Tutti i migranti clandestini, dovrebbero sapere che la loro scelta comporta il rischio della vita e la quasi sicurezza di subire inaudite violenze.
Inoltre, una volta in Europa, che ora non è più il paradiso economico di alcuni anni fa, potrebbero pentirsi amaramente della scelta fatta.
Nulla è facile, le regole vanno rispettate e se sei clandestino, sarai sfruttato dai tuoi stessi compatrioti. La delinquenza potrebbe diventare per te l’unico modo di sopravvivere; spaccio di droga, prostituzione, vogliono dire mettere a rischio la vita ogni giorno.
L’Europa in questi ultimi anni è molto cambiata, non è più quel luogo di accoglienza che possono avere sperimentato alcuni fortunati, anni fa.
VIS E MISSIONI DON BOSCO, lavorano per aiutare i migranti a casa loro:
www.stoptratta.org
Un plauso alla campagna Stop tratta.
Lo scopo di Stop tratta, è contrastare il traffico di esseri umani e le sue conseguenze; tra le tante anche l’essere esposti al rischio di incorrere nel mercato di organi.
Quando parte, la maggioranza dei migranti non sa affatto a cosa andrà incontro.
Parenti e amici all’estero, per varie ragioni, non raccontano la verità sulle loro condizioni. Sia per dovere, verso chi li ha finanziati, sia per orgoglio; anche se soffrono e non hanno lavoro, mandano sorridenti foto dai centri commerciali.
In questo modo, innescano automaticamente un pericoloso processo di emulazione tra tutti i conoscenti.
Questo perverso meccanismi, va interrotto.
Due organizzazioni no profit, Vis: Volontariato internazionale per lo sviluppo e Missioni Don Bosco, hanno condotto un’indagine in Senegal, Costa d’Avorio e Ghana tra gli aspiranti migranti.
Il risultato è che SOLO UNA MINORANZA RIESCE A PENSARE CHE LA MORTE E’ UNA CONCRETA POSSIBILITA’ PER CHI AFFRONTA QUEL TIPO DI VIAGGIO DA MIGRANTE CLANDESTINO; la maggioranza non sa nulla delle violenze dei trafficanti, carcere e rimpatrio.
Stop tratta, cerca di sensibilizzare i giovani sui reali rischi della migrazione irregolare; a partire dalle violenze di ogni genere. Un valido aiuto sono gli incontri, gli spettacoli teatrali, i messaggi radio, Facebook ed altro.
Ecco, in breve, il racconto di un ragazzo di 19 anni che ha lasciato il Senegal in cerca di fortuna in Europa:
-ha attraversato L’Africa in camion; ogni persona che si ammalava veniva buttata giù dal mezzo di trasporto e abbandonata nel deserto
-il gommone che doveva portarlo in Europa è stato investito da una burrasca e lui è riuscito a tornare indietro.
Ora, da casa sua in Senegal, cerca di sensibilizzare i suoi amici sui rischi del viaggio e li invita ad accettare gli aiuti locali, organizzati da Stop tratta:
-supporto scolastico
-formazione professionale
-inserimento lavorativo
-accesso al micro-credito.
