Reuters: “Il capo del sindacato degli ambulanti un informatore dei servizi”.
Dubbi e sospetti sul ruolo di Mohamed Abdallah (sindacalista che conosceva Regeni) erano emersi già a marzo.
Pare a causa di un alterco per biglietti aerei o, come disse un’amica di Regeni in una intervista, di una “vendetta” dell’uomo nei confronti di Regeni; affermando che il sindacato è “infiltrato dai servizi”.
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25.4.16
Arrestata questa mattina Basma Mostafa la cronista che intervistò i familiari della banda che, secondo le autorità, avrebbe ucciso Regeni.
Basma Mostafa è stata poi rimessa in libertà insieme a Mohamed El Sawi, entrambi fermati questa mattina vicino piazza Tahrir.
Qualche centinaio di giovani, radunati per manifestare in piazza Missaha (nel quartiere cairota di Dokki), e’ stata dispersa dalla polizia con lanci di lacrimogeni. Gli attivisti denunciano anche l’uso di cartucce caricate con pallini.
Nel centro della capitale, sono decine i fermi compiuti dalla polizia, vicino alla sede del sindacato dei giornalisti.
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ARRESTATE IN EGITTO MOLTE EPRSONE CHE HANNO PARLATO DI REGENI
Un anonimo sostiene che Giulio Regeni era finito nel mirino della National Security. Che è stato fermato, interrogato e torturato, e trasferito alla Military Intelligence; qui ancora torturato sino alla morte.
Inoltre, fa più volte riferimento a delle telefonate tra agenti egiziani e di italiani che vogliono notizie di Regeni.
Regeni era uno straniero che studiava i sindacati; questo è bastato a farlo divenire un soggetto pericoloso per una polizia brutale e con poteri assoluti.
I sindacati sono la forza sempre temuta dal regime egiziano, perché. capaci di mobilitare l’intero Egitto, e non possono essere tacciati di terrorismo.
In Medio Oriente tutto è facilmente riconducibile ad una cospirazione straniera.
Infatti, in questi Paesi la rivoluzione è vista come una cospirazione americana.
Un francese era già stato ucciso, nel 2013, il professore Eric Lang.
La morte di Regeni non è detto che sia stata voluta.
L’obiettivo, probabilmente, era solo strappargli più informazioni possibili, non assassinarlo.
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L’agenzia Roiters riporta la notizia che Regeni sarebbe stato arrestato dalla polizia egiziana il giorno della sua scomparsa.
Lo avrebbero riferito fonti di intelligence e di polizia smentendo la versione ufficiale.
Tre funzionari dei servizi segreti egiziani e tre fonti di polizia, avrebbero confermato la notizia all’agenzia Reuters.
Un funzionario avrebbe detto alla Reuters che Regeni aveva sette costole rotte, segni di elettrocuzione sul pene, traumi su tutto il corpo ed emorragia cerebrale. Sarebbe poi ‘ stato ucciso con un colpo alla testa.
Ovviamente la notizia è stata smentita della polizia egiziana.
Il lavoro di Regeni, come ricercatore di Cambridge, sul cambiamento del mondo del lavoro in Egitto, aveva sollevato molti sospetti alla polizia. Inoltre fu proprio dai sindacati che partì la “primavera araba”.
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10.4.16
Oltre 5 miliardi di euro; tanto vale l’interscambio commerciale fra l’Italia e l’Egitto.
L’Eni fa affari d’oro al Cairo dal 1954.
Le imprese italiane impegnate in Egitto sono oltre un centinaio.
Ad agosto, l’ENI (società italiana), ha scoperto nelle acque egiziane il maxi giacimento di gas Zohr. Il più grande mai rinvenuto nel mar Mediterraneo.
Alla luce delle ultime notizie sulle difficoltà nella ricerca della verità sulla tragica morte del ricercatore italiano Giulio Regeni; massacrato scientificamente con torture professionali, viene un sospetto.
Perché l’Egitto pone tante difficoltà nella ricerca della verità ?
Una risposta logica potrebbe essere che qualcuno ha massacrato il giovane Regeni per mettere in difficoltà il Governo Egiziano.
Non è impossibile che membri estremisti delle forze di sicurezza abbiano volutamente agito, per creare gravissimi problemi ad un Paese, come l’Egitto, che sta affrontando enormi problemi economici; ovvero creare ancora più povertà e disordini per favorire l’ala più estremista amica dell’Isis.
E certamente per l’Isis il disordine e il crollo economico, sono un’ottimo punto di partenza per affermarsi in un Paese che tenta di perseguitare gli estremisti.
L’Egitto è, per ora, un punto fermo contro l’avanzata dell’Isis nel nord Africa.
Non dimentichiamo che il deserto egiziano confina con quella parte della Libia che è occupata dall’Isis e che le città di confine con la Libia hanno una popolazione che non è proprio ben disposta verso l’Occidente e gli occidentali. Lo abbiamo verificato personalmente nella nostra ultima visita di qualche anno fa.
Allora qualcuno vuole isolare l’Egitto dall’Italia, per isolarla dall’Occidente ed impadronirsi del potere ?
Regeni è solo un mezzo, ben giocato da qualcuno ? E l’Italia, con la ricerca della verità su Regeni, è solo un mezzo usato per raggiungere più velocemente il potere ?
Italia ed Egitto sono due paesi con problemi economici e con molti interessi economici in comune … affari sul gas, turismo … ora pare che tutto è messo in crisi dallo scandalo Regeni. A vantaggio di chi ?
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MARZO 2016
L’Egitto ha ucciso quelli che, ufficialmente, ritiene la banda che avrebbe torturato e ucciso Regeni.
Uccisa la banda di rapinatori, ‘legata alla morte Regeni’ .
Della banda, gli egiziani dicono: : “sequestravano” stranieri per derubarli – allo scontro a fuoco hanno partecipato: – forze speciali, formazioni da combattimento ed elementi della sicurezza nazionale”.
La banda è stata sgominata ieri al Cairo con la morte di tutti i cinque suoi componenti.
Siamo sconvolti dalla spiegazione portata dalla polizia egiziana, ma pensiamo anche che forse anche lo stesso Egitto, potrebbe essere la vittima dell’uccisione di Regeni; voluto da chi aveva degli interessi a stravolgere i rapporti economici tra Italia e Egitto.
Rimane il fatto che la spiegazione, i cadaveri che non possono parlare… sia sicuramente una soluzione assai poco credibile.
Va detto che il New York Times, ieri sosteneva la tesi che in Egitto è facile che succedano sparizioni di quelle persone che si oppongono al governo e quindi è facile credere che Regeni possa esserne stato vittima.
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16.3.16
Altra bugia svergognata: non è vero che Regeni, il giorno prima prima di sparire, abbia avuto un violento alterco con un altro straniero.
L’autopsia italiana ha svelato molte più torture di quanto aveva fatto quella egiziana.
Da domani Italia ed Egitto dovrebbero lavorare insieme.
CI SI DOMANDA ANCHE SE CI SIA QUALCUNO INTERESSATO A ROVIINARE I BUONI RAPPORTI, ANCHE ECONOMICI, TRA ITALIA ED EGITTO.
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I MAGISTRATI ITALIANI AL CAIRO PER INDAGARE
Gli investigatori romani invitati nella capitale egiziana.
Quello che è trapelato ultimamente:
-Giulio era cercato dai servizi segreti di AlSisi (noti per la loro abilità nella tortura; con l’elettricità in particolare)
-il servizio segreto egiziano aveva un dossier su Regeni
-due giorni prima della sua scomparsa un agente della National Security Agency chiese informazioni sul ricercatore italiano ad una persona vicina a Regeni; idem anche il giorno successivo la sua scomparsa
-RIASCOLTARE I TESTIMONI SARA’ BASILARE PER RIPARTIRE NELLA RICOSTRUZIONE DI COSA AVVENNE A REGENI, PRIMA DI ESSERE UCCISO E PERCHE’ FU UCCISO (sperando che qualcuno, nel frattempo,non li abbia intimiditi)
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Le notizie più recenti – 4.3.16
Ora si sospetta che l’uccisione di Regeni sia dovuta a qualche conflitto economico, visto che il cadavere è stato fatto trovare nel giorno di un importantissimo accordo economico tra Italia ed Egitto.
Ormai le ipotesi sono tante e diverse e si ha l’impressione che a qualcuno faccia comodo trovare una giustificazione; per non dire una verità che, evidentemente, da fastidio a molti.
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4.3.16
Seviziato per 6-7 giorni.
Da professionisti della tortura.
Consegnata solo parte delle indagini egiziane; manca molto materiale. Si attende il dossier completo.
La Farnesina precisa sulle informazioni, sino ad ora, ricevute dall’Egitto:
”in particolare informazioni relative a interrogatori di testimoni da parte delle autorità egiziane, al traffico telefonico del cellulare di Giulio Regeni e a una parziale sintesi degli elementi emersi dall’autopsia”.
INTANTO:
-da fonte di alto livello della presidenza egiziana si conferma la convinzione del Cairo che dietro la tortura e la morte di Giulio Regeni vi siano i terroristi islamici
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1.3.16
“TORTURATO PIÙ VOLTE IN SETTE GIORNI”; lo sostiene l’agenzia britannica Reuters, la fonte sarebbe sarebbe il medico che ha fatto l’autopsia.. . MA IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA SMENTISCE.
Giulio Regeni sarebbe stato interrogato più volte prima di morire, probabilmente per sette giorni. Lo hanno riferito due fonti della Procura del Cairo all’agenzia Reuters.
Giulio Regeni “sarebbe stato tradito da uno dei responsabili delle sue attivita'” presso il think tank anglo-americano Oxford Analytica. Secondo le fonti ufficiali egiziane qualcuno “avrebbe deciso di sbarazzarsi di lui dopo aver approfittato delle informazioni” fornite dal giovane ricercatore: lo sostiene il quotidiano filogovernativo egiziano Al Akhbar.
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UCCISO DA PROFESSSIONISTI DELLA TORTURA:
questo si è saputo dopo l’autopsia.
Aveva fatto ben 20 telefonate prima di uscire e andare incontro ai suoi assassini; forse questa può essere una pista.
La famiglia è addolorata per i differenti tentativi, da parte del Governo Egiziano, di spostare i sospetti dall’iniziale incidente stradale alle ipotetiche vendette personali ecc…
E’ stato dimostrato che Regeni non aveva mai assunto droghe, non aveva relazioni personali con servizi segreti e aveva una normalissima vita; telefonate alla fidanzata comprese.
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24.2.16
Ora l’Egitto vuole far passare la tesi di una vendetta personale, tra i conoscenti locali di Regeni.
Impossibile credere a questa versione, dopo quanto accaduto e le precedenti contraddizioni ufficiali.
Inoltre è stato appurato che i segni sul corpo di Regeni, corrispondono al genere di tortura usato dalla polizia segreta egiziana.
Gli investigatori italiani sul posto, non sono giunti a nulla; l’Egitto non avrebbe consegnato, ad oggi, loro alcuna prova.
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14.2.16
Il quotidiano egiziano Alyoum7, il medesimo che all’inizio aveva parlato di incidente stradale, sostiene che Regeni sia stato ucciso dai servizi egiziani in borghese, affiliati ai Fratelli Mussulmani, che avrebbero voluto così mettere in imbarazzo il governo egiziano nei confronti dell’Italia; un importante patner economico importante per la ripresa del Paese.
IL PROCURATORE DI GIZA, HA SMENTIO QUANTO SOPRA.
Siamo di fronte ad una verità che qualcuno NON vuole dire.
La famiglia ha ritenuto utile precisare che il figlio Giulio non ha mai lavorato per i servizi segreti.
Giulio Regeni, ricercatore della Cambridge University a Oxford, stava facendo degli studi sulle attività sindacali in Egitto. Un articolo di Giulio Regeni, era stato pubblicato il 14 gennaio 2016 dall’agenzia di stampa Nena e, due giorni dopo la sua morte, un’altro articolo è stato pubblicato dal quotidiano il manifesto.
E’ appurato che l’università di Cambridge chiese a Giulio Regeni di ottenere maggiori notizie all’interno del sindacato; un settore dove è molto forte l’opposizione al regime del presidente Egiziano.
Da parte di autorevoli fonti giornalistiche americane, vi potrebbero essere delle supposte relazioni tra una società con la quale Regeni aveva collaborato e società che raccolgono dati fuori dall’ambito universitario; probabilmente senza che lui ne sia stato informato.
Pertanto qualcuno suppone che alcune informazioni date da Regeni non siano rimaste in ambito universitario. Si cerca sul suo pc personale.
La morte dello studente Giulio Regeni, confermata anche dalla seconda autopsia in Italia, è stata causata dalla frattura di una vertebra in seguito a un colpo violento.
La polizia egiziana probabilmente voleva conoscere i nomi di alcuni contatti di Giulio Regeni.
Un ultimo messaggio alla fidanzata diceva ” Sto andando dal dott. Hassanein”; un anziano intellettuale esperto di questioni sindacali.
Regeni negli ultimi mesi temeva per la sua incolumità; aveva anche scritto di essere stato fotografato durante una riunione sindacale.
Il responsabile ufficiale delle indagini egiziano è un personaggio già condannato per avere usato la tortura su un prigioniero e averne causato la morte.
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“Tre funzionari della sicurezza egiziana coinvolti nelle indagini affermano che Regeni è stato preso” da alcuni agenti il 25 gennaio. Lo sostiene il New York Times.
Chi ha fermato Regeni “ha pensato fosse una spia”.
Regeni era sospettato per contatti trovati sul suo telefono di persone vicine ai Fratelli Musulmani e al movimento 6 Aprile, considerati nemici dello Stato.
Sempre secondo il New York Times, pare che siano diversi i testimoni in grado di affermare che: “…intorno alle 7 di sera due agenti in borghese davano la caccia ad alcuni giovani nelle strade”.
Inoltre: due agenti “hanno fermato l’italiano… uno gli ha perquisito lo zaino, mentre l’altro gli ha controllato il passaporto. Quindi lo hanno portato via”.
Il New York Times scrive anche che Regeni stava conducendo ricerche sui sindacati indipendenti in Egitto.
Sono almeno 66 le persone considerate ‘desaparecidos’ dagli attivisti egiziani nel mese di gennaio di quest’anno; lo afferma la Commissione egiziana per i diritti umani.
