Lo storico scozzese William Dalrymple, ricostruisce nel libro “Il ritorno di un re”, Adelphi editore, una vicenda incredibilmente attuale.
Si parla della battaglia combattuta tra il 1839 e il 1842, ma incredibilmente parallela alla storia attuale.
In quell’epoca, un’armata inglese di 20.000 militari invase l’Afghanistan per dare il trono ad un re-fantoccio tale Shah Shuja al-Mulk (1786-1842), che fu l’ultimo rappresentante della dinastia Sadozai; ucciso dal suo stesso figlioccio.
Il testo evidenzia l’importanza, allora come oggi, della posizione strategica dell’Afghanistan per il controllo dell’Asia centrale e, allora, luogo di scontro tra le potenze europee.
Questo libro può essere considerato come premessa del successivo testo di Peter Hopkirk “il Grande Gioco” (Adelfi; pubblicato da 5 anni).
Tornando a “Il ritorno di un re”. l’Afghanistan era martoriato da rivalità dinastiche, tribali, etniche e linguistiche; con un re fantoccio che proteggeva gli interessi britannici ( Compagnia Britannica delle Indie Orientali) e teneva lontano le mire espansionistiche russe.
Shah Shuja al-Mulk era un’intellettuale interessato più alla poesia che alla guerra.
Ma, suo malgrado, ereditò il grande impero di suo nonno Ahmad Shah Adbadi (morto nel 1772), che comprendeva:
Afghanistan
Belicistan Punjab
Sindh
Kashmir.
Il suo rivale era Dost Mohammad, che apparteneva all’opposta dinastia Barakzai, molto più capace negli affari di potere e comando.
Dost Mohammad dopo che fu cacciato dagli inglesi, si ritirò sulle montagne impervie e tornò solo quando il suo rivale fu assassinato.
Dost Mohammad, come re spodestato, costrinse comunque l’armata inglese ad una disperata e vergognosa ritirata, attraverso gli impervi passi dell’ Hindu Kush; quasi tutti gli inglesi vi morirono.
L’autore del libro “Il ritorno di un re”, William Dalrymple, come storico si domanda come la storia non abbia insegnato NULLA ai russi nel 1979 e agli americani nel 2001.
Nell’arco di un solo secolo e mezzo SONO STATI RIPETUTI I MEDESIMI DISASTROSI ERRORI SENZA CHE NESSUNO, DI QUELLI CHE PRESERO LE TRAGICHE DECISIONI, SE NE SIA ACCORTO !!!
Forse sarebbe meglio mettere a capo di stato e degli eserciti uno storico ?
Colpevoli l’ignoranza e la presunzione; chi decide le guerre, a volte, non ha nemmeno idea di consultare uno studioso, sugli argomenti che avrebbe dovuto studiare a scuola e all’università, questo atto di modestia potrebbe aiutarlo a capire meglio quali decisioni prendere….!!!!
