A Jakarta il terrore arriva a piedi: un terrorista appare con zainetto e jeans a piedi con pistola in mano; una nuova generazione che le durissime misure restrittive del governo indonesiano non sono riuscite a contenere.
L’Indonesia è il Paese con maggioranza mussulmana più popoloso del mondo.
L’attentato di Jakarta evidenzia una potenziale espansione per lo stato islamico verso oriente e che gli elementi radicali locali stanno diventando più potenti.
Molti giovani malesi sono colpevoli di attacchi in Siria; se ne scrive nei giornali locali da oltre un anno.
Un attacco con meno morti che a Parigi, ma molto significativo per l’evoluzione nelle idee e nei comportamenti delle nuove generazioni in Indonesia.
Anche l’Indonesia teme i rientri degli jiadisti locali andati a combattere in Siria.
LA FABBRICA DI VELENO CONFESSIONALE SAUDITA SI ESTENDE OLTRE IL MEDIO ORIENTE.
I sauditi che avevano fatto nascere, in casa loro, una generazione di estremisti islamici, ora si trova in difficoltà economica e con l’estremismo che, pare, stia danneggiando anche loro stessi.
Scarseggiano le riserve saudite, a causa del basso prezzo del petrolio da loro voluto per danneggiare le produzioni degli USA, e questo è un segno della loro debolezza; cosa faranno per risolvere il problema ?
La diminuzione del petrolio è MOLTO PIU’ GRAVE A LIVELLO MONDIALE DI QUANTO APPARE.
ATTORNO ALL’INDUSTRIA DEL PETROLIO GIRANO MOLTISSIMI ALTRI AFFARI E POSTI DI LAVORO INDOTTI. Per esempio tutte le industrie che lavorano per produrre i pezzi che servono per la trivellazione, i progettisti, gli impiegati. I tecnici, che servono per far funzionare “la macchina” che produce petrolio, si spostano continuamente nel mondo; occupando molti posti sulle linee aeree e negli alberghi; che ora rischiano anche loro di soffrire per le conseguenze della crisi del petrolio.
————-
Ieri 14.1.16
Il terrorismo è tornato a colpire la capitale dell’Indonesia, Jakarta, dopo gli attentati contro gli hotel Marriott e Ritz nel 2009.
Oggi, 14 gennaio 2016, Jakarta, capitale dell’Indonesia, è stata ancora colpita da una serie di attentati.
L’agenzia stampa Aamaaq, legata allo Stato Islamico, ha fatto sapere che combattenti dell’Isis hanno eseguito gli attacchi.
Non possiamo dimenticare il grave, ma non unico attentato a Bali (sempre stato indonesiano), contro la discoteca frequentata da australiani.
La grande concentrazione mussulmana e di popolazione in generale, problemi sociali ed economici come la mancanza di lavoro, specialmente nell’isola di Giava, ma non solo, tanto vicina alla ricca Bali, sono terreno favorevole per il terrorismo.
Le autorità locali puniscono severamente ogni tentativo di estremismo pericoloso, ma il quantitativo di estremisti, nella zona, è più alto di quanto si possa immaginare.
I giornali locali hanno riportato numerosi articoli sul grande numero di cittadini partito per unirsi all’Isis.
TORNANDO ALL’ATTENTATO DEL 14 GENNAIO 2016:
Il commando sarebbe stato composto da 14 uomini armati di granate,
Ci sono state esplosioni e scontri a fuoco tra un gruppo di attentatori e la polizia.
Le esplosioni, sei, sono avvenute in rapida successione verso le 10.30 (ora locale) vicino a Thamrin street, in un quartiere commerciale e finanziario vicino alle ambasciate straniere e alla sede delle Nazioni Unite e alla sede della presidenza.
Tre esplosioni vicino a un locale della Starbucks; chiaro obbiettivo internazionale.
Sette morti e 19 feriti; cinque attentatori e due civili.
Tre attentatori sono stati uccisi dalla polizia durante una sparatoria, altri due si sono fatti esplodere a bordo di due motociclette.
Quattro sospetti attentatori sono stati arrestati, altri sarebbero in fuga.
Un cittadino olandese, pare sia stato gravemente ferito.
L’attacco sarebbe stato compiuto da un gruppo legato allo Stato islamico. “Hanno imitato gli attentati di Parigi” hanno detto alcuni della polizia.
L’allerta era alta da diversi giorni.
A dicembre nove presunti militanti dello Stato islamico erano stati arrestati per aver pianificato un attentato nella capitale.
