La scrittrice turca Elif Shafak, proviene da un Paese dove
le parole ” … sono pesanti come pietre”.
Nel libro Tre figlie di Eva, un avvocato in pensione rappresenta una, non piccola, fetta di cittadini turchi; ponendosi la domanda:
“Cos’è successo al nostro bel Paese ?”.
In Turchia qualunque pensatore, scrittore, giornalista o insegnate, sa che potrebbe avere dei guai molto seri ed essere definito un traditore; basta un tweet con una parola sbagliata, un’intervista o un semplice retweet. Per una parola sbagliata si può essere arrestati, processati, esiliati o imprigionati.
La Turchia oggi è un paese assolutamente conservatore, patrarcale dominata da maschi e omofobia.
La donna scrittrice è vista non come tale, ma prima di tutto come donna; cosa che non accade allo scrittore maschio.
Elif Shafak fa presente che molti turchi, oggi, non ridono più come una volta e la depressione è un male assai diffuso. nessun programam comico dove si prendono in giro i politici; è vietato.
La politica oggi divide le famiglie, gli amici e le persone in genere.
In Turchia la politica è diventata aggessina, intransigente, maschulista e pervasiva.
Prevale il sogno di una rinascita ottomana.
Chi fa lo scrittore non può concedersi il lusso di non allinearsi con il potere in carica. Secondo Elif Shafak, questo accade anche ai suoi amici in Egitto, Colombia, Pakistan.
Quando la vita vera è troppo pesante per essere sopportata, la letteratura è l’unico mezzo per conservare un poco di salute mentale.
Elif Shafak fa la pendolare tra Istambul e Londra, le auguriamo che possa falo ancora per molto.
Tre figlie di Eva, di Elif Shafak, Rizzoli, pagg.448, euro 20
