L’articolo qui riportato è stato scritto nel febbraio 2014; oggi abbiamo solo aggiunto alcuni aggiornamenti, ma i testi sono quasi completamente originali del 2014.

UNA PREMESSA

FINANZIAMENTI AI TERRORISTI L’OCCIDENTE DA SEMPRE SAPEVA

INTERNET: da sempre offre la possibilità di segretezza riguardo la pornografia e pedofilia (maggior guadagni per i proprietari di internet); dicevamo passaggi di conversazioni e passaggi di denaro, ecc.. ma, volendo, si sarebbe potuto monitorare.. NON lo si è fatto MAI… QUI SI SAREBBE DOVUTO REGOLAMENTARE E INDAGARE PER COMPRENDERE E PREVENIRE LA DIFFUSIONE DEL TERRORISMO. QUI SI CONCENTRA ANCHE LA VERA RICCHEZZA CHE INTERNET PROCURA AI SUOI PROPRIETARI (un segreto del quale nessuno parla)

40 PAESI DEL G20 COLLABORANO CON FINANZIAMENTI ALL’ISIS.

Nessuno si dice esperto e capace di conoscere le fonti e i movimenti dei capitali verso il fondamentalismo: UNA GRAVE MANCANZA E RESPONSABILITA’ DEI NOSTRI POLITICI E DEI SERVIZI SEGRETI/SPECIALI SETTORI DI INFORMATICA CHE AVREBBERO DOVUTO INDAGARE DA MOLTO TEMPO; APPENA SI E’ AVUTO SENTORE DI QUESTI MOVIMENTI.

L’IMMOBILISMO DAVATI A MOVIMENTI DI CAPITALI CHE HANNO FINANZIATO E FINANZIANO IL TERRORISMO E’ LA PROVA DELL’INCAPACITA‘ O DELLA NON VOLONTA’ DI DISTRUGGERE IL TERRORISMO ALLE SUE ORIGINI … QUESTO DA PARTE DI TUTTO L’OCCIDENTE.

Segreto di pulcinella degli ultimi decenni: i Paesi del Golfo hanno finanziato e finanziano il terrorismo.

DATO IMPORTANTE LE DONAZIONI: nessuno ha mai raccolto dati a questo riguardo.

SI HA PAURA DI DISTURBARE BUSINESSMAN CHE INVESTONO MOLTO ANCHE NELLE NOSTRE ECONOMIE.

ANCHE UN PRINCIPE ARABO (ARABIA SAUDITA) HA AMMESSO UFFICIALMENTE CHE ALCUNI PERSONAGGI SONO COINVOLTI NEI FINANZIAMENTI INTERNAZIONALI DEL TERRORISMO.

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I DATI RELATIVI ALLA CRESCITA DELL’ISIS

STRANIERI CHE COMBATTONO PER L’ISIS:
– 3.000 DALLA TUNISIA
– 2.500 DALL’ARABIA SAUDITA
– 1.500 DAL MAROCCO
– 800 DALLA RUSSIA
– 700 DALLA FRANCIA
PERCENTUALI DEI COMBATTENTI RISPETTO ALLA POPOLAZIONE MUSSULMANA DEL PAESE EUROPEO DI PROVENIENZA:
-.095 % FINLANDIA (anche se la Finlandia sostiene che nel numero sono compresi anche i volontari che partono solo per gli aiuti umanitari)
-.055 % BELGIO
-.044 % DANIMARCA
-.07 % IRLANDA

Dopo la guerra in Iraq i soldati e gli esperti militari e le armi che erano dipendenti dal potere di Saddam Husseim, quando Saddam cadde, si organizzarono tra loro dando vita a quella pericolosa forza che, dopo vari passaggi, anche di nominativi, oggi chiamiamo Isis.

L’ascesa dello Stato islamico è avvenuta in Iraq e Siria (ISIS), il gruppo militante islamico ha preso possesso del territorio che si estende dal nord della Siria al centro dell’Iraq e ha riempito di paura tutto il mondo.

Il gruppo ha origine nel 2004 e nasce come “al Qaeda” in Iraq; poi ribattezzatosi ISIS due anni dopo. All’origine aveva alleati come Osama bin Laden e al Qaeda: due  gruppi militanti radicali anti-occidentali con il fine di creare uno stato islamico indipendente nella regione.

L’ ISIS – a differenza di al Qaeda, che disconobbe il gruppo Isis nei primi mesi del 2014 – ha dimostrato di essere più primitiva e brutale, e più efficace, nel controllo del territorio conquistato.

(nota scritta il febbraio 2014): l’ ISIS sta creando vere strutture governative per i territori conquistati.

Governatori, organismi finanziari e legislativi, gerarchia burocratica sono copiati da alcuni dei paesi occidentali i cui valori sono rifiutati dall’Isis; che rifiuta la democrazia e introduce un consiglio che decide le decapitazioni.

Più di 11.000 persone sono arrivate dall’estero per combattere in Siria e Iraq, ed alcuni sono andati di nuovo tornati nei paesi occidentali da dove erano partiti; con un’esperienza di terrorismo che dovrebbe essere presa in seria considerazione dei governanti.

Ovviamente, sono i paesi con grandi numeri di popolazioni musulmane che inviano il maggior numero di combattenti.

Ma anche alcune nazioni con piccole popolazioni musulmane hanno inviato un grande numero di jihadisti; tra questi: Finlandia, Irlanda e Australia, che hanno il maggior numero di combattenti stranieri pro capite.

LA MARCIA DELLA JIHAD VERSO IL CALIFFATO.

L’Isis, ha annunciato

–uno Stato mussulmano tra Iraq e Siria come rinascita di quell’istituzione religiosa e politica dell’antico Califfato.

In realtà

–l’antico califfato fu fonte di lunga pace e fertile terreno per lo sviluppo delle scienze e delle arti; il califfato mussulmano di Bagdad, nell’età classica, accettò un mosaico di fedi, con una prevalenza di periodi di pace. Anche se non mancarono, in alcuni periodi, conversioni forzate, persecuzioni e obblighi vessatori.

Difficile, se non impossibile da realizzarsi con questi personaggi odierni, che non si distinguono certo per la raffinata cultura, ma capaci solo di far rispettare le regole del fondamentalismo e della violenza e a distruggere ogni genere di memoria di civiltà che non sia l’islamica.

E’ storia di oggi la lapidazione di due donne, nel nord della Siria; condannate per adulterio.

La proclamazione del califfato è stata preceduta da crocifissioni, decapitazioni, profanazioni di santuari sciiti, sufi e cristiani da parte dei guerriglieri con le loro bandiere nere. Il tutto pubblicizzato con video e fotografie come per il lancio di un nuovo prodotto da piazzare sul mercato.

L’annuncio non è stato gradito dal dott. al-Zawahiri, successore di Bin Laden alla testa Al Queda che l’ha subito identificato come un colpo basso nella gara tra jihadisti per avere il supremo comando. Il califfato è stato dichiarato da al-Baghdadi, nato a Samarra in Iraq, che si è autopromosso califfo; subito condannato da al-Zawahiri.

Al-Baghdadi è tanto sfacciato da considerarsi discendente del califfo Abu Bakr, del quale non ha nemmeno lontanamente la cultura; è stato comunque scelto in un’elezione secondo le regole dal Consiglio della Shura dell’Isis.

Isis che, in pochi anni, ha attirato centinaia di mujahidin provenienti dal Caucaso e dall’Europa, Penisola arabica e Asia centrale.

Tutti decisi a fare i conti con il potere mussulmano nemico: sciita e alawita

Proclamando il Califfato, l’Isis ha lanciato una potente sfida ad Al Queda, che in queste condizioni è stata chiaramente ignorata.

E’ veramente difficile immaginare che, quello che resta della storica Al Queda o l’Amqui (altro gruppo jihadista) della penisola araba, possa volontariamente sottomettersi al nuovo Califfo.

Possiamo quindi registrare una forte crisi delle leadership centralizzate che non hanno compreso le esigenze e/o le forze delle “periferie”.

Tutto ciò è  anche una lotta contro le frontiere inventate dai geografi occidentali dopo la fine dell’impero ottomano.

Mentre l’odio per l’Occidente ha le sue radici già nell’Ottocento con le avventure coloniali; inaspritosi con la creazione dello Stato di Israele e la conseguente cacciata dei palestinesi.

Quello che sperano i seguaci del nuovo califfo iracheno, al-Baghdadi, è uno Stato islamico sui territori che furono sunniti e nella storia teatro dello splendore abbasside.

In prospettiva, la speranza è ben altro: conquistare tutti i territori dove vivano o siano vissuti i mussulmani dall’Asia, all’Europa, all’Asia.

Il progetto più immediato è la conquista di Bagdad, ma non sarà facile, perché le forze contrarie sono molte; anche in campo jihadista, dove rivalità e personalismi sono violentemente presenti.

Bakr fu addirittura il primo successore di Maometto dopo la sua morte nel 7° secolo.

Nei secoli il califfato ha rappresentato una forza militare o autorità religiosa o istituzione simbolica o una loro mescolanza.

“Califfo” è il titolo attribuito ai successori di Maometto.

Nel 661 salirono al potere gli Omayyadi che arrivarono sino in Spagna portandovi anche la loro ricchissima cultura e le scienze e la matematica in Europa.

Nel 749 il potere passa agli Abbassidi.

Bagdad venne distrutta nel 1258 ed il titolo di califfo fu assunto dal sultano ottomano.

Il califfato fu ufficialmente abolito dalla Turchia nel 1924, quando divenne repubblica.

I gruppi radicali mussulmani, nel loro recente sviluppo, sono stati favoriti dai rais Mubarak e ben Ali che giustificavano il loro autoritarismo con la necessità di opporsi al fanatismo religioso.

Altrettanto ha fatto il conflitto israelo-palestinese, gli interventi americani nei paesi mussulmani e il fallimento economico di molti paesi arabi.

Le “primavere”, accese da un’ elite culturalmente evoluta, sono state schiacciate dalla maggioranza povera, ignorante, disperata e sempre disposta ad abbracciare qualunque tipo di fanatismo in qualunque epoca storica, come soluzione a tutti i problemi quotidiani.

L’Isis, nasce nel 2.000 come Stato dell’Iraq e del Levante, fondato da al-Zarqawi; rivale di Bin Laden.

Va ricordato anche che nessun califfato del passato si è mai dichiarato Stato Islamico. Si usava il termine “Sublime Stato”, ma soprattutto “Sublime Porta”.

I Taliban, in Afghanistan si sono semplicemente dichiarati un emirato, pur occupando il 90% del territorio; idem nello Yemen e nel Mali.

-Nulla a che vedere con la visione colta e raffinata dei califfi dei tempi andati.

NON POSSIAMO DIMENTICARE CHE:

anche

– se questi gruppi di fondamentalisti rappresentano un vero pericolo per l’occidente, 

-non sono che una sparuta minoranza rispetto al miliardo e mezzo di mussulmani sparsi per il mondo.

Sul corpo di Abu Musab al-Zarqawi fu trovata una mappa dell’Islamic State of Iraq o ISIS (sunnita, jiadista, wahabita) e il suo piano militare per la conquista di tutto l’Iraq.

Oggi Abu Bakr al Baghdadi, capo indiscusso dell’Isis: ha adottato le medesime strategie economiche ed ha raggiunto una ricchezza stimata intorno a uno o due miliardi di dollari provenienti dalla guerra santa contro i governi sciiti. (gli islamici più moderati che da sempre sono in conflitto con gli sciiti: islamici fondamentalisti).

L’Isis ha le medesime strategie  di Al-Queda, oggi diretto dal dott. al-Zawahiri.

.– L’Isis si è arricchita in Siria; sponsorizzata inizialmente dai governi arabi che volevano cambiare il regime di Damasco. 

Intanto ha conquistato zone strategiche come i pozzi petroliferi della Siria orientale e le regioni confinanti tra Siria e Iraq dove si trovano le linee di comunicazione tra i porti di Aquaba e la Turchia.

L’Isis ha creato una specie di stato nello stato da dove gestisce il contrabbando di beni primari, il mercato nero, il contrabbando di armi e alcuni siti petroliferi usati come ricatto.

Una volta arricchitasi, anche con il saccheggio della banca nazionale a Mosul (più di un miliardo di dollari),  l’Isis ha lanciato l’offensiva contro

– Falluja; un passo definitivo per conquistare Bagdad. 

-Ora ha conquistato anche Mosul, provincia della splendida Ninive, che diviene così la più importante città del “Califfato” proclamato dall’Isis. Ai cattolici del posto è stata lasciata una scelta: o fuggire o pagare la “tassa di protezione”; qualcosa di simile a quello che accade in Italia con la mafia, o finire a fil di spada.

 SITUAZIONE ATTUALE NEL MEDIORIENTE.

Si chiama Abu Bakr al Baghdadi ed è colui che ha sostituito Bin Laden nell’organizzazione terroristica più pericolosa del mondo.

Abu Bakr al Baghdadi, secondo quanto scrive il giornalista Marek Halter, intende scatenare l’inferno a Gaza, perché questo gli consentirà  di penetrare in Giordania.

Mentre gli israeliani saranno impegnati nella striscia di Gaza, le sue milizie saranno libere di dirigersi verso Amman.

Questa è solo una mossa per avvicinarsi al suo obbiettivo: realizzare di nuovo un califfato. Abolendo le frontiere politiche  e ripristinando l’idea originale dell’Islam dove ogni problema è risolto dalla religione.

Il tutto con la promessa che va sempre bene per avere successo e consenso tra i popoli poveri e diseredati: ridistribuire le ricchezze ai poveri. 

Obbiettivo di Abu Bakr al Baghdadi è riunire sunniti e sciiti, nemici da secoli, in questo modo sventerebbe ogni possibile guerra civile tra mussulmani, accrescendo enormemente la forza del suo esercito.

Abu Bakr al Baghdadi in Siria mira ad unirsi ai mussulmani radicali, se non è già riuscito, ed 

-abolire il confine siriano con la Giordania convincendo poi i giordani a ribellarsi al loro re; considerato da sempre filo occidentale.

In questo caso Israele dovrebbe intervenire per difendere la monarchia giordana perché dalla Giordania, Abu Bakr al Baghdadi sarebbe praticamente già in Palestina e vicinissimo a Gerusalemme.

Marek Halter riferisce anche che nell’ultimo suo incontro personale, come giornalista, con il

– capo di Hamas Khaled Meshal, quest’ultimo gli precisò di non essere più in grado di controllare Gaza. La motivazione del mancato controllo è stata l’affermazione di falangi jihadiste.

Nessuno in questo momento è più interessato ad aiutare Hamas, né l’Egitto, con il generale Sissi, che lo assimila ai Fratelli mussulmani, né i principi sauditi a parte il Qatar e pochi altri.

Sempre Marek Halter, ci informa che mentre Israele conosce la dislocazione di tutte le armi offensive di Hamas, non è a conoscenza della dislocazione di quelle jihadiste che possono così continuare a lanciare i loro razzi indisturbati.

La conclusione di Marek Halter è drastica:

– Bush è da considerarsi un criminale di guerra. A lui dobbiamo la menzogna che ha destabilizzato i territori dall’Iraq alla Siria. E’ insomma lui il responsabile di questa situazione molto pericolosa per tutti noi occidentali che continuiamo a dipendere pericolosamente e sempre più massicciamente dal petrolio.

Forse sarebbe ora di programmare un futuro, diciamo noi, che preveda sempre meno questa dipendenza, ma 

-l’occidente non ha ancora capito quanto la situazione sia grave e necessiti di drastiche e veloci soluzioni.

RIDISTRIBUIRE LE RICCHEZZE, UN’ARMA SEMPRE VINCENTE CON I POVERI E I DISEREDATI.

Hamas Khaled Meshal promette la ridistribuzione delle ricchezze, ottenendo così un vastissimo consenso popolare.

Quello che insomma sosteneva anche Gesù Cristo, ma anche il Buddismo e altre religioni o “fedi” politiche come il comunismo;: “lasciate che i poveri vengano a me”,  ma tutti noi abbiamo visto come poi tutto finisca  a favore dei soliti privilegiati. Nel senso che nessuno nella storia è mai riuscito a creare un regime dove coesistano eguaglianza, rispetto dei diritti di tutti e nessuna ruberia pubblica.

Abu Bakr al Baghdadi ripete un mantra che ha sempre avuto successo: la religione risolverà tutti i problemi anche i vostri problemi economici. E scusate se è poco.

Ovviamente

–noi donne occidentali, lavoratrici e/o studiose che abbiamo conquistato una parziale parità dei sessi, non possiamo accettare una religione che non rispetti il diritto delle donne a studiare, lavorare, muoversi liberamente; insomma non essere sottomesse al potere dell’uomo.

Noi donne occidentali,

che fatichiamo quotidianamente per difendere i nostri

diritti anche di lavoratrici, non riusciamo a comprendere le motivazioni che possano

-obbligare una donna a vestirsi di abiti che aumentano inutilmente le sofferenze di un clima caldo, pensiamo alle donne con attacchi di calori improvvisi dovuti alla menopausa. Ci è anche incomprensibile vivere con la spada di Damocle di finire lapidate anche solo per una accusa di tradimento; magari infondata e costruita come vendetta personale.

Soprattutto non ci è comprensibile come nel XXI secolo si possa accettare ciecamente i dictat di muoversi solo se accompagnate da un uomo.

La scienza e la vita in occidente ha dimostrato come le donne possano occuparsi di scienza e di politica con altrettanta bravura, o forse superiore, rispetto a un uomo.

Non possiamo accettare l’etichetta denigratoria che ci assimila ad una popolazione di viziose o addirittura prostitute; soprattutto perché 

-la grande maggioranza di noi ha sempre studiato, lavorato e si occupa dei fogli onestamente e duramente.