Musée d’Orsay – Parigi
Sino al 21 gennaio 2024
Peter Doig – Reflets du siècle
Viaggi metaforici di un artista vivente / pittore
“In mezzo a tutte le sciocchezze, gli impostori, le stronzate retoriche e la pura spazzatura che nel 21° secolo passano per arte, Doig è un gioiello di genuina immaginazione, lavoro sincero e umile creatività”. Jonathan Jones.
Le opere di Peter Doig, sono state battute all’asta da Sotheby o da Christie’s a cifre iperboliche e che in alcuni casi ormai sfiorano i 40 milioni di dollari e oggi fannno anche già parte parte di collezioni museali importanti come il Tel Aviv Museum of Art, il San Francisco Museum of Modern Art o la Tate Modern di Londra.
L’artista è noto per il comune sottile esotismo che emanano le sue opere, pur essendo nato in Scozia, da trent’anni vive a Trinidad ed è da qui che prepara i suoi lavori; come interpretazione delle cose del mondo.
Le sue fonti di ispirazione sono: le sue fotografie, vecchie cartoline, scene del film horror come Venerdì 13, pubblicità e copertine di dischi. Non mancano nememno le evocazioni dei grandi maestri della pittura, dai romantici ai post-impressionsiti; Da Gauguin a Edvard Munch, da Gustav Klimt e Claude Monet.
Le opere di Doig sono frequentemente di grande formato, come esige l’arte contemporanea, ed il suo pregio è quello di avere riportato l’attenzioen dei collezionisti e dei critici d’arte sul paesaggio e sulla pittura; da tempo snobbati. Peccato che le sue ultime opere, non abbiamo più quello slancio creativo e innovativo dei suoi primi lavori; ma questo non è stato rilevato, infatti continuano i suoi successi di cassetta nelle aste.
La mostra al Musée d’Orsay è l’occasione per vedere riunite, dopo molti anni, le sue opere più importanti.
Il Peter Doig che io ricordo con ammirazione:
