IL PROFITTO SI CENTUPLICA SE IL LAVORATORE E’ SCHIAVO.
— Grande, terribile verità: il XXI secolo registra il riapparire della schiavitù in larga scala.
Anche nella democratica Italia, abbiamo ricevuto una delegazione da Oslo preoccupata per la diffusione del caporalato nella raccolta dei pomodori nel sud del nostro Paese.
Il fenomeno è ancora più grave nel resto del mondo: dal Bangladesh, al Sud-Est asiatico, ai minatori del Sud Africa, ma non solo.
Nel nostro mondo che si definisce democratico e difende, ormai solo a parole, l’eguaglianza di tutti gli uomini, il Dio Profitto è più sacro del Santo Gral !
Il venir meno dei collegamenti tra i dipendenti delle multinazionali che operano in varie parti del mondo e leggi piegate al guadagno, spinte da potenti lobby, incrementano sempre più uno sfruttamento del lavoratore che confina con la schiavitù.
Quest’ultima studiata a scuola come vergognoso ricordo del passato.
Lo sfruttamento degli schiavi, secondo qualche studioso, fu molto più vasto nell’antica Roma che nella Grecia classica.
Al contrario, secondo il libro “Sofisti a banchetto di Atene”, nella Grecia del V e IV secolo a. C. vi erano importanti realtà schiaviste.
Eugene D.Genovese scrisse: “Il capitalismo ha assorbito e anzi addirittura incoraggiato, molti tipi di sistemi sociali precapitalistici: servitù della gleba, schiavitù ecc…“.
Le parole qui sopra risalgono agli anni Sessanta, e ben rappresentano la perfetta integrazione capitalistica dell’Arabia Saudita, Qatar ecc… dove le maestranze afgane, cingalesi ecc… sono trattate secondo le regole della schiavitù.
A questo proposito non possiamo dimenticare che furono gli arabi i procacciatori di schiavi africani per i portoghesi e altri europei.
Fù così che un popolo, che aveva a disposizione solo il deserto, l’uso del petrolio allora era sconosciuto, si è potuto arricchire; almeno per quanto riguarda chi aveva il potere.
“Dal 2003 il traffico degli esseri umani ha continuato ad evolversi sino a diventare una vera minaccia transnazionale, che implica gravi violazioni dei diritti umani.
Sono stati sviluppati nuovi sofisticati metodi di reclutamento, sottile coercizione e abuso della vulnerabilità delle vittime, nonché di gruppi emarginati e discriminati”. Così sostiene l’Osce.
Noi aggiungiamo che si dovrebbe scrivere di più sull’argomento in generale, senza tralasciare di parlare del traffico degli organi; vergognosa piaga moderna !!! Molto più diffusa di quanto si riesca, o si voglia, dimostrare.
E’ comunque prassi comune, nei Paesi più poveri come l’India, vendere un rene per pagare i debiti o far studiare un figlio.
Il problema è anche che questi organi sono pure pagati pochissimo, rispetto alle possibilità economiche di chi ne usufruirà.
Per comprendere meglio le origini della schiavitù e quanto essa ci stia vicina, suggeriamo il libro: “Il commercio atlantico degli schiavi” di Herbert S. Klein, 20 euro.
