LA TURCHIA TRASFORMA LA SUA FAMOSA TELENOVELA ; NO AGLI HAREM
E ALLE DONNE SENZA VELI.
-Ma la realtà è molto più complessa e variegata di come appare; parola della più nota presentatrice televisiva.
Anche la telenovela deve essere “ISLAMICAMENTE CORRETTA”.
Si chiama “Osmanli’da Derin Devlet” (Lo Stato profondo dell’Impero Ottomano) ed è la più famosa soap opera della Turchia.
Per adeguarsi alla stretta conservatrice del neo presidente la soap opera ha dovuto sottostare ad una importante trasformazione.
Non più scene di passione e donne senza veli; proibite le generose scollature che le donne dell’Impero Ottomano esibivano generosamente.
Questo è un chiaro segno dei tempi che cambiano anche nella ricca Turchia moderna.
Negli ultimi tre anni sono scomparsi i prodotti editoriali non allineati con le nuove disposizioni.
La nuova classe emergente è conservatrice e sta soppiantando velocemente la vecchia borghesia ultra-laica.
Huzur Sokagi era un libro messo all’indice perché giudicato troppo religioso e oggi ritornato in auge.
Intanto la rivista Ala magazione, la più diffusa, si è perfettamente allineata riportando solo donne con velo e argomenti adeguati al nuovo corso religioso-conservatore.
– A riprova che le donne non accettano passivamente questi cambiamenti, ma vogliono esserne protagoniste attive e cercare di non negare il progresso, nelle televisioni arabe si sta imponendo Muna, presentatrice televisiva. Il suo talk show è seguitissimo dall’Egitto al Pakistan, dal Libao all’Arabia Saudita.
Il programma non parla espressamente di politica, ma ha sempre un legame stretto con l’attualità.
Il nuovo califfato tra Siria e Iran, non rassicurano una mussulmana moderata come Muna.
“Gli integralismi religiosi mettono soprattutto in pericolo le donne, il loro corpo e i loro diritti”.
Il padre di Muna, nel 1994, scrisse un libro nel quale precisava che le punizioni corporali su donne e bambine non sono affatto in ,in linea con il Corano e non sono previste.
Muna è una nuova Sheherazade, regina di un talk show da mille e una notte.
In questo programma si parla anche di sesso, famiglia, divorzio, carriera e violenza domestica.
Argomenti da molti considerati tabù.
Muna confessa di portare sempre il velo ogni volta che deve affrontare un argomento spinoso, in modo da non urtare la suscettibilità degli ascoltatori più religiosi e assicura di non lasciare intravedere nemmeno un capello.
“In Occidente avete una visione riduttiva, stereotipata delle donne arabe, che vi impedisce di comprendere la complessità della nostra realtà e i cambiamenti in corso, che pure esistono”.
Così parla Muna riconoscendo che ci sono ancora donne istruite che accettano l’infibulazione, come una normale pratica culturale.
Muna è frequentemente all’estero per partecipare a conferenze internazionali e con il suo stile tranquillo, ma sinceramente convinto, cerca di creare ponti di comprensione e dare del mondo arabo una immagine non banale e superficiale.
“Un sistema di oppressione, nasconde vantaggi e benefici; molte donne dietro il velo si sentono più sicure e più forti”.
“Molte donne, in Arabia Saudita, preferiscono avere l’autista che porta a scuola i bambini e rinunciano volentieri alla patente. Per lo stesso motivo apprezzano che sia il marito a sobbarcarsi l’impegno degli acquisti”.
E’ per questo che Muna si batte; perché le donne si rendano consapevoli e siano loro a scegliere il loro futuro.
Perché non sperare?
