Qui non parliamo di viaggi organizzati.
Questo libro mi ha fatto comprendere i miei viaggi da un altro punto di vista e da quel momento non ho più viaggiato con la testa di prima; mi sono sentita una vera viaggiatrice.
Leggere per migliorarsi, per migliorare il nostro modo di vedere, capire e giudicare il mondo. A questo deve portare un buon libro di viaggio e non solo alla descrizione pura e semplice del viaggio; in quest’ultimo caso non è un libro, ma solo una semplice guida.
Nel suo libro Passaggio a Teheran, Vita (Victoria Mary) Sackville-West, ci parla del viaggio e di perché i veri viaggiatori amino viaggiare nonostante le difficoltà.
Perché viaggiare?
E’ costoso, faticoso, scomodo, fonte di noia per gli amici (quando li inonderai dei tuoi ricordi di viaggio) e isolamento per chi viaggia.
Ma per un vero solitario è l’ ideale.
Il viaggio a volte comporta anche lo stare con altri; in aereo, treno o con l’autista per spostamenti in territori sconosciuti …
Nessuno scritto o foto potranno rendere l’ emozione di stare immersi in certi paesaggi, vedere certi monumenti, guardare il cielo stellato dove non c’è inquinamento luminoso e distinguere la Via Lattea…
Scrivere libri di viaggio di livello letterario, non è da tutti.
E’ un insegnamento per chi vuole apprendere l’essenza del viaggio, nel senso più ampio del termine; un goderne in tutti i sensi, compreso il piacere che ci dona leggere la grande letteratura.
Il libro di eccellenza, di viaggi o no, non sempre è compreso; perché ?
Letteratura non è il libro da leggere per distrarsi dal quotidiano, ma laggere anche per imparare, per “uscirne” migliori di prima.
Ce lo spiega la West nel suo libro Passaggio a Teheran
” Il pubblico non iniziato alle formule del credo letterario, e che giudica le opere letterarie unicamente sulla base di parametri puramente umani e ordinari: “buono”, si, certo, buono, ma troppo deprimente “, sentiamo dire di romanzi non a lieto fine, mentre viene tralasciato qualsiasi giudizio letterario, o sui punti di vista originali, personali. Il che induce a credere che alla letteratura si chieda solo di fornirci un’evasione dalla vita normale..un mezzo per fuggire…una romantica irrealta’…
Ma l’opera letteraria …deve essere indipendente…far valere i propri diritti..”.
Aggiungo io; l’opera letteraria è tale quando leggerla e rileggerla è sempre un piacere e una ulteriore scoperta di significati che, probabilmente, ci erano sfuggiti nelle prime letture. Anche perché, nel tempo, noi stessi ci siamo trasformati e siamo in grado di comprendere il tutto da angolazioni sempre differenti.
