E’ stato proposto l’obbligo di inserire nell’etichetta delle bibite chiamate Energy Drink, la dicitura: “fortemente sconsigliato a bambini e adolescenti che praticano sport”.
La Campania è la prima nella classifica italiana per l’uso (abuso) di Energy Drink.
Questo uso – abuso può costare anche la morte per aritmia.
Grazie ad un semplice questionario, si è saputo che il 60% degli adolescenti tra i 10 e i 18 anni ne fanno uso; mentre un 10% ne è bevitore cronico, in particolare coloro che praticano sport (40%).
Il presidente dell’Associazione Aritmologia, Maurizio Santomauro, ha lanciato la proposta di creare una legge ad hoc per contrastare questo fenomeno tanto pericoloso per la salute.
Attualmente la caffeina presente negli Energy Drink, è spesso indicata solo come AROMA.
Queste bevande non dovrebbero mai, per legge, superare la soglia di 150 ml. di caffeina per litro, ma se non è indicato il quantitativo contenuto in ogni Energy Drink; nessuno potrà mai sapere quanta ne contengono realmente. Purtroppo, in molti Energy Drink la caffeina contenuta è superiore a quanto permesso; in questo caso la legge obbligherebbe alla dicitura “ tenore elevato di caffeina “.
Per capire meglio, un caffè espresso contiene tra i 53 ed i 141 ml. di caffeina.
Non tutti gli atleti sanno che alcune bevande NON andrebbero mai assunte prima e dopo le prestazioni fisiche; anche se le bevande sembrano apparentemente innocue.
Il rischio peggiore è una tachicardia ventricolare che può anche causare morte improvvisa.
La soglia massima di caffeina accettabile per il nostro corpo è di 6mg. per chilo di peso corporeo (se si pesa 65 kg. non si possono assumere più di 400mg. di caffeina al giorno).
Per il peso di un bambino si parla di un massimo di 2,5mg. al giorno di caffeina.
Il rischio è di: tachicardia, tremori, ansia e cefalea.
Il rischio è grave anche pe le donne in gravidanza, che non dovrebbero mai superare i 300mg.
Sulle etichette sarebbe opportuno precisare: “ Vietata l’assunzione bambini e adolescenti affetti da cardiopatie o trattati con interventi correttivi di cardiochirurgie “.
