastro di Fukushima è ancora in gran parte da risolvere. Comprese tutte le acque radioattive accumulate e le “bare” di stoccaggio di cui non è chiaro il destino; anzi per le acque si parla di svuotarle nel Pacifico; così verranno a contatto con i pesci ed entreranno direttamente nella catena alimentare umana.
A Chernobil, per un solo reattore e 500 tonnellate di combustibile nucleare, prevedono di finire lo smaltimento della radioattività entro un secolo.
A Fukushima i reattori sono tre con mille tonnellate di combustibile fuso; la radioattività era tale che aveva messo fuori uso i primi robot mandati per individuare i reattori danneggiati.
Non vogliamo fare del pessimismo, ma riteniamo doveroso informare le persone; questo dovrebbe essere il primo compito di chiunque scriva rivolgendosi al pubblico.
