Si chiamano protocolli medici e devono essere seguiti alla lettera da tutti i medici per legge.
Sono stati scritti su basi assolutamente scientifiche e secondo le più rigorose leggi della statistica.
Ma … se io facessi parte di uno dei rari casi a cui quella cura (stabilita dal protocollo e quindi dalla statistica) non funziona … il medico, per legge, deve comunque darmi quella cura stabilita dal protocollo.
Ovvero; si studiano tantissimi casi della medesima malattia, si fa la media statistica delle varie cure e si stabilisce così quale sia la cura che ha dato i migliori risultati sulla maggioranza dei malati e quella farà parte del protocollo.
In questo modo si decide una cura anche per quei casi, più rari, a cui quella cura non ha dato i migliori risultati, ma nelle regole rigorose della statistica conta solo la maggioranza.
Risultato: se io facessi parte di uno dei rari casi a cui quella cura (stabilita dal protocollo e quindi dalla statistica) non ha dato i migliori risultati; non rientrando nel protocollo il medico, per legge, deve comunque darmi quella cura stabilita dal protocollo; altrimenti rischia anche un’incriminazione.
Una volta molto era lasciato al buon senso del medico (ovviamente un medico scadente dava a tutti cure scadenti), non esistevano i protocolli come oggi li intendiamo. Il medico di famiglia sapeva tutto del suo paziente, non doveva perdere tempo a compilare noiose formalità burocratiche su di un computer e passava molto del tempo ad informarsi su come stava anche la famiglia del paziente; era medico e psicologo allo stesso tempo.
Il bravo medico di famiglia era quasi un buon conoscente al quale si raccontava di tutto, lui ascoltava con pazienza e, grazie ad una ottima preparazione, al suo istinto di buon medico e alla grande esperienza che accumulava negli anni, dava a ciascuno quello che riteneva il meglio.
Oggi questo non è più possibile, il medico deve seguire il protocollo, ha anche più di mille pazienti da seguire e molte formalità burocratiche da compilare.
E’ meglio oggi ?
Ognuno avrà le sue opinioni, ma le nuove generazioni non potranno fare paragoni; non sanno nulla di come funzionava prima che la scienza invadesse ogni campo al punto da dimostrare che lo stress, pur se contenuto entro certi limiti fa bene. Ma chi conosce questi limiti ?
Un esempio:
le vacanze.
Una volta la vacanza doveva essere di almeno due settimane; per permettere all’organismo di goderne dei benefici e il meglio della cura marina. Per chi poteva, l’ albergo era a 250 metri dalla battigia; per godere della cura dell’aria di mare anche di notte.
Oggi, tutti hanno dimenticato queste sagge parole del medico di famiglia; le vacanze sono sempre più brevi e numerose; una situazione ideale per aumentare lo stress, ma questo non si deve dire perché va contro gli interessi del mondo del turismo.
