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COSA RINAME DELL’ANTICA CITTA’ DEL GRANDE KUBLAI KHAN XANDU ?
XANDU il nome odierno è Shangdu
In una vasta prateria con resti vaghi delle sue mura un tempo possenti, rimane il fascino della storia, che è molto più grande delle strutture rimanenti.
Xanadu (428km a nord-ovest di Pechino – oggi amministrata dalla prefettura di Ulaan Chab) è un’antica città, conosciuta anche coi nomi di Shangdu, Shang-tu, To-lun, Doloon Nuur, Dolon Nor, Dolonnur o Pinyin Duolun, situata nell’attuale distretto di Zhenglan, parte della regione autonoma cinese chiamata Mongolia Interna
— L’attuale sito di Xanadu è stato incluso nella World Heritage List dell’UNESCO nel 2012. Oggi è ambita destinazione turistica mondiale.
Xanadu è conosciuta anche coi nomi di Shangdu, Shang-tu, To-lun, Doloon Nuur, Dolon Nor, Dolonnur o Pinyin Duolun,
Xanadu, si estende per oltre 9 mila metri quadri.
Qui, recentemente, sono state trovate tre teste di drago, in terracotta, smaltate nei colori giallo, verde, blu, bianco, nero.
La città fu visitata da Marco Polo e poi distrutta nel 1368-9 dall’esercito Ming guidato da Zhu Yuanzhang.
Il Sito di Xanadu, si trova sulla riva nord del fiume Shandian, a 20 chilometri a nord ovest dal centro di Zhenglan (Xulun Hoh), nell’attuale distretto di Zhenglan, regione autonoma interna della Mongolia; nel nord della Cina.
Xanadu, Shangdu in cinese, fu edificata da Kublai (anche Kubilai) Khan (1215 – 1294) nipote di Gengis Khan; dopo che divenne imperatore della Cina unificata e fu la capitale della Cina per i primi anni della dinastia Yuan (1271-1368).
L’ascesa di Kublai Khan al potere, nel 1260, segnò un cambiamento definitivo nella politica del governo mongolo.
Il giovane Kublai, a differenza di Gengis Khan, era un uomo colto e raffinato e costruì la città di Xanadu; certamente rifacendosi ai fasti che aveva visto nelle città conquistate dai mongoli (e distrutte da Gengis Khan; mentre Kublai cercò più la resa che la distruzione); portando sul posto i migliori architetti, artigiani e artisti anche da luoghi assai remoti.
Nel 1267 Kublai Khan spostò la sede del governo mongolo da Karakorum in Mongolia a Shangdu, vicino all’odierna Dolun nella Mongolia Interna.
Il fastoso palazzo imperiale, voluto da Kubilai Khan fu visitato anche da Marco Polo.
Il palazzo era all’interno della città imperiale.
La città fu abbandonata nel XV secolo; durante il regno di Yongle.
Di Xanadu parla Samuel Taylor Coleridge; letterato inglese dell’800.
Lo scrittore usa il nome di Xanadu in uno dei suoi più famosi poemi, Kublai Khan, e definisce la città come un luogo incantato, esotico e mistico; esattamente come l’aveva voluta il suo fondatore.
Il castello fatto costruire da Kubilai Khan a Xanadu, è stato usato come termine di paragone da Orson Welles nelle scene iniziali del film “Quarto potere”.
Nella versione italiana del film “Quarto potere” (doppiato nel 1965), il nome della città è cambiato in Candalù.
Marco Polo ci racconta:
“E quando hai cavalcato tre giorni dall’ultima città, tra il nord-est e nord, si arriva a una città chiamata Chandu, che è stata costruita dal Khan ormai regnante. C’è in questo luogo un molto fine palazzo di marmo, le cui camere sono tutte dorate e dipinte con figure di uomini e animali e di uccelli, e con molte varietà di alberi e fiori, il tutto eseguito con tanta arte squisita che li ammiri con gioia e stupore.
Attorno a questo palazzo è costruito un muro e all’interno in un Parco ci sono fontane e fiumi e torrenti, e bei prati, con tutti i tipi di animali selvatici (escluse quelle che sono di natura feroci), che l’imperatore ha procurato e messo lì per la fornitura per i suoi girifalchi e falchi. Di questi ci sono più di 200 solo girifalchi, senza contare gli altri falchi.
Il Khan si reca ogni settimana per vedere i suoi uccelli e talvolta egli cavalca attraverso il parco con un leopardo dietro di lui sulla groppa del cavallo…
Inoltre in un punto del parco si trova un bosco affascinante che ha un altro palazzo costruito di canna, di cui devo darvi una descrizione. E ‘dorato dappertutto, e la maggior parte riccamente rifinito dentro.
Le colonne sono dorate e laccate, su ciascuna dei quali vi è un drago tutto dorato, attaccato alla colonna con la coda, mentre la testa supporta l’architrave e gli artigli similmente sono stesi a destra e sinistra per sostenere l’architrave.
Il tetto, come il resto, è formato da canne, coperto con una vernice così forte e eccellente che nessuna quantità di pioggia la decomporrà.
Queste canne sono un buon 3 palme in circonferenza, e da 10 a 15 passi di lunghezza. Esse sono trasversali ad ogni nodo e con essi la casa è coperta; ogni piastrella di canna deve essere inchiodata per evitare che il vento le sollevi.
In breve, l’intero palazzo è costruito di tali canne, che servono anche per una grande varietà di altri scopi utili.
La costruzione del Palazzo è concepita in modo che possa essere smontato e ricostruito con grande rapidità; e tutto può essere ridotto a pezzi e rimosso dovunque l’imperatore possa comandare. Quando è eretto, il palazzo, è difeso dal vento con più di 200 corde di seta.
Il Khan dimora in questo suo parco, a volte dimora nel Palazzo di Marmo e talvolta nel Palazzo Canna per tre mesi l’anno, vale a dire, giugno, luglio e agosto; preferendo questa residenza perché luogo molto fresco.
Quando il giorno 28 [Luna di] agosto arriva, il Khan parte e il Palazzo di Canne è smontato…”
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Marco Polo lasciò Venezia nel 1271, per una missione diplomatica, che lo portò alla corte mongola di Kublai Khan; accompagnato dal padre Niccolò e dallo zio Maffeo.
Il Khan nominò Marco suo emissario speciale, il che permise al giovane di entrare in luoghi mai raggiunti prima dagli europei.
Nel 1275, Marco Polo recuperò il Codice perduto di Altaïr Ibn-La’Ahad, che si trovava nella capitale mongola estiva di Shangdu.
Marco Polo trasportò il Codice a Venezia.
Probabilmente i Polo conclusero il loro viaggio nel 1265; nella residenza estiva del gran khan, Shangdu.
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L’Impero Mongolo è il più grande conosciuto nella storia e copriva la maggior parte di quella che oggi chiamiamo Eurasia.
Nel 1255, Kublai Khan, fu nominato governatore dei fertili territori appartenuti alla Xia occidentale (Mongolia Interna) e la costruzione della città terminò nel 1259.
Kublai Khan salì al trono nel 1260, proprio a Shangdu; chiamata anche Kaiping City.
Durante la successiva dinastia Yuan, la Grande Capitale (Dadu) fu trasferita nella Pechino di oggi.
Da allora in poi, Xanadu divenne capitale secondaria e luogo di villeggiatura estiva imperiale.
L’antica prosperità di Xanadu scomparve a causa delle numerose guerre e rivolte; che portarono alla fine della dinastia Yuan.
Le antiche mura della città-torre sono ancora riconoscibili nelle loro fondamenta.
Oggi, entrando, si vede un’enorme statua di bronzo di Kublai Khan.
Piccoli mezzi elettrici sono disponibili per raggiungere la prima porta; Mingde Gate.
DESCRIZIONE DI Xanadu.
La città di Xanadu era composta da tre recinti quadrati:
il Palazzo Imperiale interno
la città imperiale
la Città Esterna con le mura più esterne.
la città era lunga 2.050 metri; da est a ovest e larga 2.115 metri da sud a nord, con una circonferenza di circa 9 chilometri.
Le mura della città del Palazzo Imperiale e la città imperiale furono costruiti utilizzando mattoni e pietre, mentre le pareti esterne della città furono costruite utilizzando la terra pressata.
Secondo gli archeologi vi vivevano 110.000 persone.
Si contavano 60 uffici governativi e 160 templi ancestrali e santuari.
Le famose strade postali, ideate da Gengis Khan per tenere sotto controllo il suo vastissimo impero, portavano in tutte le direzioni e collegavano il centro con il nord della Cina.
Il giardino imperiale aveva il nome di “Bei Yuan”, ed era un luogo per la caccia degli animali. Qui, uccelli rari, animali, fiori e alberi abbondavano.
Nella parte sud si trovano uffici, templi e negozi.
Le strade erano ordinatamente e simmetricamente costruite.
– Tempio Qianyuan e Tempio di Huayan, erano situati rispettivamente negli angoli nord-ovest e nord-est.
-Al sud della città, il Mingde Gate è ancora lì per essere ammirato dai turisti.
Il Palazzo Imperiale di Xanadu era grande la metà della Città Proibita di Pechino.
— Sono stati ricostruiti tutti i principali palazzi, padiglioni, uffici governativi, e oltre 30 resti di saloni sono stati ritrovati all’interno del complesso del palazzo.
Tra questi, i siti del Crystal Palace, Hongxi Hall, Muqing Hall e Da’an Pavilion.
Il padiglione Da’an, al centro di questo palazzo, fu il più importante edificio della città, e anche simbolo di Xanadu.
Nella parte nord della città è stato trovato il sito di Muqing Hall. I resti rivelano una base enorme e si può immaginare la grandezza di questa volta che era il più grande edificio del Palazzo Imperiale (dove si doveva trovare un gigantesco albero in puro argento).
Questo palazzo vantava tre porte, delle quali la Yutian, a sud, era la più importante. Qualsiasi decreto imperiale doveva essere annunciato in questo ultimo luogo.
Aree Guangxiang
Al di fuori della Città Esterna, esistevano quattro “periferie”, abitate da residenti e commercianti, non autorizzati a vivere in città.
Al nord si trovavano i campi militari; al sud le zone commerciali affollate e piene di negozi, taverne e locande; a ovest i mercatini di pecore e cavalli, e i distretti commerciali; a Oriente vi erano aree di accoglienza per chi aspettava di essere ricevuto in tribunale.
A nord-ovest della città si trova ancora il canale disegnato dallo scienziato Guo Shoujing della dinastia Yuan. Questa è l’unica opera di irrigazione che si è completamente preservata nel nord della Cina.
Xanadu ha giocato un ruolo molto importante nella storia cinese, nella diplomazia internazionale e nel commercio.
Il sito fu assai prospero durante la dinastia Yuan; grazie ai mercanti provenienti da tutta la Cina, l’Asia, il Medio Oriente, e l’Europa. Qui si trovavano merci in metallo, ceramiche, e tutti i prodotti di lusso utilizzati dagli aristocratici.
La vita di corte era adeguata all’alto livello culturale del padrone di casa: Kublai Khan, educato da un coltissimo precettore cinese.
Questo non toglie che anche Kublai, pur disdegnando le maniere volgari dei suoi antenati nomadi, era pur sempre un mongolo conquistatore; pericoloso e inarrestabile davanti a chi si opponeva al suo potere.
