il turismo è diventato, insieme alla televisione – agli antidepressivi e al calcio – uno dei più potenti anestetici …
VOGLIAMO FARE IL BAGNO NELL’ACQUA PULITA E SENZA MEDUSE …
MA POI TUTTO L’ANNO INQUINIAMO I FIUMI E IL MARE CON TONNALLATE DI ECCESSI DI DETERSIVI – AMMMORBIDENTI – QUANTITA’ ESAGERATE DI SHAMPOO / DETERGENTI PER LA DOCCIA E DISINFETTANTI …NON NECESSARI (basta lavare bene, ma ci convincono che dobbiamo disinfettare tutto … serve solo se ci sono rischi di malattie concreti; l’eccesso di igiene è una delle cause dell’aumento di allergie, lo dicono i medici)
Per il bene dei nostri nipoti cambiamo punto di vista – anche nella scelta delle vacanze e dei viaggi
Dall’uso del mondo all’usura del mondo
E’ IL CONSUMATORE CHE ORIENTA L’OFFERTA ANCHE DELLE VACANZE
Scegliamo vacanze che non distruggano le bellezze del mondo e i nostri nipoti vivranno meglio …
Viaggiamo per cercare un “paradiso” e con la nostra presenza e pretese, siamo quelli che lo distruggono:
- cibi italiani in paesi esotici; richiedono enormi consumi di enegia per il trasporto,
- consumo sfrenato di bibite in contenitori di plastica e cannucce buttate a mare o bruciate dai locali ,
- viaggi esotici in paesi dei quali si sa e ci si informa poco; per poi scoprire che ci sono gli insetti e noi ne siamo terrorizzati …
- vacanze dove non si mangia la pasta al dente e noi non ne possiamo fare a meno …
- la barriera corallina, quella che sopravvive (pochissima), è fragile e taglia i piedi …non ci si deve camminare sopra… ha bisogno di centinaia di anni per diventare grande
- COSI’ DISTRUGGIAMO QUELLO CHE STIAMO CERCANDO.
UN LIBRO CI AIUTA A CAPIRE …
Se si è passati in poco tempo dall’uso del mondo all’usura del mondo, è perché la massificazione del desiderio turistico, camuffata da libertà di movimento, è avvenuta all’interno di una logica industriale che ha distrutto la dimensione simbolica del viaggio, trasformandolo in una «fuga d’evasione» da fare in tempi e luoghi deputati, e soprattutto passando sempre alla cassa.
Ponendosi al servizio del consumo mondiale, il turismo è diventato, insieme alla televisione, agli antidepressivi e al calcio, uno dei più potenti anestetici che la società contemporanea elargisce ai suoi logorati cittadini, immersi in una ipermobilità che dà la misura della loro insoddisfazione.
Eppure, nonostante la standardizzazione dei desideri e il saccheggio ambientale, il turismo mantiene intatto il suo potere incantatore.
Forse perché il turista, lontano dal suo territorio originario, che ormai non conosce più, nutre la confusa speranza di trovare altrove ciò che gli manca a casa:
una vita conviviale in un territorio ancora carico di senso.
Senza accorgersi però che con la sua stessa presenza distrugge ciò che è venuto a cercare.
Turismo di massa e usura del mondo, R. Christin, Elèutera, 14 euro.
