Buddhismo e teoria dei quanti; come eliminare le sofferenze e l’attaccamento alle cose
UNO SPUNTO PER PENSARE
Il fisico Carlo Rovelli, in un articolo su “la Lettura”, l’inserto culturale del Corriere della Sera, ha spiegato i punti comuni tra lo spiritualismo, buddhismo indiano e la fisica dei quanti.
Il pensiero del filosofo indiano Nagarjuna, vissuto circa 18 secoli fa, pare possa aiutarci ad orientarci rispetto alle scoperte della fisica quantistica.
Il Nagarjuna è un testo di filosofia, affatto sconosciuto: anzi è famosissimo, commentato da secoli, ma per molti occidentali è ancora un’interessante sorpresa.
Forse, la migliore traduzione del testo di Nagarjuna è quella inglese del filosofo Jay Garfield, che conosce a fondo la tradizione orientale ed è in grado di metterla in relazione con il pensiero occidentale.
Pensiero di Nagarjuna:
-nulla ha esistenza in sé
-tutto esiste solo in dipendenza da qualcosa d’altro.
Questa mancanza di essenza è chiamata «vacuità» (sunyata).
Ovvero: le cose sono «vuote»; non hanno realtà autonoma.
Le cose esistono grazie a (in funzione di, rispetto a, dalla prospettiva di) qualcos’altro.
ESEMPIO:
Guardando un cielo nuvoloso vi posso vedere varie immagini: forme di montagne, visi di animali ecc…
Ma questi oggetti o animali non esistono nel cielo.
Semplicemente nel nostro cervello uniamo la forma delle nuvole con qualcosa che conosciamo; l’immagine delle nuvole che vediamo nella nostra testa è un incontro di cose con altre cose: entità vuote.
«Quello che esprime il linguaggio non esiste. Il cerchio dei pensieri non esiste» (XVIII, 7). Non esiste un’ essenza ultima o misteriosa da capire.
Nagarjuna ci suggerisce che la sostanza ultima… non esiste (e quindi è perdita di tempo cercarla).
L’«Io» è solo un insieme interconnesso dei fenomeni che lo costituiscono.
Cade qui l’egocentrismo occidentale, ovvero la concentrazione sul soggetto.
Superata l’illusorietà del mondo, si raggiunge il Nirvana (la pace, la liberazione dagli affanni del mondo, la beatitudine). Ma non è certo facile; aggiungiamo noi, soprattutto vivendo in questo mondo assolutamente materialistico, ma forse proprio per questo … siamo attratti da una filosofia di vita tanto diversa dal nostro quotidiano.
Tornando alla quantistica
Nella meccanica quantistica, gli oggetti sembrano esistere solo se influenzano altri oggetti.
La filosofia di Nagarjuna può offrire appigli utili per capire e riordinare meglio alcune scoperte moderne.
Carlo Rovelli sostiene che la fisica moderna è molto ricca di nozioni relazionali, non solo nei quanti. Per esempio, la velocità di un oggetto esiste solo in relazione ad un altro oggetto, il peso non esiste in se, se non in relazione all’attrazione gravitazionale.
Ma la prospettiva di Nagarjuna, va oltre i problemi della fisica moderna.
Il Nagarjuna pensiero, ci può liberare dall’attaccamento alle cose, ai pensieri e dalla sofferenza (come il Buddismo); è impermanente, e riconosce l’assenza dell’assoluto e con questo da senso alla vita.
Abbiamo riportato quanto sopra, perché ci è sembrato un buon punto di partenza per ulteriori approfondimenti individuali o per conversazioni non banali.
