L’artista cinese si dice preoccupato rispetto al futuro della libertà artistica e di espressione, anche nell’Occidente.
Censurato a Londra per le sue idee sulla guerra in Palestina.
Oggi Ai Weiwei vive in Occidente, ma fa notare i tanti limiti che sono nati e stanno nascendo riguardo la libertà di espressione artistica, politica , giornalistica ecc…
Ai Weiwei ha rilasciato a Sky News, durante la trasmissione Sunday Morning di Trevor Philips, una dichiarazione con parole dure e pungenti sulla libertà in Occidente.
Le sue ultime parole sull’Occidente:
” Normalmente, prima di tutto questo, tu potevi dire quello che volevi: parlare di tutto, scherzare, dare semplicemente la tua opinione. Oggi, invece, molte persone sono state licenziate, allontanate o hanno visto i loro eventi cancellati semplicemente perché hanno avuto opinioni personali, non c’è nemmeno bisogno di esporsi direttamente.”
“Credo che gli artisti non si espongano abbastanza per loro libertà di espressione. La maggior parte di loro sono stati corrotti dal capitalismo. Rincorrono il successo o il denaro e non si occupano più di essere gli interpreti dei sentimenti degli uomini.”
Ai Weiwei si è esposto con un post su “X” sul conflitto Israele-Hamas e di conseguenza, la Lisson Gallery di Londra ha sospeso la sua mostra definandola “rimandata”.
L’artista ha subito 81 giorni di detenzione nella Cina comunista.
Ai Weiwei artista e designer è figlio del poeta Ai Qing; mai riabilitato.
Weiwei lavorò in Cina come artista, ma poi si trovò censurato il permesso per aprire un atelier; ma si trattava di censura per le sue idee di libertà dell’Occidente; idee che oggi, che vive in Occidente, ha modificato.
Ai Weiwei porta questo esempio durante la sua intervista:
il licenziamento di due insegnanti della New York University per i loro commenti su Gaza, e sostiene che social media, università, politica e arte, nessuno di questi ambienti si salva, dalla recente censura occidentale.
