Comprensibile che l’insetto nel piatto è per molti italiani un affronto alla sua cultura culinaria – ma qui vorrei approfondire; anche a chi andrebbe il vero vantaggio (economico).
Gli insetti, se non lo sapete, già sono in molti cibi; anche per atleti e non solo, come le barrette ecc… La larva della farina si trova in tutte le farine [ invendibili ? ] al pubblico, come in riso e pasta scaduti e quindi a costo zero per chi vende questo tipo di proteine; non scritto negli ingredienti, ma permesso per legge, già da anni in certe quantità.
Mettiamo ordine – partendo dall’eventuale pericolo per la salute.
Insetti cancerogeni ?
La chitina, contenuta anche negli insetti, non è cancerogena; come molti ignoranti hanno sostenuto. Infatti la chitina è contenuta in molti alimenti come i funghi ecc… Quindi la fonte che sostiene che gli insetti sono cancerogeni è poco scientifica e poco seria.
Da dove verrebbe un pericolo ?
Al limite, se nei futuri allevamenti di insetti questi ultimi venissero allevato con cibo scadente e inquinato; derivato anche da oli combusti, ma questo vale per ogni tipo di allevamento.
Per chi dovesse accettare l’idea, ha senso mangiare insetti ? Quanto impattano nel clima ?
Ovviamente gli allevamenti di bovini impattano molto con l’ambiente; comunque, sarebbe saggio mangiare meno carne e di ottima qualità (se possibile).
L’insetto è difficile da classificare, dipende da quali insetti; tipo di insetto (da dove viene), se sono trasportati vivi, se sono in polvere , cosa hanno mangiato ecc…
Grilli e camole della farina – studi vietnamiti
Grilli e camole sono 10 volte meno impattanti per l’ambiente di carne e pesci… ma cozze e vongole impattano meno degli insetti, idem i piccoli pesci come le acciughe …
In uno studio vietnamita si afferma che produrre grilli e camole di farina, è molto meno impattante per l’ambiente di altre risorse proteiche come carni e pesci.
Perché allora non si punta sulle vongole/cozze, invece che sugli insetti ?
La mia riposta, maliziosa ma forse veritiera, sta nel grande guadagno che l’industria ottiene nel vendere farina prodotta da camole della farina.
E in futuro ? Processi di efficientamento degli allevamenti …
Potremmo anche trovare modi per allevamenti poco impattanti; come già sta succedendo (in media nel mondo) per l’allevamento dei polli; meno impattanti di carne e pesce.
Larve di mosche per mangimi
Ottimi i risultati per l’ambiente, perché mangiano ogni scarto anche della ristorazione; per smaltire i tanti prodotti organici come avanzi casalinghi e di ristoranti ecc…
La mosca comune e la mosca nera soldato, già oggi, producono larve per mangimi, con il più basso impatto alimentare; anche meno delle cozze/vongole e dei cereali (che abbisognano di grandi distese di terreni; si sta distruggendo la foresta amazzonica per produrre soia ecc..).
CHI NE GUADAGNA DI PIU’ ?
Per ora sicuramente i produttori di farine di insetti; farine che già stanno in molti cibi anche per atleti, bambini e non solo, come le barrette ecc… Infatti la larva della farina si trova in tutte le farine [invendibili ?] al pubblico, idem per riso e pasta. Quindi, per il produttore una fonte di proteine a costo zero e noi li mangiamo inconsapevolmente; perché non è scritto negli ingredienti in modo comprensibile, ma è già approvato dalle leggi europee da tempo.
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LIBRO SUGGERITO PER APPROFONDIRE :
Se pianto un albero posso mangiare una bistecca ? Guida scientifica per un ambientalismo consapevole
di Giacomo Moro Mauretto
E Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? ci racconta quali sono i problemi ecologici più importanti, quali sono le cause che contribuiscono maggiormente alla crisi ambientale e quali sono le azioni più utili per contrastarla.
Emetto più CO2 se mangio carne bovina biologica, polli da allevamento intensivo, frutti di mare o un trancio di pesce spada?
È davvero utile adottare alveari di api o finanziare aziende o associazioni che piantano alberi in giro per il mondo?
Ogni giorno la nostra vita è riempita da una serie di dilemmi etici e morali che assomigliano molto a queste domande.
Ormai, infatti, abbiamo tutti gli strumenti per capire che ogni nostro comportamento produce un impatto sul pianeta. Eppure, nonostante questa consapevolezza, spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai mille problemi che la crisi ambientale ci pone di fronte quotidianamente.
È difficile capire quale delle possibili soluzioni sia la migliore e così anche la nostra buona volontà di azione ne viene minata.
Giacomo Moro Mauretto, in arte Entropy for Life, con questo libro chiaro e accurato ci aiuta a superare proprio tale sensazione di impotenza, grazie a un approccio scientifico rigoroso, privo di ogni ideologia e basato sui fatti.
Dobbiamo inquadrare i problemi ambientali con pragmatismo: cosa possiamo fare affinché le nostre azioni, a parità di condizioni, risultino le migliori possibili per il pianeta ?
Le nostre risorse e il nostro tempo sono limitati e vanno utilizzati al meglio.
E Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? Ci racconta proprio quali sono i problemi ecologici più importanti, quali sono le cause che contribuiscono maggiormente alla crisi ambientale e quali sono le azioni più utili per contrastarla.
Il rischio, altrimenti, è di focalizzarsi su pratiche inutili o persino deleterie. E sprecare una grande quantità di risorse e di tempo, avendo la sensazione di aver fatto abbastanza, è un errore che oggi non ci possiamo permettere.
Se pianto un albero posso mangiare una bistecca ?, Giacomo Moro Mauretto, Mondadori, 234 pp., 18 euro.
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COPERTINA : INSETTO FUTURO – 2009 – da gruppo di piastrelle dipinte a mano – Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
