Oggi l’ex presidente Bce, Mario Draghi, ha parlato alla riunione degli ambasciatori dei 27; ovvero con i Rappresentanti Permanenti dei Paesi Ue (costoro rappresentano le posizioni degli Stati membri presso il Consiglio Europeo e tutte le istituzioni comunitarie europee, compreso il Parlamento).
Il discorso di Mario Draghi sulla situazione attuale e futura dell’Unione Europea si può così riassumere; non abbiamo fatto e non stiamo facendo gli interessi dell’Europa !
Ecco le sue parole: “Senza una urgente e piena presa d’atto della sua crisi, l’Europa è destinata ad una lenta agonia”, è necessario un “cambio radicale”.
“L’Europa è di fronte a una sfida esistenziale” sono le preoccupanti parole di Draghi rivolte all’Unione Europea
- Un elegante e intelligente schiaffo alla politica europea attuale.
Negli ultimi quindici anni negli Stati Uniti il reddito delle famiglie è raddoppiato, ben diversa e contraria è la situazione nell’Unione europea.
L’Europa oggi, anche se non se ne parla abbastanza, si ritrova con una popolazione del ceto medio/basso continuamente impoverita rispetto alla generazione passata, con molti giovani che hanno uno stipendio inferiore ai loro genitori (a parità di mansioni), un forte rincaro del costo della vita e con contratti sempre più precari.
Non possiamo dimenticare che gli USA uscirono dalla crisi del 1929 (la grande depressione), investendo in fabbriche d’armi, poi subito resesi necessarie per combattere la Seconda Guerra Mondiale, che portò tante sofferenze in Europa, ma salvò l’economia degli USA; senza che avessero nessuna guerra in casa.
Secondo le parole di Draghi dello scorso aprile: “ … Per molto tempo la competitività è stata una questione controversa per l’Europa. Nel 1994, il futuro economista premio Nobel Paul Krugman definì l’attenzione alla competitività una ‘pericolosa ossessione’. La sua tesi era che la crescita a lungo termine deriva dall’aumento della produttività, che avvantaggia tutti, piuttosto che dal tentativo di migliorare la propria posizione relativa rispetto agli altri . …Abbiamo perseguito una strategia deliberata volta a ridurre i costi salariali gli uni rispetto agli altri e, combinando ciò con una politica fiscale prociclica, l’effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra domanda interna e minare il nostro modello sociale… abbiamo confidato nella parità di condizioni globale e nell’ordine internazionale basato su regole, aspettandoci che altri facessero lo stesso. Ma ora il mondo sta cambiando rapidamente e ci ha colto di sorpresa. Ancora più importante, altre regioni [Stati]non rispettano più le regole… ”.
Draghi, ha proposto oggi all’Europa una soluzione che prevede un investimento di 800 miliardi all’anno; con tale cifra si potrebbero fare ottimi investimenti, se investissimo nell’aereo-spaziale, scuole e università, tecnologie ecc. per avere interessanti ricadute nel settore dei posti di lavoro.
Ma non possiamo dimenticare che, al momento, come Europa stiamo investendo molto soprattutto in altro, armi comprese.
L’Europa oggi esprime politicamente solo politiche protezionistiche per: agricoltura e altre lobby e questo non ci ha avvantaggiato rispetto a USA e Cina, che invece hanno investito pesantemente in nuove tecnolologie.
Nell’informatica domestica (telematica) usiamo quotidianamente piattaforme che ci provengono dagli Stati Uniti.
L’Europa non ha motori di ricerca come le piattaforme: Google, Facebook, Instagram, Telegram … l’Europa, oggi, è fuori dai giochi mondiali.
Non abbiamo investimenti in: satelliti, piattaforme tecnologiche e ricerca scientifica (vedi Italia e suoi problemi nelle ancora numerose e polverose università).
L’Europa è un paese fuori dai giochi delle novità mondiali nelle tecnologie.
Draghi propone una soluzione di tipo Keynesiano; una cura da Tirannosaurus Rex, investimenti superiori a quelli del Covid. Purtroppo non certo facili da realizzare.
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