Abbiamo un tesoro immenso che è il turismo, ma non lo sfruttiamo adeguatamente.
Molti imprenditori e gestori di strutture turistiche si dedicano con passione ai loro clienti e fanno apprezzare l’Italia, oltre che per le sue bellezze artistiche e naturali, anche per la qualità dell’accoglienza.
Trattare bene un turista, è la carta vincente sul lungo termine, perché quel viaggiatore tornerà e consiglierà il nostro Paese ad amici, parenti e conoscenti.
Il mondo è cambiato, la concorrenza mondiale è feroce e molto meglio organizzata di noi: nei sondaggi l’Italia è tra primi posti, ma nelle classifiche gli arrivi continuiamo a regredire rispetto ad altre nuove mete che avanzano.
Servono collegamenti facili, puntuali, efficienti, musei accessibili, hotel di qualità anche a prezzi contenuti, poca burocrazia e tantissima gentilezza.
L’ obiettivo dovrebbe essere quello di tornare ai primati di anni che abbiamo dimenticato, eravamo primi; perché avevamo scarsa concorrenza.
Mancano decisioni di persone competenti; ma in Italia la meritocrazia è una parola senza senso da anni.
Ci manca una promozione, anche digitale che sia all’altezza.
Invece esiste da anni un solido costoso “carrozzone” che gira per le fiere turistiche del mondo, ma è solo fonte di costi di vitto e alloggio lussuosi, tecnologia e arredi fieristici, ma scarsa volontà, professionalità e studi adeguati; a volte i nostri “rappresentanti” alle fiere internazionali non sempre conoscono le lingue come la concorrenza.
Purtroppo tra le meraviglie delle nostre città d’arte, nei ristoranti, bar e sulle spiagge, spesso il turista è visto solo come un «limone da spremere» con la certezza che il nostro Paese, essendo così attrattivo, avrà sempre clienti da spennare.
Qualcosa in Italia non funziona come dovrebbe.
