Fakarava è una delle migliori destinazioni per immersioni subacquee del mondo
Archipelago Tuamotu
Isola di Fakarava (a sud est di Ragiroa)
Fakarava è la seconda laguna più grande degli atolli di Tuamotu.
Fakarava, ultimo santuario di Madre Natura, atollo corallino protetto e riserva naturale per molte specie rare di uccelli, piante e crostacei.
Qui si trova il Garuae Pass; il più ampio passaggio navigabile della Polinesia francese, il secondo è il passo Tumakohua, situato sul lato sud che ospita una vallata sottomarina detta Shark’s Hole; popolata da squali di limone, whitecap e hammerhead.
La maggior parte degli 800 abitanti sono coltivatori di perle e copra (noce di cocco).
il villaggio di Tetamanu, che si trova all’estremità meridionale della laguna, possiede una chiesa cattolica costruita con pezzi di madrepora (volgarmente: corallo).
Si può anche fare un giro in bici fino a Rotoava, oggi centro amministrativo, e vedere il faro Topaka.
Il villaggio principale di Rotoava si trova sul motu (isoletta); il più lungo della Polinesia francese. Una sottile striscia di terra bordata di spiagge bellissime e indimenticabili.
Qui si passa il tempo riposando, nuotando o pescando e facendo snorkeling durante le escursioni in laguna.
A Rotoava si trovano l’aeroporto e la maggior parte degli alloggi per gli ospiti di Fakarava (pochi). Pension Raimiti è la più spettacolare e comoda perché è aperta ai venti del mare e gode di una buona areazione che mitiga il caldo. Questi alloggi sono a 1 1/2 ora di barca dall’aeroporto.
Siamo nell’Oceano Pacifico, ma lontano dal turismo di massa dove una notte può costare anche più di 500 euro.
Qui ci si sente liberi, ancora fuori dal mondo … sensazione sempr epiù difficile da provare.
I tramonti e le albe indimenticabili, la barriera corallina, il paesaggio incontaminato, la cordialità dei locali; ecco cosa ci aspetta se avremo il coraggio di affrontare il viaggio che ci separa dall’Arcipelago di Tuamotù e dall’isola di Fakarava in particolare.
Solo turismo sostenibile; nelle belle capanne costruite dagli abitanti per i viaggiatori.
Negli anni ’60 i test nucleari, a centinaia di chilomentri da qui, rischiarono di far sparire questo paradiso; ma oggi non ci sono pericoli, anzi siamo in un ambiente incontaminato.
