BEAUTY, Edoardo Bernardi, Direttore Generale e AD The Esteé Lauder Companies Italia, al Luxury Summit del Sole 24 Ore: “Esteé Lauder il marchio più forte, ma gli altri marchi crescono in modo straordinario: stiamo diventando multicanale” – “Il mercato pesa il 2% ma sta acquisendo quota: opportunità enormi”
“Il marchio più forte in termini di volume in questo momento è Esteé Lauder, il primo marchio, ma abbiamo un marchio come MAC che sta crescendo in maniera straordinaria.” Così Edoardo Bernardi, Direttore Generale e AD The Esteé Lauder Companies Italia, intervenuto ieri all’ottava edizione del Luxury Summit del Sole 24 Ore, in programma anche oggi 27 maggio. Bernardi racconta degli oltre 30 marchi di Esteé Lauder “Se una volta fino a 4 o 5 anni fa noi eravamo estremamente dipendenti dai marchi core come Esteé Lauder e Clinique, oggi questi sono meno del 50% del nostro volume d’affari e tutti gli altri marchi stanno crescendo in maniera straordinaria. Quindi stiamo diventando sempre più vari e multicanali”. La grande sfida dell’azienda, spiega il DG e AD, “è far crescere in termini di volume e di awareness i marchi minori”, e ricorda che il totale del mercato italiano pesa circa il 2% sul mercato del gruppo mondiale, ma “sta acquisendo quota, anche più del gruppo. Il mercato cosmetico in Italia ha registrato un +2% rispetto all’anno precedente, venendo da 3 anni negativi. Ci sono stati canali che hanno fatto più 20%. Le opportunità di crescita sono enormi,” conclude Bernardi “c’è un consumatore che sta evolvendo molto in termini di aspirazioni. Si tratta di andare a seguire queste aspirazioni.”
BEAUTY 2, Alberto Noè, Presidente Shiseido Cosmetici Italia, al Luxury Summit del Sole 24 Ore: “Vogliamo portare in Italia il rituale di bellezza giapponese che arriva a 22 prodotti per donna”
All’ottava edizione del Luxury Summit del Sole 24 Ore, tenutosi ieri e oggi presso la sede milanese del quotidiano, è intervenuto nella sessione beauty il Presidente di Shiseido Cosmetici Italia Alberto Noè, che spiega il rapporto dell’azienda giapponese con l’Italia: “C’è un legame molto forte con l’Italia. L’Italia è stato il primo Paese in cui si è aperta una filiale al di fuori del Giappone. La filiale italiana ha quasi 50 anni. Cultura giapponese e italiana hanno moltissimi punti in comune. Abbiamo in comune l’amore verso tutto ciò che è bello, l’amore verso la tradizione, il food, l’importanza della famiglia. Queste sono state anche le ragioni per cui abbiamo pensato all’Italia come primo ponte verso l’Europa.” E i modelli di business? Sono gli stessi? “Non possono essere gli stessi: tradizionali profumerie contro i grossi department store. Ma la grande differenza si fa con l’esperienza, perché la memorabilità è il fattore determinante. Ho voluto ricreare la Shiseido asiatica del Giappone in Italia, e un pezzo alla volta ho voluto portare in Italia non solo i prodotti beauty ma anche le esperienze connesse al nostro brand, come la spa a Milano, dove riusciamo a realizzare il massimo dell’omotenashi, ovvero lo spirito d’accoglienza giapponese.”
Sul tema dell’innovazione, tanto caro al mondo skin care, il presidente di Shiseido Cosmetici Italia spiega la vision dell’azienda e la sua: “Non c’è una regola, la ricerca richiede molti anni, anche 20 anni. Ma alla fine il compito di un’azienda leader in un mercato penso sia quello di anticipare il bisogno, di aprire nuove categorie, investire e capire quali piste da sviluppare per allargare il business. Noi abbiamo iniziato a parlare di rituale di bellezza di una donna, perché siamo un’azienda asiatica, veniamo dal Giappone. In Giappone il rituale di bellezza di una donna può arrivare fino a 22 prodotti. In Europa non è così. Il nostro compito come leader è portare in Italia questa cultura dell’importanza degli step nel rituale di bellezza; ci permette di migliorare il risultato e sviluppare il mercato dall’interno,” non solo innovando con nuovi prodotti.
JEWELRY, Sabina Belli, CEO Pomellato, al Luxury Summit del Sole 24 Ore: Una squadra tutta femminile, quella scelta dal CEO – “Abbiamo un altissimo tasso di autoacquisto e scelgono il nostro gioiello perché ha un fascino più accessibile”
Una squadra prevalentemente femminile, quella scelta dalla nuova CEO di Pomellato Sabina Belli, intervenuta ieri all’ottava edizione del Luxury Summit del Sole 24 Ore, in programma anche oggi 27 maggio dal palco della sede milanese del quotidiano.“Tra tutti i candidati le migliori professionalità ed esperienze erano femminili. Sono molto fiera di avere questo team di altissimo livello, con esperienze diverse e vicine al lusso e con questa particolarità, che non vedo però come una differenza.”
Uno degli aspetti più innovativi di Pomellato è quello di proporre il gioiello pensando che il consumatore finale sia una donna, che “se lo compra da sola”. Un’idea di identità femminile molto moderna e coerente con il brand. “Abbiamo un altissimo tasso di autoacquisto – spiega la CEO di Pomellato a Nicoletta Polla Mattiot, responsabile di How to Spend It-Il Sole 24 Ore che ha moderato la sessione Jewelry del pomeriggio all’interno del Luxury Summit – le donne scelgono per loro stesse nei negozi, forse perché il gioiello Pomellato è molto disegnato, ha un suo stile e un suo look che ha la particolarità di esser più uno stilema che un gioiello. È un gioiello molto quotidiano, può essere utilizzato in qualsiasi situazione. La donna che sceglie un nostro gioiello lo sceglie perché ha un fascino più accessibile. La tipologia classica delle donne che scelgono il gioiello Pomellato è quello di una donna indipendente – conclude Sabina Belli – che non aspetta di essere riconosciuta dal compagno, dal marito, dall’amante.”
