CANCRO AL SENO – UNA NUOVA CURA RIVOLUZIONARIA – Dal congresso ASCO di Cremona.

DUE TEST RIVOLUZIONARI PER PREVEDERE L’EVOLUZIONE DEL CANCRO AL SENO E COMPRENDERNE MEGLIO LA VALIDITA’ DELLA CURA; SIA IN FASE DI DIAGNOSI CHE IN FASE DI CURA.

Una scoperta importantissima nel campo della lotta al tumore al seno, che migliorerà l’indice di sopravvivenza

alla patologia.

E’ in continua diminuzione il numero di morti per cancro al seno, nonostante la sempre maggior diffusione del carcinoma mammario.

Oltre i 35 anni di vita il carcinoma mammario (cancro al seno) è la maggior causa di morte per le donne, ma LA MORTALITA’ E’ IN CONTINUA DIMINUZIONE.

DATI SUL CARCINOMA MAMMARIO: 

-un milione di nuovi casi all’anno nel mondo

-42.000 in Italia

Più precisamente:

–da   0 a 49 anni;   41%       casi diagnosticati

–da 50 a 69 anni;      35%    casi diagnosticati

–    oltre i 70 anni;        21% casi diagnosticati.

 

Relazione dal V° SIMPOSIO INTERNAZIONALE “Primary Systematic Treatment of Operable Breast Cancer”,  5-7 ottobre 2013, con la partecipazione, per la prima volta in Italia, dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology); la più grande società di oncologia al mondo.  Organizzato, a Cremona, da: Azienda Istituti Ospedalieri di Cremona, Unità di Patologia Mammaria Breast Cancer Center e dall’Università degli Studi di Brescia.

-200 oncologi provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a Cremona per fare il punto sulle più avanzate tecniche di cura del  carcinoma mammario.

 La buona notizia sta nel fatto che, oggi, dopo le più moderne diagnosi, si può intervenire con cure mirate per ridurre le dimensioni del carcinoma, quando è il caso, prima dell’intervento chirurgico.

E’ quindi completamente superata la cura che prevedeva l’intervento chirurgico, come prima fase, e poi la chemioterapia eguale per tutti.

Alberto Bottini, Responsabile Patologia Mammaria Breast Cancer Center-Azienda Istituti Ospedalieri di Cremona, ha spiegato come: “Attraverso questi nuovi test sia possibile condurre un’analisi sulla mutazione di geni specifici e individuare, in fase di diagnosi, con il test su piattaforma Sequenom, il trattamento più indicato per il paziente, oltreché valutare, in corso di terapia, con il test RDA Index, se il paziente sta traendo un reale beneficio dalle cure somministrate”.

In parole più semplici: meno cure dannose e dolorose per il paziente, anche psicologicamente  (come i vecchi bombardamenti di chemioterapia eguali per tutti); rispettare il più possibile l’integrità della forma del seno; aumento delle possibilità di guarigione.

Altrettanto ottimistiche sono le previsioni di Alfredo Berruti, Direttore Oncologia Medica Ospedali Az.Osped. Spedali Civili di Brescia, Università degli Studi di Brescia, il quale sostiene che: “…la chemioterapia preoperatoria sta prendendo sempre più piede, dal momento che presenta numerosi vantaggi rispetto al classico trattamento adiuvante/postoperatorio”.

Siamo quindi arrivati a ridurre il volume della massa tumorale, rendendo l’intervento più efficace e meno demolitivo. Inoltre è possibile rendere operabili anche tumori che, precedentemente, erano troppo estesi.

Il Presidente ASCO (la più importante associazione mondiale per la cura del cancro con circa 30.000 specialisti iscritti) Clifford A.Hudis, ha definìto queste novità: “Una scoperta importantissima nel campo della lotta al tumore al seno, che migliorerà l’indice di sopravvivenza alla patologia, consentendo di definire terapie sempre più personalizzate sul singolo paziente con indubbi benefici in termini economici e una significativa diminuzione della tossicità dei trattamenti e dei tempi di guarigione“.

Nel corso della presentazione alla stampa dell’evento, i diversi relatori, hanno precisato come sia assolutamente da escludere l’ipotesi di uno screening basato solo sull’esame del DNA, in quanto circa il 4 % dei tumori mammari  può essere definito familiarmente a rischio. Si tratta di una incidenza troppo bassa per servire da base per un serio screening.

SITUAZIONE ATTUALE.

-Allo stato attuale possiamo confermare che sono in corso esperienze di chemioterapia neoadiuvante che prevedono, oltre l’utilizzo dei farmaci convenzionali, anche l’impiego di nuove molecole nel trattamento delle forme più aggressive del tumore al seno, quali il tipo HER2 positivo che rappresenta il 20-30% di tutte le diagnosi di carcinoma mammario.

–Il tipo HER2 positivo è una forma molto aggressiva, con una progressione più rapida e un’età di insorgenza sempre più bassa.

-Le nuove sostanze, come ad esempio l’Ertumaxomab e il Neratinib, bloccando l’HER2 stesso o le molecole che interagiscono con esso.

-Con risultati promettenti: blocco irreversibile della proliferazione del tumore.

LAST BUT NOT LEAST:

Una positiva notizia di una parte dell’Italia che funziona.

Ci ha fatto piacere constatare che sia una donna, Simona Mariani   Direttore Generale Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona, a capo di questo efficiente e lungimirante meccanismo di cura che, insieme all’Azioneda Osped. Spedali Civili di Brescia, ha sviluppato una tale positiva sinergia a favore di tante donne che soffrono.