Esperienza egiziana
Viaggio in Egitto da 35 anni.
Ho attraversato i suoi deserti, visitato la storica Alessandria con la nuova biblioteca (purtroppo senza giornali occidentali),
il favoloso Museo del Cairo, ha conosciuto il fascino e gli orrori della capitale; città poliedrica, disordinata, lussuosa, ma anche con bambini che dormono nel cimitero …
De Cairo non dimenticherò mail l’ imprevisto invito a partecipare ad un matrimonio, che si svolgeva nella sala accanto al ristorante dove stavo mangiando con amici, mi aiutò a comprendere lo spirito del popolo egiziano e il lato ospitale di questo popolo.
Sono tanti i ricordi positivi; come la gentilezza dei taxisti durante il mio primo viaggio attraverso questo grande Paese e la cortesia di trovare dei beduini nel mezzo del deserto che per puro spirito di ospitalità mi offrirono il loro caffè.
Ma l’Egitto per il viaggiatore, è soprattutto la magia dei suoi tesori archeologici.
Ho subito profondamente il fascino dei preziosi oggetti di raffinato artigianato che arredavano la tomba del faraone Tutankhamon, dei geroglifici con ancora i loro colori originali di oltre 4.000 anni fa, delle statue imponenti di Luxor e Abu Simbel e delle tombe maestosamente affrescate.
Anche il solo fiume Nilo all’alba o al tramonto, solcato dalle vele delle feluche, rappresenta una scenografia indimenticabile.
Forse su tutto questo mi ha influenzato, oltre a tante letture come il libro di Carter sulla scoperta della tomba di Tutankhamon, anche il famoso film di James Bond l’indimenticabile ed estenuante inseguimento tra le colonne del tempio di Luxor e i languidi paesaggi del fiume Nilo.
Fascinosa, anche la magia della crociera che feci anni fa, sul lago Nasser; con una barca che era la fedele riproduzione del battello di “Assassinio sul Nilo” di Agatha Christie, ottimo cibo e tanta raffinatezza.
Molti anni dopo, mi colpirono la cortesia e la convinzione con la quale, in una delle oasi all’estremo nord ovest, un ragazzino di circa 12 anni, ben vestito e parlante italiano, mi chiese di non fotografare la loro moschea in quanto dalla sua gente sarebbe stata considerata come un’offesa grave.
La barriera corallina del Mar Rosso, in superficie, rivela i danni subiti dall’uomo; come in tutte le altre parti del mondo.
35 anni fa la barriera corallina era intatta ed offriva uno spettacolo che oggi è solo un ricordo. Nonostante tutto, la varietà di colori della barriera corallina ancora mi affascina. Anche se oggi è evidente una penosa penuria di vita a causa dei cambiamenti climatici, dell’acidificazione delle acque di tutto il mondo, di una pesca indiscriminata e del commercio, anche illegale, di pesci da tenere negli acquari o da imbalsamare.
L’Egitto oggi
Il popolo egiziano è rimasto, fondamentalmente arrendevole, oggi forse più per necessità lavorative che per abito culturale.
L’Egitto che conobbi non c’è più, dopo anni di delusioni e povertà in crescita, una parte della popolazione tende ad abbracciare le situazioni più estremiste e trova rifugio e speranza nel tornare a remote tradizioni; rifiutando ogni aspetto della modernità; che viene considerata come una conquista coloniale.
Tutti sappiamo che molto è cambiato anche nel mondo arabo; dopo la caduta del muro di Berlino, il famoso 11 settembre e le guerre in Iraq e Afghanistan.
Rimane comunque una parvenza dei tempi del colonialismo negli alberghi; dove il turista è trattato come una merce preziosa da preservare per riceverne la sua valuta che fa parte delle più importanti entrate del Paese. Purtroppo, non sempre il turista si comporta come dovrebbe, mentre la maggioranza lascia preziose mance per gli inservienti che sono pagati circa 70 euro al mese, altri turisti assumono atteggiamenti inutilmente arroganti.
Non mancano, per fortuna, le occasioni di sincere manifestazioni di cortesia reciproche, che dimostrano lo spirito cortese di chi incontra volentieri lo straniero.
Il culto dell’ospitalità; retaggio delle severe leggi della sopravvivenza nel deserto, è presente anche oggi nel sorriso di molti egiziani.
Turismo e guerre
Ovviamente la vicina guierra nello Yemen e le navi da guerra nel Mar Rosso, non sono di buon auspicio per l’economia egiziana. Tutti sono preoccupati per un turismo che sta sfumando, nonostante i prezzi concorrenziali.