Cosa succede nel mondo – Da Hong Kong al Cile – manifestazioni e violenze anche sulle donne
Democrazia in pericolo nel mondo ?
LA VERITA’ QUALCHE VOLTA E’ SCOMODA – MA LA DEMOCRAZIA SI DIFENDE GUARDANDOLA IN FACCIA
Hong Kong – Cile – Iran – Bolivia – Brasile – Ecuador Paraguay – Perù …
Solo buone notizie ? Non facciamo gli stuzzi – Un vento anti – democratico sta soffiando in tutto il mondo ?
Qualche esempio
HONG KONG – tutti, in televisione, hanno potuto vedere e intuire la violenza delle azioni della polizia.
HAITI – le truppe della Missione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH) sono state costantemente accusate di stupro, abusi e prostituzione di donne e ragazze.
Molte branche delle forze repressive in Cile, Brasile, Uruguay, Argentina, Bolivia, Ecuador, Guatemala, Paraguay e Perù, sono state addestrate da MINUSTAH.
Ad Haiti, le forze di pace delle Nazioni Unite sono state dichiarate responsabili da 225 donne, con accuse di sfruttamento e abuso sessuale; un terzo delle vittime era minorenne.
Secondo le Nazioni Unite, tra il 2008 e il 2013, ci furono 480 accuse di sfruttamento sessuale e abusi da parte delle forze di pace dell’ONU, anche riguardanti bambini.
Ma il maggior numero di casi, a livello mondiale, è denunciato nella Repubblica Democratica del Congo, in Liberia, ad Haiti e nel Sudan meridionale.
Nel 2014, ci sono state 51 accuse di abusi sessuali contro le forze di pace dell’ONU. Quasi la metà delle accuse erano riconducibili ad attività sessuale minorile.
I continui abusi da parte delle forze militari e della polizia confermano che la violenza sessuale rimane un’arma contro le donne nei momenti di intensa repressione.
BOLIVIA – La Bolivia si prepara alle elezioni, dopo 14 anni di presidenza di Evo Morales, il presidente indigeno costretto (il 10 novembre) a dimettersi e a fuggire in Messico.
Autorevoli quotidiani parlano di violenze, anche sessuali, impressionanti, che non si discostano da quanto denuciato ai tempi delle dittature in Sud America.
In America Latina, le torture commesse dalle forze armate contro le donne hanno una lunga storia; abusi e gli stupri erano comuni sotto le dittature militari latinoamericane.
Cile violenze e la cecità per pallini negli occhi
Non è certo la prima volta che le forze della repressione in Cile siano coinvolte in violenze e abusi sessuali.
Durante le proteste studentesche degli ultimi anni, sono numerosissime le denunce contro le forze speciali della polizia nazionale cilena
Le politiche, che oggi hanno reso il Cile uno dei paesi più ricchi del Sud America, hanno creato forti disparità economiche ai limiti della carenza d’acqua da bere e per le coltivazioni; perché l’acqua in Cile appartiene a chi posside la terra e le compagnie minerarie la prelevano dalle falde più profonde, inquinandola e togliendola alle popolazioni.
Con l’avvento delle privatizzazioni generali, è saltato il sistema che proteggeva anche i cittadini più poveri: l’acqua, le autostrade, il sistema pensionistico sono stati privatizzati.
Purtroppo i ripetuti aumenti delle tariffe per i trasporti, sono insostenibili per la stagnazione dei salari;
tanto che una famiglia a salario minimo deve usare un sesto del proprio reddito solo per andare al lavoro.
Rodrigo Booth, professore all’Università del Cile, in un’intervista al Washington Post, aveva dichiarato che il Cile era come
una pentola a pressione economica in ebollizione da decenni che alla fine è esplosa.
Il problema è che il trasporto pubblico è solo una goccia di una disuguaglianza divenuta brutale.
STUPRI VIOLENTISSIMI
Al pari della brutale povertà è aumentata la brutalità delle forze della polizia accusate di stupri violentissimi.
I PALLINI DI GOMMA CHE CAUSANO CECITA’
L’Istituto Nazionale per i Diritti Umani, Amnesty International e il Medical College avevano invitato il governo a vietare l’uso di pistole a pallini da parte della polizia sin dall’inizio delle proteste.
Il rettore dell’Università di Santiago, Juan Manuel Zolessi, ha affermato che il Consiglio dei Rettori, in rappresentanza di 29 università private e pubbliche, ha chiesto ai tribunali di Santiago di vietare l’uso di piombo e pallini di gomma da parte della polizia nazionale
Stando alle cifre ufficiali diffuse dal governo, in un mese di manifestazione e scontri, sono stati denunciati 23 morti, 2.391 feriti e 6.300 arresti, in 759 casi sono stati coinvolti minori.
L’Istituto Nacional de Derechos Humanos (Indh) ha presentato 384 azioni legali per quanto avvenuto durante le proteste.
Università del Cile sulle munizioni estratte dai manifestanti feriti ha scoperto che solo una minima parte (il 20%) era composta da gomma. Il restante 80% era costituito da silicio, solfato di bario e piombo. Il che significa che le pallottole utilizzate erano dure come “una ruota di uno skateboard”, spiega il rapporto.
La Società oftalmologica cilena ha dichiarato che dal 19 ottobre al 10 novembre 2019, almeno 230 persone sono diventate ceche dopo essere state colpite agli occhi mentre presenziavano alle manifestazioni di protesta.
Di questi, almeno 50 persone avranno bisogno di protesi agli occhi.
Altre mille denunce presentate ma non sono ancora state esaminate, ha detto Ymay Ortiz, capo della divisione diritti dei pubblici ministeri.
i cosiddetti “carabineros” – sono accusate di uso sproporzionato della forza per l’utilizzo
dei “perdigones”, i pallini che sono stati sparati sulla folla per motivi di ordine pubblico.
Il protocollo prevede che vengano usate cartucce da 12 millimetri con dentro 12 pallini a impatto non letale per disperdere
assembramenti pericolosi.
MESSICO
– Numerosi sono i casi, ben noti negli ultimi decenni, come quello di San Salvador Atenco, in Messico, nel 2006.
La manifestazione era nata per proteggere i venditori di fiori contro lo sfratto e l’invasione dello Stato sui terreni comunitari.
Enrique Peña Nieto, ex presidente, ordinò un’intensa repressione che interessò 3.000 truppe federali contro la popolazione di San Salvador Atenco.
Il risultato fu che decine di donne furono sistematicamente torturate e stuprate da agenti di polizia.
IRAQ – TURCHIA e IRAN nelle violenze di piazza
Iraq – Nella notte tra il 27 e il 28 novembre, forze dell’ordine hanno attaccato le manifestazioni nella città di Nassiriya, uccidendo almeno 25 persone e ferendone molte altre.
Turchia – Fino a 15 anni di carcere per Taner Kılıç e İdil Eser – rispettivamente, presidente onorario ed ex direttrice di Amnesty International Turchia – e per altri quattro difensori dei diritti umani per reati di terrorismo.
Iran – Il regime religoso cerca di difendersi dalle accuse di uccisioni e violenze perpretrate anche contro le donne: “Abbiamo arrestato otto persone legate alla Cia”.
Le forze di sicurezza hanno usato armi da fuoco, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere le proteste.
Un regime brutale, che non si lascerà facilmente sottomettere da coloro che si proclamano democratici.
