LA SITUAZIONE E LE POSSIBILI CONSEGUENZE
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per il Paese nordafricano, Ghassan Salamè: “ Quello di Haftar – denuncia Salamé – è un colpo di stato “.
Tripoli non è caduta nelle mani di Haftar; grazie unicamente alle forze in armi garantite da Misurata, da Zintan, la Rada Special Force, e la brigata Nawasi.
Furono le milizie di Misurata ad entrare a Sirte nell’ottobre del 2011 e uccidere il colonnello Gheddafi.
Quando poi le bandiere nere dell’Isis hanno attaccato la Tripolitania, è toccato ancora alle milizie di Misurata tornare a Sirte e sconfiggere il nascente califfato in versione libica
OGGI – COSA SAPPIAMO DEL RISCHIO TERRORISMO IN LIBIA
Maitig, il numero due di Tripoli, ha confermato che almeno 500 terroristi sono nelle carceri libiche, anche la Francia, pare che sostenga questa tesi. Infatti, fonti del Viminale fanno sapere che Parigi “ha chiesto ufficialmente di prorogare la chiusura delle frontiere con l’Italia per ancora sei mesi” per il rischio dell’arrivo di terroristi.
Maitig: “ Haftar sta mandando un messaggio che c’è una guerra tra est e ovest, ma è sbagliato, non c’è divisione nel paese, tutti vogliono elezioni e democrazia. È la guerra di una sola persona”.
E’ concreto il rischio di una nuova partenza di massa di fuggitivi dalle coste libiche, lo hanno detto ufficialmente: Conte, Al Serraji, la Trenta ed anche Salvini.
Ne consegue che, tra i migranti sui barconi, potrebbero nascondersi anche terroristi intesi ad esportare in Europa la loro guerra “santa “.
NON CREDE ai terroristi sui barconi la Mediterranea Saving Humans.
Infatti, costoro sostengono che: la direttiva emanata dal ministro dell’Interno “dice che rischiamo di favorire l’ingresso di pericolosi terroristi. Auspichiamo che, una volta sbarcate nel porto più sicuro le persone eventualmente soccorse, questo governo sia in grado di effettuare tutte le indagini necessarie a garantire la sicurezza pubblica, ricordando però che i terroristi solitamente non viaggiano su barche che in un caso su tre affondano, ma hanno ben altri mezzi per spostarsi”.
La nostra opinione: i terroristi che provengono da zone dove sono stati addestrati e/o hanno affrontato direttamente la guerra, manovrano e costruiscono pericolosi ordigni per uccidere, a rischio della propria vita, non possano avere paura di affrontare i rischi di un barcone in mare.
Con le nostre affermazioni intendiamo solo chiarire i fatti e quelle che ci sembrano possibili, logiche conseguenze.
Non vogliamo fomentare nessun odio contro nessuno e siamo, assolutamente, contro ogni tipo di guerra che è sempre figlia dell’odio.
Prevenire è sempre meglio che curare.
Inoltre abbiamo sempre presente che il più grande affare di questi tempi è proprio quello degli scafisti (superiore a quello della droga) e … dove ci sono soldi c’è la corruzione; possibile a ogni livello. In uno stato, come quello italiano, dove la corruzione non è un’idea astratta, temiamo sempre che qualcuno voglia raggirare le nostre opinioni per interessi economici personali o per mancanza di logica mentale.
Il bilancio delle vittime è salito a 174 morti e 756 feriti; parlare di emergenza umanitaria della Libia (con tutte le altre sanguinosissime guerre in atto, come nello Yemen dove i bambini muoiono come mosche …) ci sembra volutamente esagerato.
