Brevissima storia del nostro pianeta e forse del suo futuro
La nostra terra conobbe, alla sua origine, miliardi di anni di stravolgimenti terrestri ed eruzioni vulcaniche.
LE PRIME FORME DI VITA
Le prime forme di vita nacquero nei fondali marini; dove non arrivavano gli scombussolamenti più violenti che avvenivano sulla superficie della terra.
ARRIVO’ IL PLANCTON
Per 2 miliardi di anni il plancton produsse tanto ossigeno da trasformare il pianeta terra; l’ossigeno era l’elemento mancante per dar via alla vita.
Ecco dimostrata, semplificando, l’importanza dell’ossigeno per la nostra vita sulla terra.
Purtroppo, inquinando e bruciando ogni genere di pianta o suoi derivati come il petrolio (antichissime foreste fossili), oggi l’uomo si sta privando di una materia prima non meno essenziale dell’acqua e del cibo per la sua sopravvivenza.
ARRIVANO LE PRIME FORME DI VITA ANIMALE
Le prime forme di vita animale erano arroccate al fondale; si trattava di molluschi, poi qualcuno di loro cominciò a dividersi e nuotare singolarmente; era nata la medusa.
Le meduse, potendo nuotare, furono i primi esseri viventi a lasciare i fondali dell’oceano; i pesci allora non esistevano.
Più di mezzo miliardo di anni fa, l’oceano apparteneva solo alle meduse e a chi stava ancora sui fondali.
Purtroppo gli anemoni, invertebrati fissi al fondale marino, catturavano facilmente le meduse e per loro la vita non fu facile, almeno all’inizio.
Ma bastarono poche meduse sfuggite ai predatori fissi sul fondo per sviluppare un numero enorme di individui che dominarono i mari.
Altra evoluzione successiva:
per sopravvivere meglio una modifica genetica portò alla creazione di una protezione, nacque lo scheletro (che le meduse non avevano); nascono così gli artropodi; con un buon protettivo esoscheletro e quindi meno deboli degli invertebrati. Il primo è il trilobite; che continua ad esistere nei nostri oceani.
La corazza del trilobite si è rivelata un tale successo che ancora oggi, l’80% degli esseri viventi, tra cui: insetti, ragni e granchi, sono imparentati con il trilobite.
Un altro passo avanti:
508 milioni di anni fa arrivò il primo superpredatore: un cacciatore rapido e con corazza il Anomalocaris o “gambero anormale”. Il quale, però, non poteva cacciare il furbo trolobite; costui si poteva arrotolare su se stesso e diventava così impenetrabile dal “gambero anormale”.
40 milioni di anni dopo, il trilobite prosperava con una corazza ancora più dura per difendersi dai nuovi predatori: i camerocerati (cefalopodi; antenati di polipi e calamari, dotati di un grosso e forte becco che poteva frantumare anche la corazza più dura), inoltre avevano una conchiglia protettiva grande sino a 8 metri.
I camerocerati, catturavano anche senza vedere la preda; usando il tatto e non la vista; spingendo i lor tentacoli anche sotto gli anfratti più piccoli o in acque torbide.
Dopo i camerocerati, appare nell’evoluzione delle specie l’arandaspis: il primo tipo di simil-pesce con la bocca piccola, sempre aperta e senza mandibole, ma capace di aspirare gli abbondanti avanzi dei pasti dei giganteschi camerocerati.
Ma la vera novità è l’arrivo dell’Arandaspis che possiede uno scheletro interno che lo rende agile e veloce; è nata la colonna vertebrale !
Dall’Arandaspis discenderanno, un giorno, tutti i vertebrati; pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.
LA PRIMA ESTINZIONE DI MASSA
440 mila anni fa si concretizzò una delle sfide più difficili per la vita sulla terra:
il clima iniziò a raffreddarsi con tragiche conseguenze. Il mare lentamente si congelò.
Gli abitanti delle acque tropicali subirono una decimazione quasi totale.
Un calo di anidride carbonica del 60% causò la catastrofe.
L’era glaciale durò 200.000 anni; all’apice dell’evento, quasi la metà del mondo era coperto di ghiaccio e questo causò la morte dell’ 85% di tutta la vita.
Solo chi poteva andare nelle profondità marine poté sopravvivere: come il nautilus parente piccolo del camerocerato.
Il successo del natilus, che esiste ancora oggi, sta nel fatto che sotto i 600 metri la temperatura è costante e quindi offre un ambiente stabile, ma solo per quegli animali che potevano reggere la pressione delle profondità marine; servivano corpi gelatinosi per resistere alla grande pressione dell’acqua negli abissi.
Anche gli artropodi come la granceola possono vivere nei fondali marini con scarsi altri vertebrati; il poco cibo disponibile negli abissi, li rende rari(solo il 10% dei pesci attuali).
LA TERRA SI SURRISCALDA
444 mila anni fa
I livelli di anidride carbonica risalgono e inizia il disgelo.
Ghiacciai alti come grattacieli precipitarono in acque sempre più calde.
Dopo un lento inizio, il riscaldamento accelerò rapidamente.
In pochi millenni si sciolse metà dei ghiacci del pianeta e dopo qualche millennio erano i ghiacci erano scomparsi.
Gli abitanti degli abissi iniziarono a risalire; come la seppia gigante che oggi vive melle acque australiane.
CAMBIA TUTTO – colonna vertebrale e mandibole sono vincenti
70 milioni dopo il grande disgelo, arrivano i vertebrati; i discendenti dell’arandaspis, ma lunghi nove metri, ovvero predatori temibili.
La propulsione a idrogetto difenderà l’ammonite dagli attacchi dei vertebrati, ma il nuovo invertebrato (il dancheoptelus – assomiglia ad un enorme squalo) ha le mandibole e può frantumare l’ammonite; deve solo trovare il momento e l’angolazione adatti.
Colonna vetebrale e mandibole diventano la combinazione vincente dei vertebrati.Oggi ci sono più di 20.000 le specie di pesci, quaranta volte superiori alle specie di cefalopodi.
PIU’ DI 400 MILIONI DI ANNI FA
Appaiono gli squali con le mandibole molto potenti e sensi acuti; quindi vincenti sulle altre specie. oggi ancora esistenti e immutati da allora.
Ma la loro ascesa nella catena alimentare è dovuta al declino del loro rivale; il dancheoptelus regnate per 20 milioni di anni.
Il plancton che era stato il catalizzatore della vita animale, l’improvviso aumento di sostanze nutritive favorì lo sviluppo del brodo del plancton che marciva e riduceva l’ossigeno nelle acque.
Il dancheoptulus si estinse, mentre i primi squali sopravvissero.
SECONDA ESTINZIONE DI MASSA – POI ARRIVANO PIANTE E ANIMALI
L’80 % della vita sottomarina scomparve nella seconda estinzione di massa.
Ma ecco apparire la grande novità; sulla terra appaiono le piante: l’ex deserto vulcanico trabocca di vita.
Le pinate prepararono il terreno all’arrivo degli animali sulla terra ferma.
