La nostra salute è qualcosa di molto importante e dovremmo tutti poter distinguere cosa è effettivamente buono e cosa è solo il suggerimento di una moda che spinge in tanti a scrivere a favore dell’argomento del momento per aumentare la visibilità su internet.
Faccio un semplice esempio; ora che molti parlano di sensibilità al glutine, che causerebbe tanti guai compresi gonfiori addominali e problemi intestinali, si stanno intensificando su You Tube i titoli su questo argomento. Chi ne parla è più o meno “esperto”, ma molte volte è solo interessato a trattare un argomento di cui tutti cercano informazione; per aumentare il numero delle visite al proprio sito.
Dire che se soffrite di mal di testa, gonfiore all’addome e altri sintomi comuni a diverse patologie potreste essere intolleranti al glutine, è quantomeno azzardato. Siamo già arrivati al paradossomo che quando ci sono cibi senza glutine ( nei buffet o in casa), anche chi non è celiaco li consuma pensando che se va bene ne avranno beneficio: Non è così i cibi senza glutine sono meno sani degli altri, per alcuni componenti che sono indispensabili e accettati come male minore, ma solo per chi soffre di celiachia, quindi è malato grave ovvero solo l’1% popolazione. Ci sono diversi recenti studi che dimostrano come i soggetti siamo tremendamente influenzati da quello che sentono e messi di fronte a cibi non classificati con o senza glutine si confondono e segnalano il glutine dive non c’è e viceversa; solo suggestione. Non per niente è da sempre riconosciuto “l’effetto placebo“; molte volte riconosciuto efficace come la medicina.
E’ molto facile “cavalcare l’onda” della moda, è più diffcile affrontare seriamente un argomento complesso che non ha ragione o torto, ma tante sfumature che vanno ascoltate e interpretate con l’esperienza e il buon senso.
Io che sto scrivendo questo articolo ho depositato, tanti anni fa, una tesi con il prof. Margaria, allora rettore dell’Università Statale di Milano, proprio sull’argomento alimentazione e da allora seguo questo tema con conferenze e letture solo di provenienza scientifica.
Chi fa questo mestiere sa che citare un esperiemnto di una singola università non è una buona ragione per dimostarre la veridicità di quello che si sostiene. Nel mondo si fanno milioni di studi diversi tra loro e, purtroppo, a volte anche pre-indirizzati per sostenere una certa tesi.
Faccio un esempio; se voglio dimostrare che le uova sono un veleno pericoloso accentuerò gli esami sulle possibilità che vengano contaminate dalla Salmonella sul fatto che un uovo contiene un quantitativo di colesterolo pari a quanto ne serve in un giorno all’organismo. Eviterò invece di studiare gli effetti positivi: grandissima concentrazione di elementi nutritivi in poche calorie, enorme concentrazione di proteine(nell’albume) e di Vitamina A (nel tuorlo) ecc…
Ma alla fine l’uovo fa bene o fa male ?
La verità dicevo, è complessa dipende da tanti fattori, se cerco di avere un’alimentazione dove il colesterolo e lo zucchero non sono abbondanti (evitare biscotti, dociumi vari, brioches, gelati, cibi pronti come lasagne industriali, pizze non di qualità; che usano formaggi e grassi saturi), posso mangiare anche quattro uova a settimana. Inoltre, un conto è pesare 65 chili ed essere in sovrappeso e un conto è pesare 80 chili con una buona muscolatura e tanta attività fisica all’aperto … tutto cambia, anche di molto nel consumo di calorie giornaliero.
Io personalmente ho visto dall’aereo bruciare intere zone della foresta tropicale in vari paesi, come per esempio l’Indonesia; tutto questo per far spazio a culture di olio di palma, ma anche coltivazioni di caffé, tè, soia … (servono enormi distese per coltivare la soia, per assurdo più grandi di quelle dedicate al pascolo, ma questo è un argomento complesso che non si può liquidare in due righe)
In poche parole:
l’olio di cocco e il grasso di cocco non dovrebbero mai entrare nell’alimentazione di chi dice di sostenere il paineta, perché il trasporto da località lontane comporta grandi dispendi di energie, consumi di petrolio e inquinamento. Inoltre, sono grassi saturi come il burro; che possiamo avere con minori problemi di trasporto. Certo so bene che molti stanno demonizzandi il latte delle mucche da allevamento ed io concordo che potendo è meglio consumare latte che proviene da mucche allevate a fieno, ma per molte persone è troppo caro.
Secondioi voi ha senso acquistare litri di acqua con un solo 3% di latte di mandorla / riso / soya ecc… ???
Quanto si spende, si consuma e si inquina nel trasporto di quell’ “acqua” ???
Ritorniamo al punto principale: i problemi sono complessi e non è facile dire che esista una sola verità; imparate a documentarvi da fonti serie e poi …. usate tanto buon senso.
