Ricevo da greenpeace.org
L’Unione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia.
- Chi pagherà? Anche pe rla salute dei cittadini pericolosamente danneggiata ?
La plastica monouso. Ma facciamo un passo indietro: alla fine di maggio del 2021, quando l’allora governo Draghi stava gestendo il recepimento della direttiva europea sulla plastica monouso, avevamo già capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
- Una nota speciale la merita l’abuso di pellicola trasparente in cucina, anche nelle trasmissioni TV o nelle ricette via internet e relaitiva pubblicità nascosta (la plastica soprattutto a contatto con cibi caldi e grassi, questi ultimi anche se freddi, rilascia pericolose molecole, anche accusate di rendere sterili i maschi.
- Vedi al link:
https://www.donnecultura.eu/?p=136420
Nonostante i nostri appelli e le lettere inviate all’allora Ministro Roberto Cingolani con una serie di suggerimenti, e malgrado avessimo offerto la nostra disponibilità a un incontro,
- non fummo ascoltati. Il recepimento della direttiva avvenne non solo con colpevole ritardo, ma anche con incomprensibili esenzioni nei confronti di prodotti rivestiti in plastica e deroghe ingiustificate per gli articoli monouso in plastica biodegradabile e compostabile in alternativa ai prodotti vietati dalle nuove regole europee.
Ma ora purtroppo facciamo i conti con la realtà.
- Il 23 maggio scorso è stata aperta la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva 2019/904 sulla plastica monouso (Direttiva SUP) e le norme procedurali dell’UE sulla trasparenza nel mercato interno.
Plastica confezioni monouso
- L’Italia è sotto procedura di infrazione perché non ha applicato la direttiva UE sulla plastica monouso.
Già nel lontano 2021 noi di Greenpeace avevamo segnalato al governo il mancato recepimento della normativa, ma non fummo ascoltati.
- Chi pagherà?
L’ambiente e le casse pubbliche, come sempre. Chiedi con noi al governo di applicare subito le direttive europee sulla plastica usa e getta!
Bruxelles ha contestato all’Italia ben 13 punti della legge, oltre alla mancata notifica preventiva del provvedimento alla Commissione, tra cui:
- L’Italia ha escluso in modo ingiustificato dalla definizione di “plastica” i prodotti rivestiti in plastica in cui il rivestimento aveva un peso inferiore al 10% rispetto al peso totale del prodotto.
Per i prodotti in plastica destinati a entrare in contatto con gli alimenti
- (ad esempio pellicole ytasparenti e loro abuso in cucina … sacchetti contenitori per cibo, piatti e posate) la legge italiana consente di aggirare il divieto europeo ricorrendo ad alternative in plastica biodegradabile e compostabile.
- Per lo stesso motivo l’UE contesta anche all’Italia gli incentivi per l’acquisto e l’uso di prodotti realizzati con materiali biodegradabili e compostabili, che rientrano nella definizione di plastica monouso e quindi vanno vietati!
- Molte nazioni europee col recepimento della direttiva si sono dotate di ulteriori leggi per contrastare l’impiego eccessivo di plastica usa e getta.
- E l’Italia? Ha ignorato l’obiettivo di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, non promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo.
A pagarne le spese sarà l’ambiente e la nostra salute, ma anche le casse pubbliche qualora la procedura d’infrazione diventerà definitiva!
È ora di dire basta.
Per evitare casi di greenwashing di Stato come quello italiano è necessario dotarsi di regole globali efficaci che riducano la produzione di plastica. Grazia, chiedi con noi ai governi, incluso quello italiano, di sviluppare un trattato globale sotto l’egida delle Nazioni Unite.
—————————— FOTO COPERTINA : Grazia Seregni Copyright© All rights reserved –
