Lo aveva scritto Albert Camus nel suo libro ” La peste “; pubblicato nel 1947.
Camus raccontò, usando l’immaginazione, l’occupazione nazista della Francia e gli effetti della guerra nell’animo di milioni di donne e uomini in tutto il mondo.
- Voleva aiutare la memoria umana a non dimenticare gli aspetti peggiori della guerra; come vaccinazione contro futuri conflitti armati.
Premio Nobel per la Letteratura nel 1957, Camus nacque il 7 novembre 1913 e morì il 4 gennaio 1960.
Nei millenni, nel mondo ci sono state pestilenze e guerre; ma queste hanno sempre colto l’umanità impreparata, perché ?
Il nostro cervello è portato a rimuovere i ricordi negativi; per vivere meglio il presente, ma si tratta di una scelta pericolosissima di fronte alle grandi catastrofi, una scelta miope.
Mai l’uomo ha condannato la guerra come dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma ora da anni si sta preparando un sottofondo di fatti, parole e filmati che ci hanno portato ad riesumare antichi rancori tra religioni e razze.
Oggi pare che tutti i media siano sempre più impegnati ad acuire antichi rancori tra popoli e razze; unica condizione per preparare il popolo ad accettare di diventare ” carne da macello “, per un profondo odio verso il nemico e un’ideale da difendere ad ogni costo.
Manca ancora il vero “casus belli” , motivo (apparentemente?) casuale per giustificare una guerra; la grave offesa per cui nessuno possa più negare che il nemico deve essere eliminato.
E’ solo lo studio della storia e il ragionamento logico, che ci possono far capire come sono andate e vanno o andranno le cose; non basta lo studio prettamente scolastico.
LA PESTE
di Albert Camus
traduttrice: Yasmina Mélaouah
Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
Io ne ho abbastanza della gente che muore per un’idea. Non credo nell’eroismo, so che è fin troppo facile e ho scoperto che uccide. A me interessa che gli uomini vivano e muoiano per ciò che amano.
Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da laboratorio per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà.
La fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni né è capace di «essere felice da solo», il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l’indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l’egoismo gretto gli alleati del morbo.
Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, «La peste» è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi.
Oggi da leggere e rileggere in una nuova brillante traduzione.
La peste, Albert Camus, Bompiani, 336 pp., 15 euro.
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