Una caverna di gigantesche dimensioni, è stata scoperta in Messico sotto la Piramide di Kukulcan (a Chichén Itzá); uno dei maggiori monumenti precolombiani del paese.
Si tratta di un pozzo sacro, di un diametro di 35 metri e una profondità di 20, che Maya avevano disegnato e scavato.
L’antropologa Denisse Argote, ha spiegato :
“Questo tipo di terreno carsico è circondato e attraversato da fiumi sotterranei. Bisogna legare il concetto della cavità materna con l’origine del mondo e l’acqua come fonte di vita. Elementi fondamentali nel mondo dei Maya”.
Il prossimo ottobre inizieranno i lavori per la ricostruzione dell’interno della piramide.
El Castillo, detto anche il tempio di Kukulcan, è uno dei principali monumenti storici dei Maya; sito archeologico grandissimo, comprende molti edifici e uno dei più grandi e meglio conservati campi del “gioco della pelota”.
La piramide, chiamata “El Catillo”, è un gigantesco calendario: 4 scale, con 90 gradini ciascuna, rappresentano 360 giorni; gli ultimi 4 gradini e la piattaforma superiore della piramide, i 5 giorni nefasti.
Nel giorno dell’equinozio di primavera il serpente piumato(Kukulkan) sembra “scendere” dalla piramide ( con lo scopo di fertilizzare la terra). La disposizione della piramide è tale che l’ombra del sole sui gradini crei l’immagine di un serpente che dall’alto della piramide scenda verso la terra.
Se si battono le mani, sempre in vicinanza del “Castllo”, a causa di una speciale acustica, si sente il suono del quetzal, famoso uccello a loro sacro Maya.
Il campo del gioco della palla (pelota), rappresentava la Terra, mentre la palla simboleggiava il Sole.
Secondo alcuni archeologi, dopo ogni partita, sarebbe stato sacrificato il capitano della squadra vincente poiché era il più forte ; secondo era sacrificato il giocatore che lasciava cadere la palla; perché avrebbe impedito al Sole di rinascere.
La palla, in caucciù , pesava diversi chili e per vincere si doveva farle toccare uno degli anelli per avere punteggio; invece, se si riusciva ad attraversare l’anello (impresa difficilissima), la partita era immediatamente vinta.
Nel medesimo sito archeologico : “El Caracol” era l’osservatorio astronomico.
I Maya erano riusciti a calcolare il momento dei solstizi per mezzo delle ombre proiettate dal sole all’interno della struttura.
A lato di El Caracol si trovano delle ampie coppe di pietra che venivano riempite d’acqua, le stelle che vi si riflettevano nella notte aiutavano gli astronomi Maya a determinare il loro complesso ed estremamente preciso calendario.
