Sapete che i figli di Benjamin “Bibi” Netanyahu, sono rimasti a Londra e a Miami; mentre anche dall’estero arrivano in Israele cittadini che vogliono/devono combattere ?
DUE PAROLE SU CHI VA A COMBATRTERE E FORSE MORIRE E CHI INVECE SI MIMENTIZZA …
Questa informazione dovrebbe fare riflettere, su cosa sono le guerre, su quanto la politica sia onesta nei confronti dei cittadini.
Il famoso film di Rambo, che lo ritrae spaesato nella sua America dopo anni a combattere in Vietnam, mette in evidenza le conseguenze della guerra e della generosità di chi combatte. Così parlava Rambo con il suo ex comandante; una volta tornato dal Vietnam: «Io là pilotavo gli elicotteri, guidavo un carro armato, rispondevo di attrezzature per milioni, qui non riesco neanche a trovare lavoro come parcheggiatore! Ma perché? Perché?! Dove sono finiti i miei amici, dove sono finiti? Dove sono finiti tutti quei ragazzi? Dove sono finiti loro? Avevo tutti quei compagni intorno, erano amici miei, qui non c’è più nessuno”.
Molti presidenti americani, che hanno mandato migliaia di giovani a morire in guerra, hanno sempre evitato di combattere da giovani…
” Riaffiora il caso del servizio militare del giovane George, che negli anni più atroci del Vietnam, quando cadevano 50 soldati al giorno, si rifugia nella Guardia Nazionale del Texas, allora (oggi non più) retrobottega per imboscati. Scavalca agilmente una lista d’ attesa di 500 aspiranti e ottiene l’ ultimo posto disponibile di allievo pilota in una formazione di caccia obsoleti, gli F-102, che non verranno mai mandati a combattere. E quando, nel 1972, il giovane tenente pilota si annoia e suo padre è divenuto deputato repubblicano, ottiene il trasferimento nella territoriale dell’ Alabama per pilotare una scrivania. Il caso del figlio di papà nelle retovie riaffiora e sprofonda a ogni sua elezione … non un renitente alla leva come Clinton o un raccomandato finito in un ufficio stampa a Saigon come Al Gore. … “.
Intanto i nostri media – come già nella guerra in Ucraina – sono solo impeganti a dividere i “buoni” dai “cattivi”.
Poco o niente spazio viene dato a serie valutazioni storiche e legislative; che parlino di diritto – di religioni/politiche che portano all’odio masse che ignorano le vere cause – di tentativi di soluzione dei problemi – di numeri di morti di entrambe le parti evidenziando, se è il caso, chi ha sempre sofferto di più a causa di cosa e di chi.
50 anni fa la guerra in Medioriente servì al più rapido trasferimento di ricchezza nella storia.
1973 la rivoluzione petrolifera da cui nacque il mondo odierno.
Alla fine degli anni ’60 i principali produttori ed esportatori di petrolio nel mondo erano, rispettivamente, USA e Venezuela, ma sembrava avessero terminato le loro scorte sotterranee.
L’economia mondiale era basata sul petrolio e l’uomo aveva raggiunto la capacità di trasformare il Pianeta; come sino ad allora aveva fatto solo la natura.
Si diffondevano i primi timori per le conseguenze di tali sfruttamenti, ma gli scineziati che ne parlarono sono ancora oggi da pochi riconosciuti; il “Club di Roma”, che raggruppava i migliori cevelli dell’epoca, aveva scritto sui “Limiti della crescita” già nel 1972. Bellamente ignorato dalla maggioranza.
La domanda di petrolio cresceva più del Pil, era la prima fonte di energia nel mondo; l’economia non poteva farne a meno.
La società dei consumi era totalmente succube del petrolio e qualcuno ne approfittò.
I paesi del Terzo Mondo cominciarono a volere nazionalizzare il loro petrolio; iniziò l’Algeria nel 1971 e divenne il primo paese OPEC, molti altri seguirono.
Come risposta all’Opec, l’Occidente organizzò l’Aie: Agenzia Internazionale dell’energia a Parigi, per contrastare il potere dell’Opec, diversificare gli approvigionamenti e investire in nuove tecnologie. Da qui i nuovi investimenti e scoperte di guacimenti nel nord Europa.
Intanto la crisi del petrolio aveva formato una nuova elite di ricchezza mondiale: i paesi del Golfo si erano arricchiti a dismisura e stavano per entare nel mondo di chi conta nel mondo.
Il più grande trasferimento di ricchezza della storia.
Dal 1973 i Paesi occidentali (in particolare gli USA) hanno imposto sanzioni e embrghi ai fornitori di petrolio; dall’Iran all’Iraq, dal Venezuela alla Libia e oggi, anche alla Russia al cui greggio è anche stato imposto un tetto sul prezzo di vendita; 60 dollari al barile.
Ora gli ex Paesi del Terzo Mondo si stanno organizzando per non pagare più il petrolio in dollari, un grande pericolo per l’economia degli Stati Uniti.
Intanto assitiamo ad una recrudescenza delle guerre vicino all’Europa, un caso o forse qualcuno vuol fare pagare all’Europa un rischio di tracollo ?
Chi instiga all’odio vuole solo preparare le popolazioni ad avere abbastanza cattiveria da accettare che i loro figli vadano in guerra a morire. E’ la solita storia, ma l’uomo impara ?
Sarebbe opportuno riflettere.
