L’Europa è debole e incapace di svolgere un ruolo di rappacificazione nella situazione nel Medio Oriente; per le forti contraddizioni interne – notizie preoccupanti per l’Egitto
Il prestigioso quotidiano il Guardian sostiene che domenica scorsa, in una telefonata con Netanyahu, Joe Biden disse che Israele non può lanciare un’operazione militare nella località di Rafah “senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno a oltre un milione di persone che vi si rifugiano”.
Da segnalare l’iniziativa di Irlanda e Spagna che hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea , Ursula von der Leyen, chiedendo una valutazione sul rispetto degli obblighi in materia di diritti umani da parte israeliane; in tal caso Dublino e Madrid pretenderebbero “misure appropriate” da parte dell’Europa. Da evidenziare che sono solo due stati europei che hanno fatto questo tipo di richiesta !
Cosa sta succedendo a Rafah, dove è rifugiata la metà dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza, scampati ai bombardamenti in tutte le zone più settentrionali della Striscia di Gaza ?
Rafah è una cittadina dell’estremo sud della Striscia di Gaza al confine con l’Egitto; qui sono stati sospinti (anche con espliciti inviti, da parte israeliana, per evitare i bombardamenti) moltissimi palestinesi in fuga dalla guerra a Gaza.
Prima della guerra a Rafah vivevano solo 300mila persone, ora gli sfollati sarebbero circa un milione e 200mila; in condizioni di grave sovraffollamento.
Ora, il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato l’evacuazione di Rafah, dichiarata dagli israeliani sino ad ora “zona sicura” ; in realtà bombardata regolarmente; è evidente che non sia un’impresa facile sfollare un milione di persone.
Per approfondire: https://www.youtube.com/watch?v=qilGJh4vdOI
INTANTO QUALCUNO PARLA DI … PACE
Il Washington Post sostiene che la Casa Bianca e diversi paesi arabi, starebbero studiando una proposta per la creazione di uno stato palestinese , che potrebbe essere annunciata nel corso “delle prossime settimane”. L’informazione è confermata dal New York Times.
Sempre il New York Times, riporta come i paesi della regione stiano valutando imporre a Gaza un leader palestinese indipendente, coadiuvato da una forza .
Ma il negoziato, potrebbe essere solo fumo negli occhi, visto che dal Cairo è arrivata la notizia che la delegazione israeliana si sarebbe ritirata dalle discussioni; mentre l’ufficio di Netanyahu non ha dato né conferme né smentite.
Secondo i familiari degli ostaggi israeliani, ancora nelle mani del gruppo armato palestinese, l’abbandono del tavolo delle trattative in Egitto equivale ad “una condanna a morte” per i loro familiari.
LA GUERRA INTANTO INFURIA
La guerra infuria e le contraddizioni tra le parole e i fatti diventano evidenti a tutti.
I fatti preoccupano il Cairo, che aveva già minacciato di sospendere il suo trattato di pace con Tel Aviv nel caso in cui le truppe israeliane invadessero Rafah.
LA SITUAZIONE PREOCCUPA L’EGITTO
L’Egitto teme che un afflusso massiccio di centinaia di migliaia di sfollati palestinesi vengano sospinti verso il suo confine e l’esercito egiziano non sarebbe in grado di fermare questa marea di persone in fuga verso la penisola del Sinai.
Il Cairo sa bene che, una volta entrati i palestinesi nel Sinai egiziano, Israele potrebbe poi impedire loro di tornare a casa.
Intanto Hamas ha detto che un’offensiva contro la cittadina di Rafah “farebbe saltare” i colloqui di cessate il fuoco da parte di: Stati Uniti, Qatar ed Egitto e cancellerebbe ogni possibilità di trattativa per la restituzione dei circa 100 ostaggi tutt’ora detenuti nella Striscia.
Questa situazione preoccupa pure le organizzazioni umanitarie, che da giorni parlano alla comunità internazionale dei pericolosi piani di Israele per questa massa di sfollati.
Pure Qatar, Arabia Saudita e altri paesi arabi minacciano “gravi ripercussioni” se Israele entrerà a Rafah.
L’EUROPA PARLA DI CATASTROFE UMANITARIA, MA POI E’ SPACCATA SULLE DECISIONI
l’Europa: “Un’offensiva israeliana a Rafah porterebbe a un’indicibile catastrofe umanitaria e a gravi tensioni con l’Egitto”, così ha scritto il capo della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell.
Ma su questa guerra a Gaza l’Unione Europea è divisa; incapace di proporsi come attore geopolitico credibile.
Al momento gli unici che potrebbero frenare Netanyahu sono gli Stati Uniti.
Ma le dichiarazioni della Casa Bianca, che minaccia ma finanzia la guerra e non chiede il cessate il fuoco, provocano rabbia e indignazione tra il mondo arabo e non solo.
Biden infatti, si è sempre rifiutato di chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Più questa guerra avanza, più la contraddizione tra parole e fatti appare a tutti evidente.
I POLITICI SI CONTRADDICONO SENZA VERGOGNARSI
I politici, americani ed europei, evidenziano il loro “sostegno inequivocabile a Israele”, ma poi dicono anche di essere “preoccupati per i civili a Gaza”. Parole, solo parole al vento.
GLI STATI UNITI PENSANO SOLO ALLE ELEZIONI UCRAINA E GAZA SONO LONTANE
Da quando è caduto il muro di Berlino, la politica estera non entra nelle elezioni del presidente.
Per l’americano che volta contano solo:
l’economia degli Stati Uniti, la pressione migratoria, l’aborto, le relazioni razziali, la diffusione delle armi da fuoco.
Intanto in Campidoglio i repubblicani continuano ad opporsi a ogni aiuto militare a ucraini e israeliani.
INTANTO COSA SUCCEDE SUL CAMPO ?
Le forze armate israeliane (IDF) hanno preso d’assalto l’ospedale Al Nasser di Khan Younis , il più grande ospedale nella parte meridionale della Striscia di Gaza.
Secondo la fonte Al Jazeera i soldati, con carri armati e mitragliatrici, hanno ferito un numero imprecisato di persone mirando ai reparti di:
– maternità, ortopedia e il pronto soccorso e avrebbero arrestato decine di giovani, anche medici e infermieri.
L’ospedale sarebbe ora completamente fuori servizio.
Dall’inizio dell’invasione nella Striscia, i militari israeliani hanno preso di mira tutte le principali strutture ospedaliere, accusando Hamas di utilizzarle come basi operative (ma nessuno è in grado di distinguere i fatti volontariamente esasperati da quelli reali; come accade in tutte le guerre).
Le Nazioni Unite hanno riconosciuto come l’offensiva israeliana abbia danneggiato gravemente il sistema sanitario della Striscia, causando: grave carenza di forniture e attrezzature mediche di base.
I medici riferiscono di aver dovuto effettuare numerose amputazioni senza anestesia .
L’Oms ritiene che solo 11 ospedali medio piccoli siano rimasti funzionanti a Gaza, mentre circa 22 sono chiusi o non operativi.
Intanto il premier Benjamin Netanyahu afferma di voler condurre la guerra contro Hamas “fino alla vittoria”; probabilmente per rinviare il massimo possibile il momento in cui dovrà andare sotto processo.
Non dimentichiamo che l’orrendo attentato di Hamas, ha permesso a Netaniau di scampare all’imminente incriminazione da parte del tribunale di Israele.
