Emilio Isgrò
La “Cancellatura”, da 60 anni è il marchio di fabbrica del maestro siciliano.
L’artista apprezzato anche da Philippe Daverio
L’importante antologica nel 2013 e presente nelle collezioni del museo, è stata scelta per il 2024 in occasione dei sessant’anni della “Cancellatura”.
Di sua moglie ha detto: “È stata la prima a credere in me e niente sarebbe stato possibile se non me le avesse passate tutte”.
“Siamo una grande potenza culturale perché abbiamo avuto Michelangelo e Raffaello, ma anche il Futurismo” Queste le parole dell’arista Isgrò sull’Italia e prosegue:
“Sessant’anni fa quando eseguii la mia prima cancellatura, non a caso su un articolo di giornale, sapevo bene di aver segnalato un problema, ma non potevo immaginare quanto, come e quando un tale problema sarebbe stato recepito nella sua complessità. Irrompeva alla Biennale di Venezia la Pop Art che mi sedusse e mi incantò per la sua forza e la sua volontà di distruggere gli ideologismi apparentemente ineliminabili delle avanguardie europee. Tuttavia quella volontà, ben sorretta da una visione Pop della realtà che si sarebbe propagata su tutto il pianeta fino ai nostri giorni, per la verità mi fece anche paura. Perché capii immediatamente che una visione del mondo fondata esclusivamente sull’immagine sfolgorante e seduttiva dell’esistente avrebbe automaticamente cancellato quella parola umana sulla quale poggia la civiltà occidentale. Il mio gesto cancellatorio fu dunque la reazione simmetrica a un gesto censorio”.
