RICEVIAMO DA FLASH ART E PUBBLICHIAMO:
6 Novembre 2015
Le fiere d’arte: bilanci e prospettive
Un appello agli organizzatori delle Fiere d’arte in Italia
Ora che a Torino si è chiusa Artissima, forse sarebbe il caso di fare qualche considerazione tra addetti ai lavori e di porci qualche interrogativo.
Anche Torino, come precedentemente Arte Fiera a Bologna, Miart a Milano, ArtVerona, conferma una buona ripresa del mercato dell’arte in Italia.
Niente di miracoloso, se ci si confronta con Basilea, Londra, Parigi, New York, Hong Kong, Miami…..
Però una ripresa sorprendente (o miracolosa?), se si considerano le difficoltà burocratiche, legislative e le vessazioni fiscali che opprimono il mercato dell’arte in Italia.
Tutti i nostri governi hanno fatto del loro meglio per intralciare o soffocare il mercato dell’arte (e direi tutti i mercati).
Ad iniziare dalla stupida legge del Diritto di seguito, per cui mediamente il 4% grava sul venditore e dunque anche sull’acquirente (oltre all’IVA del 22%) e va a beneficiare gli artisti milionari del mercato secondario, senza alcun beneficio reale per gli artisti che magari ne avrebbero bisogno.
A parte ciò, il mercato italiano mostra segni di ripresa, indice della inesauribile fantasia e irrefrenabile voglia di collezionare dell’italiano che ama l’arte contemporanea.
Le fiere d’arte, le vere nemiche delle gallerie?
Eppure le maggiori fiere d’arte italiane (in particolare Artissima, Miart, Arte Fiera; ArtVerona sembra la più disponibile nei confronti delle giovani gallerie) si dimostrano insensibili alle necessità delle giovani gallerie (o gallerie propositive) con prezzi di partecipazione, per lo più fuori dalle possibilità di queste gallerie.
Conosco decine di gallerie, tra le più interessanti in Italia, che si stressano e si esauriscono economicamente per partecipare alle nostre fiere, alle quali però non possono rinunciare per non scomparire dal mercato.
E forti di questo potere contrattuale, le modestissime fiere italiane, se comparate alle grandi internazionali con giro di affari miliardari, infliggono punizioni alle povere gallerie italiane.
Ditemi voi come può una galleria, che propone opere da duemila ai cinquemila euro (e sono la maggior parte delle gallerie propositive) rientrare nelle spese quando incontra costi che arrivano ai ventimila euro e talvolta di più?
Eppure, loro malgrado, molte di esse si ritengono soddisfatte se il totale delle loro vendite eguaglia il totale delle spese.
Senza considerare il costo delle opere, né il lavoro svolto.
Bilancio fallimentare per molte gallerie, dunque.
Occorrono diversi parametri e prezzi tra gallerie commerciali e gallerie propositive, tra le gallerie del mercato secondario e quelle del mercato primario.
Ma perché queste fiere, nelle persone dei rispettivi direttori artistici, Vincenzo De Bellis, Sarah Cosulich Canarutto, Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni non chiedono (per ottenere) dai rispettivi Enti, di creare una sezione veramente low cost per le gallerie propositive: ad esempio uno stand di 16 mq al prezzo massimo di 3.000 euro, lasciando alle gallerie più forti o più commerciali (con opere di Burri, Fontana, Castellani, Bonalumi, ecc.) spazi più grandi e più costosi?
Magari eliminando una serie di costi accessori e forse non indispensabili, per manifestazioni collaterali, talk show, eventi paralleli, realizzati sulla pelle dei galleristi. Solo in Italia si invitano, ospitandoli, una schiera di collezionisti, che poi spesso collezionisti non sono.
Perché non seguire l’esempio di Basilea che riserva ai collezionisti visite speciali ai musei e a collezioni private?
Magari mettendo loro a disposizione auto di sponsor per visite alla città.
Vorrei ricordare che alla fiera Flash Art Event, di qualche anno fa, una manifestazione irripetibile per qualità, innovazione e freschezza, gli stand di 16 mq, venivano venduti a 1.500 euro.
Noi crediamo pertanto che Arte Fiera, Miart e Artissima, potrebbero creare una sezione sperimentale o semplicemente più propositiva, veramente low cost, per permettere alle giovani gallerie di partecipare e respirare, senza indebitarsi. In tal modo decine di spazi espositivi, anche alternativi, di qualità, potrebbero partecipare e rendere molto più vivace e interessante la fiera stessa.
Rendere accessibili le fiere d’arte alle gallerie propositive.
Ma si arriverà veramente un giorno a rendere più accessibile a gallerie economicamente meno forti, ma talvolta molto valide, l’ingresso a queste fiere italiane, indubbiamente troppo costose per la maggior parte delle nostre gallerie, spesso costrette a indebitarsi o a condividere (brutta abitudine) le spese di partecipazione con gli artisti?
Mi piacerebbe molto vedere scendere dal loro piedistallo queste fiere per avvicinarsi maggiormente al lavoro delle gallerie e dunque degli artisti.
Vincenzo De Bellis, Sarah Cosulich Canarutto, Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni, volete andare incontro alla gallerie giovani e propositive anche per migliorare e rinfrescare le vostre manifestazioni?
Io spero molto in voi.
Grazie e buon lavoro.
Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it
Da : Flash Art Italia
Via Carlo Farini 68, 20159 Milano, IT
flashartonline.it
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GRAZIE A GIANCARLO POLITI PER QUESTE NOTE, TANTO BEN ARGOMENTATE.
E SPERIAMO CHE COLORO CHE “CONTANO” SI RENDANO CONTO E, SOPRATTUTTO, RIFLETTANO.
Siamo certi che non hanno interessi personali per danneggiare l’arte in Italia e favorire quella all’estero !
