Il prezzo del petrolio, ancora in ribasso almeno a breve, è un sintomo di una grave situazione economica generale che si rovescerà a livello mondiale.
SE IL BARILE DEL PETROLIO SCENDE VUOL DIRE CHE L’ECONOMIA MONDIALE NON GODE DI BUONA SALUTE
ANCHE PUTIN DICE CHE CON IL PETROLIO BASSO L’ECONOMIA RUSSA RISCHIA FORTE.
L’ITALIA VENDERA’, NEL 2016, MENO PRODOTTI DI LUSSO, PER I MANCATI GUADAGNI SUL PETROLIO DEI TRADIZIONALI ACQUIRENTI DEL LUSSO INTERNAZIONALE.
L’estrazione del petrolio per fratturazione idraulica o fracking non è più conveniente e gli investimenti negli Stati Uniti hanno iniziato a crollare.
Negli USA la prossima estate la produzione potrebbe diminuire di 500mila barili al giorno; esattamente quello che vogliono i grandi Paesi produttori, prima fra tutti l’ Arabia Saudita.
Da 15 settimane il numero di piattaforme di trivellazione negli Usa è in caduta libera.
Secondo le stime del ministero dell’Energia Usa, le attuali riserve di gas sono equivalenti al consumo interno di 8 anni e quelle di petrolio al consumo di tre anni. L’Opec, e l’Arabia saudita, in primis, ha puntato tutto sul crollo del petrolio prodotto negli USA.
I costi di produzione del barile di petrolio negli Usa in dieci anni sono triplicati nonostante il progresso tecnologico.
Per molti Paesi l’oro nero è l’unica risorsa; alcuni potrebbero crollare economicamente a causa del petrolio in caduta libera come il Venezuela, ma ne risentono anche la Russia e gli stessi USA.
Proprio il prezzo basso fu voluto, inizialmente, dall’Arabia Saudita per far crollare il mercato del petrolio proveniente dal “FRACKING”; ovvero il petrolio che avrebbe dovuto rendere gli USA indipendenti per produzione di petrolio.
Ma i prezzi tanto bassi mettono a rischio molte piccole e grandi industrie petrolifere e diviene causa di danno agli stessi Emirati che lo hanno voluto.
Uno scenario complesso, di difficile soluzione, ma di possibili gravi conseguenze sulla recessione economica mondiale.
