Libro scritto di getto; poco prima dell’esecuzione da una ragazza condannata a morte dai bolscevichi nel giugno del 1931.
Evgenija Jaroslavskaja Markon: «Se sto esponendo tutto ciò con la massima sincerità, è perché mi aspetto comunque di essere fucilata».
«Il racconto insolente e libero di una vita indomita. La lingua dell’autrice è brutale, diretta, intrepida» – Le Monde des Livres
«E pensare che questa vita, che ne vale mille, è durata solo ventinove anni» – Le Figaro magazine
«Un racconto unico, travolgente» – Les Echos
Autobiografia, da poco riemersa dagli archivi dei servizi segreti russi, di una donna appassionata e idealista.
Scritta quasi come un diario, in una cella del gulag delle isole Solovki, ci consegna il racconto della vita ardente di Evgenija Jaroslavskaja-Markon.
Evgenija Jaroslavskaja Markon; nata ai primi del Novecento, fin da giovanissima dimostrò un amore viscerale per gli ultimi e un’insofferenza assoluta nei confronti di ogni potere costituito.
Giornalista e conferenziera, girò la Russia e l’Europa assieme al marito, il poeta Aleksandr Jaroslavskij.
Quando lui fu arrestato per propaganda antisovietica, Evgenija scelse il mondo della piccola criminalità, finendo a vivere di espedienti e piccoli furti. In una lingua schietta e senza fronzoli, le sue pagine ci raccontano l’universo degli emarginati – scippatori, ubriaconi, prostitute, ragazzi di strada –, la sola «classe» autenticamente rivoluzionaria, secondo lei, offrendoci così uno spaccato impareggiabile della Mosca e della Leningrado degli anni Venti.
La ribelle, Evgenija Jaroslavskaja Markon, Rizzoli, 16,50 EURO.
