Proteggeva la foresta
è solo l’ ultima vittima di una strage quasi sempre impunita
L’Amazzonia e altre gradi foreste del mondo, fanno parte parte del non un nuovo business che vale miliardi di dollari per ottenere terra per le coltivazioni intensive da parte delle multinazionali senza scrupoli, per ricavare pregiatissimo legno da esportare verso paesi ricchi, anche alcuni stati europei, che se ne infischiano di proteggere i sempre più rari legni pregiati di antichi e grandissimi alberi che assorbono enormi quantità di C2. Questo legname serve per produrre anche parquet ad altissima resistenza all’usura e mobili molto pregiati.
I taglialegna, sono un vero esercito di mercenari, piccoli e grandi criminali, appoggiati dalle politiche ambientali del presidente Bolsonaro (capo del governo brasiliano)
- questi uomini forse disperati e certamente senza scrupoli, sono tornati a frotte nel cuore della foresta pluviale con tutto il beneplacito del capo dello stato
I mercenari dei gruppi agrari ( mercanti di legname e grandi produttori di cereali e carne ), hanno assassinato Paul Paulino Guajajara a capo di un gruppo dei “Guardiani della foresta” nello stato di Maranhão.
L’ ambientalista brasiliano Paul Paulino Guajajara è solo l’ ultima vittima di una strage quasi sempre impunita. Nella breve e violenta battaglia è morto anche un altro guardiano: Laércio Guajajara, della medesima tribù.
Paulo Paulino Guajajara ed era un leader indigeno di Araribóia, nel nord del Brasile.
Era diventato uno dei tanti “Guardiani della foresta” che le comunità indigene hanno creato per proteggere le foreste dell’Amazzonia – perché lo Stato centrale non lo fa.
La notizia è di Greenpeace; assieme a tante altre ong.
Nella guerra contro la foresta è implicato anche il narcotraffico; per i diritti di passaggio.
Due giorni fa in Colombia, nazione strategica per le bande di narcos e guerriglia, sono stati assassinati cinque indigeni; parte di una commissione governativa incaricata di svolgere dei rilievi per la costruzione di strade e varie infrastrutture. I loro corpi mostravano i segni di torture; uno è stato decapitato.
Secondo la comunità indigena, questa ennesima strage è opera di un “Gao”, Gruppi armati residuali organizzati; gli uomini rimasti fedeli alla guerriglia perché non hanno aderito all’accordo di pace del 2016.
Questa zona dove è avvenuta la tortura e l’assassinio, si trova nella comunità indigena di Corinto; nota per essere un corridoio importante per la produzione di coca e marijuana da trasportare attraverso il Centro America, sino agli Usa. Altri due leader indigeni locali erano stati assassinati due giorni prima.
Il governatore del Cauca, Óscar Rodrigo Ocampo, è sicuro che dietro questa raffica di omicidi ci sia il narcotraffico, tanto che ha detto all’emittente W Radio
- “Stiamo vivendo qualcosa di molto diverso dalla guerra subita negli ultimi 52 anni. I killer agiscono con determinazione e ferocia. Non ci sono precedenti e questo ci preoccupa molto”.
- Nessuno è disposto a mollare il bottino miliardario della droga.
