DUE GIGANTI E TANTI PROBLEMI
Canale di Panama e Canale del Nicaragua
Tutti ormai sappiamo quanto le foreste pluviali, con i loro bellissimi, immensi e preziosi alberi, siano minacciate da numerosi nemici; tra i tanti la deforestazione; per fornirci legni pregiati, allevamenti di bovini, olio di Palma e la costruzione di immense opere come canali o dighe che ne mettono a repentaglio l’equilibrio idrico e quindi la sopravvivenza.
Il Canale di Panama è appena stato ampliato per permettere il passaggio delle nuove gigantesche navi cargo che trasportano i prodotti asiatici verso l’occidente e viceversa; e già si parla di rischio per la foresta tropicale che lo circonda. Prima era stata protetta da un accordo preciso e protezionistico; voluto da chi costruì il primo canale.
Oggi un nuovo canale, quello del Nicaragua, minaccia uno degli ultimi paradisi naturalistici; l’immenso lago Nicaragua e la sua isola Zapatera (dove vivono: pappagalli, scimmie, giaguari, tucani, tartarughe, martin pescatore, falchi, numerose specie di pesci ecc…) circondata da numerose altre isole in uno scenario dominato da due vulcani.
Un paradiso che rischia di perdere il suo patrimonio di acque, a causa della costruzione del nuovo canale.
Pistole alla tempia e arresti non hanno fermato la contadina nicaraguense Francisca Torres che afferma: “ PER COSTRUIRLO [il nuovo canale in Nicaragua che collegherà oceano Pacifico ed Atlantico] DOVRANNO PASSARE SUL MIO CADAVERE”.
Intanto la stessa Torres, quarant’anni trascorsi da contadina, si prepara a guidare, per la quinta volta, l’oceanica marcia prevista contro l’inizio dei lavori per il Canale del Nicaragua finanziato dai cinesi.
La costruzione del canale prevede anche il trasferimento di ben 10.000 contadini senza rimborsi adeguati.
In passato era già successo che, con la scusa di opere faraoniche mai eseguite, ai contadini sottrassero la terra; senza rimborsi.
Il canale, infatti, rischia di non essere affatto un buon affare economico, in quanto il traffico, diviso con quello di Panama, non sarebbe sufficiente a pagarne i costi. Forse non sarà mai finito ?
D’altra parte, pare evidente il tentativo cinese di intaccare la forte influenza degli Stati Uniti in un affare tanto redditizio come il Canale di Panama.
