UN TERZO DELLE RISERVE ENERGETICHE DEL PIANETA E’ SUL FONDO DEL MARE ARTICO, AL DI SOPRA
I GHIACCI SI STANNO SCIOGLIENDO…E I RUSSI SONO DECISI AD UTILIZZARE QUESTE RISERVE, ANCHE
SE SI RISCHIA LA CATASTROFE ECOLOGICA.
Sino al 2.000: l’area ghiacciata del Polo Nord arretrava di 5 mila metri quadri all’anno.
Ora siano arrivati a 20.000 metri quadri…
-Il 22% delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale è sotto il Circolo Polare Artico (secondo: U.S. Geological Survey).
–80 miliardi di tonnellate di petrolio e gas hanno l’autorizzazione del Ministero delle Risorse Naturali russo per essere estratte…e se qualche tonnellata fuoriesce per qualche umanissimo motivo…errore umano, danno tecnico…!
–1.000 i giacimenti di petrolio, gas, diamanti, minerali, sono stati già scoperti.
–La Russia vuole approfittare dello scioglimento dei ghiacci del polo nord per raggiungere i giacimenti energetici sino ad ora irraggiungibili.
–Da Murmansk (Mar Baltico) a Yakutsia la Russia ha programmato la più pericolosa operazione di scavi, esplorazioni geologiche e rischiosi utilizzi di materiali inquinanti, necessari per recuperare le riserve energetiche sino ad ora nascoste dai ghiacci e dalle profondità marine.
–Le cittadine siberiane dove venivano spediti i ribelli al potere ora sono trasformati in cittadine pronte ad ospitare gli uomini, e le loro famiglie, che dovranno trovare e prelevare quel terzo delle risorse energetiche di tutto il Pianeta.
-La Russia di Putin ha deciso di proseguire nella strada della ricerca e poi del prelievo dell’energia celata nell’Antartico, anche se la cosa comporta gravissimi rischi ecologici; evidentemente quello che è accaduto nel golfo del Messico non li riguarda.
–Di fatto questi prelievi energetici renderanno alla Russia e alle compagnie straniere che partecipano alla ricerca e poi al prelievo, decenni di ingentissimi guadagni.
-E’ ovvio che ammesso, e non affatto concesso, che si prendano le più serie precauzioni, che sono sempre costosissime, il rischio ecologico nell’immensità del Polo Nord attraversata da petroliere e piena di piattaforme di trivellazione sia molto alto.
-Non dimentichiamo che il freddo del Polo rende difficilmente degradabile il petrolio in caso di catastrofe che quindi rimarrebbe per tempi lunghissimi nella zona.
–Dalla regione di Nenets a Siesmorevzedka, esiste una decina di diverse etnie che già hanno rinunciato a ribellarsi per la moria di renne e diminuzione del pescato e per i loro terreni occupati da insediamenti industriali e pericolosi (anzi si dice terribili) esperimenti militari. Cosa sarà di queste genti quanto il terreno verrà perforato dalle trivelle e, bisogna metterlo in conto, da qualche parte fuoriuscirà del petrolio incontrollabilmente…?
-Sul Mar di Peciora, a Naryan Mer, un’esplosione nucleare sotterranea favorì la formazione di un’area protetta; come tampone del danno arrecato. Oggi, che si è preso atto della presenza di un ingentissimo numero di giacimenti di petrolio, con un decreto si è già cancellato il privilegio di area protetta…
-Per ora sono già realtà:
TUBATURE CHE PERDONO GREGGIO nel mare e nelle falde acquifere delle zone più a nord della Siberia
PERSONALE STREMATO PER LE CONDIZIONI ESTREME DELLE ZONE SIBERIANE (non solo il freddo, ma anche il paesaggio bianco per quasi tutto l’anno, lontananza da ogni centro culturale, problemi di isolamento…)
I RISCHI PER LE SCORIE NUCLEARI NASCOSTE NEI GHIACCI DELL’ANTARTICO DALL’EX UNIONE SOVIETICA (e se si perforasse dove sono state nascoste le scorie nucleari?)
