Arte a Metz – Centre Pompidou – Lee Ufan. Abitare il tempo

Lee Ufan – Relatum-the-shadow-of-the-stars-2014-mostra-2019-Pompidou di Mertz (Francia) – particolare

Celebrato al Centre Pompidou Lee Ufan

Lee Ufan. Abitare il tempo

Metz (Francia), Centre Pompidou

Lee Ufan:  “Quello che c’è da vedere è ciò che non vedi. » .

Artista, pittore, scultore, poeta, filosofo, creatore di ambienti, ecco chi è Lee Ufan. Nato nel 1936 quando la Corea era sotto il dominio giapponese. Educazione tradizionale confuciana. A partire dagli anni ’60, Lee Ufan ha cercato un equilibrio tra le sue radici coreane, i suoi legami con il Giappone, dove studia e lavora, e quelli che lo legano all’Occidente. Partecipa dal 1971 alla Biennale di Parigi.

Lee Ufan sotiene di avere iniziato a creare le sue prime opere mentre studiava letteratura e filosofia in Giappone, ma non ne padroneggiava la lingua. Per questo passò all’arte con un incontro tra un materiale naturale e un materiale industriale. Ha così formulato alla fine degli anni ’60, nel movimento Mono-Ha ( la Scuola delle cose in giapponese), una nuova definizione dell’arte, lontana dai codici occidentali.

Crea ponti tra la riflessione filosofica e le arti visive.

Le sue sculture e ambienti giocano con lo spazio, i suoi dipinti interagiscono con il tempo.

Lee Ufan cerca sempre di domare l’infinito e “abitare il tempo”.

Ognuna delle opere dell’artista ha il potere di un aforisma.

Lee Ufan

Lee Ufan vive e lavora principalmente tra Parigi e Kamakura in Giappone.

Il suo lavoro è stato presentato in tutto il mondo in istituzioni come l’Hermitage Museum di San Pietroburgo, il Guggenheim Museum di New York, il Jeu de Paume a Parigi e il Palazzo di Versailles, il Kunstmuseum di Bonn e il Museo Städel di Francoforte, o il Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Seoul; così come nel contesto di numerosi eventi artistici come le Biennali di Venezia (2007, 2011), Gwangju in Corea del Sud (2000, 2006), Shanghai (2000), Sydney (1976), São Paulo (1973) ) e Parigi (1971). Nel 2014 e nel 2017, il lavoro di Lee Ufan è stato presentato al Centre Pompidou-Metz nell’ambito delle mostre Formes Simples e Japanorama. Nuovo sguardo alla creazione contemporanea . Ryuichi Sakamoto ha anche suonato al Centre Pompidou-Metz per le “10 serate” della stagione giapponese nel 2017.

Lee Ufan aprirà presto una fondazione ad Arles nell’ex Vernon Hotel, un edificio del 17 ° secolo situato vicino all’arena di Arles, in cui l’artista ha invitato il suo amico architetto Tadao Ando ad intervenire.

“Volevo trasferirmi negli Stati Uniti negli anni ’60”, dice Lee Ufan, “ma per fortuna che sono stato a Parigi dagli anni ’70, le mie opere e le mie riflessioni sono state influenzate dall’arte classica. , in particolare dal Museo del Louvre.

Questo mi ha convinto a trasferirmi in Francia.

E perché Arles? “Conoscevo la città grazie ad Actes Sud durante la pubblicazione del mio libro Monographie, e questa città romana piena di storia mi ha permesso di rinnovare i miei pensieri“, risponde. “(Hotel Vernon) è molto ben posizionato, vicino all’arena, proprio tra le rovine della civiltà romana. È un luogo abitato dalla stessa famiglia da diverse generazioni, che mi ha dato anche una buona impressione del tempo. E il dialogo tra il mio lavoro e questi frammenti di rovine mi ispira. Non volevo un nuovo edificio. Aggiunge quello che, ai suoi occhi, è tutt’altro che un semplice aneddoto: “I compagni dei falegnami hanno lasciato le date sulle travi del tetto. Questi ci fanno sapere che furono sette anni prima della morte di Luigi XIV che fu posto il raggio principale.Risulta che nel 2014 Lee Ufan fu l’artista ospite al castello di Versailles, nella stessa casa del monarca.

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*